Così una delle immagini storiche di questo paese va via.
Certamente Luciano era, a ragione, uno dei “potenti” della città orlandina.
Avvocato, aveva creato un impero economico, prima con l’agricoltura, poi spaziando nel campo della grande distribuzione, aveva intuito per gli affari, credeva nel turismo e nella ristorazione, guardava avanti, sentiva l’aria, ed in fondo amava la vita e fare bella vita.
Aveva 70 anni, un tempo consigliere comunale, esponete di rango della Dc , vicino a Gullotti, fu assessore all’urbanistica ai tempi di Nino Messina, po “tifò” per Berlusconi.
Ma in tanti lo ricordano per lo scontro politico, umano, amministrativo, ideologico ed imprenditoriale con Enzo Sindoni.
Uno scontro che ha segnato la vita del paese più di quanto si possa immaginare e che, umanamente, si è concluso solo qualche mese fa con una cena che sapeva di pax sociale.
Certamente, lontanti da giudizi politici, va sottolineato che va via, con Luciano Milio, un pezzo di storia di Capo d’Orlando, di una generazione che amando questo paese, l’ha portato, negli anni ottanta, a insperati traguardi ed al suoi lancio nel panorama e nell’immaginario collettivo di una “Capo d’Orlando da bere”.