Attualita

LUCKY LUCIANA – “Ho fede in Dio, ma non credo negli esseri umani tant’è che ripongo poca fiducia nel prossimo”

Intervista di Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a Lucky Luciana (classe 1995), pseudonimo di Luciana Campolongo. La cantante – nata a Castrovillari, in provincia di Cosenza – è da sempre amante della scrittura, grazie a cui si sente libera… rappando!

Buongiorno Luciana! Vorrei iniziare col domandarti subito quando, con quale intenzione/progettualità e soprattutto mossa da quale motore interiore ha avuto origine il tuo viaggio nella musica. Buongiorno Giulia! Da quando ho iniziato il mio percorso nella musica, ho cercato di avere e portare avanti sempre grandi progetti – anche se nel corso del tempo sono cambiati, soprattutto a causa delle difficoltà che si hanno agli inizi nel realizzare appunto i propri obiettivi. Il motore interiore é la mia passione per la detta arte – passione che mi caratterizzava già da bambina – e altresì il bisogno di esprimere le mie emozioni… sebbene per ora non abbia esternato davvero, musicalmente, ciò che sono (ma spero di farlo molto presto).

Nella nostra prima chiacchierata mi dissi che ti reputi una persona esuberante, schietta, sincera e determinata e che sei trasgressiva, con un animo ribelle… che, però, negli anni sei riuscita a smussare e a controllare. La tua insofferenza verso quale autorità e imposizione e/o mancanza era ed è rivolta?Sì, mi reputo esattamente così come detto… sebbene io cerchi di controllare alcuni miei aspetti. La mia insofferenza parte in primis dalla mancanza di mio padre e dal sistema in cui sopravvivo, che non apprezzo”.

Da piccola avevi qualche desiderio che proiettavi nel futuro, ossia come ti vedevi “da grande” e che bambina sei stata? Se dovessi poi assegnare un titolo alle fasi più significative della tua esistenza finora, quale colore e quale canzone assoceresti a ciascun periodo?Da piccola mi immaginavo come un’artista completa: attrice, cantante, ballerina. Purtroppo, in passato non ho avuto le possibilità economiche di pagarmi gli studi… e così ora, pian piano, sto cercando di realizzare comunque il mio sogno. Ero una bambina introversa, timida e molto triste ossia lopposto di come sono adesso. Il mio colore é il rosa… anche se la mia vita é sempre stata abbastanza cupa, lho colorata – con la mia energia –  di rosa appunto. La canzone che associo a tutta la mia esistenza é “Andrea”di Bad Bunny,  perché mi sento da sempre esattamente proprio come lui descrive la ragazza del brano… una ragazza che ha solo bisogno di essere accettata e capita e che non riesce a conformarsi con le regole imposte da un sistema che, spesso, non accetta e non capisce per l’appunto un certo tipo di donna”.

Il nascere e dove nascere è qualcosa che non decidiamo in prima persona, ma l’iter e l’equipaggiamento temperamentale e caratteriale nel percorrere la quotidianità invece è in qualche modo determinato da cosa, ovvero nel tuo vivere ipotizzi che centri il “destino” – ed eventualmente cos’è il destino – o se sei dell’idea che l’essere umano sia il solo, totalmente, artefice della propria sorte? “Io ho sfidato molto spesso la sorte e questo mi ha causato tanti problemi. Credo che sia questione di bivi, il destino può essere modificato dalle nostre scelte”.   

Hai dichiarato spesso che ti senti libera, capace di esprimerti davvero, solo con il rap… nei tuoi testi in cui vi è la tua vita segnata da un’infanzia difficile a causa di un padre assente e di una condizione economica di costante precarietà, tanto da affermare – ti cito – di voler arrivare talmente in alto da non toccare più il fondo. Tu in che rapporto vedi la libertà e l’amor proprio e verso gli altri esseri viventi? Ancora oggi penso ciò che ho detto tempo fa. La libertà, per me, é fondamentale. Ho idea che, prima di ogni altra cosa e persona, si debba amare se stessi – per, poi, riuscire così ad amare realmente persino gli altri esseri umani”.

Benché io non voglia indurti ad alcuna categorizzazione riduttiva e ingabbiante, dal tuo punto di vista cos’è l’Amore – sia esso amor proprio, per altre persone, per situazioni, luoghi, attività etc. – e sei del parere che “Chi si somiglia si piglia (e si tiene)” oppure che “Gli opposti si attraggono (e non si lasciano)” persino artisticamente parlando e nelle relazioni amicali?Lamore é qualcosa di estremamente complicato, perché l’essere umano é molto fragile e troppo spesso viviamo di tentazioni. Io sono portata per lautodistruzione ma, nonostante questo, ho sempre cercato di amare me stessa e le persone che ho scelto quali facenti parte della mia vita. Credo che si somiglia si piglia e che sovente gli opposti si attraggano, tuttavia a lungo termine le differenze portano soltanto problemi”.

Lo psicologo e sociologo Eric Fromm – nel libro “L’arte di amare” – ha scritto che via via che due soggetti diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre più il suo carattere miracoloso e ciò fino a che la loro reciproca sopportazione, il loro antagonismo e i loro screzi uccidono quello che resta dell’eccitamento iniziale. Questi ha dopo continuato che eppure, all’inizio, essi non lo sanno; scambiano l’intensità dell’infatuazione per la prova della profondità del loro sentimento, mentre lo è soltanto della loro solitudine. Non di meno e alla luce di ciò, Fromm considera l’amore (in tutte le sue declinazioni) come unica arca per salvarsi da un’esistenza solitaria. Se si ama in primis se stessi, la citata deriva distruttiva può essere evitata o quello che viene chiamato amore è inevitabilmente soltanto un bisogno fondamentale dell’essere umano di raggiungere l’unione con qualcosa al di fuori di sé, è la risposta (pertanto mirante, fondamentalmente e unicamente, al proprio bene) alla sua solitudine che lo sarebbe impazzire in quanto non vi è chi basta a se medesimo? “Personalmente, mi trovo perfettamente in linea con il citato pensiero di Eric Fromm”.     

Umberto Galimberti – come Eric Fromm – ha sostenuto che amare lo si può imparare e, di conseguenza, necessita di un percorso d’acquisizione (non è una capacità istintiva, bensì richiede un lavoro). Le emozioni cioè sono innate, i sentimenti si apprendono… tu sei d’accordo o no e che ruolo ha dunque l’istinto e quale la ragione se stessero così le cose?Listinto é molto spesso pericoloso, ma la ragione non sempre serve quando si tratta di emozioni e sentimenti – anche se, non di rado, bisognerebbe usare la testa nel compiere qualsiasi scelta. Sovente, comunque, io ho scelto il cuore e la passione a dispetto di tutto”.

È a ventidue anni d’età che – come hai sottolineato – inizi a frequentare, a tue spese, un’accademia di canto e ti concentri sulla musica che diviene per te uno strumento d’evasione… rivendicando la tua libertà d’espressione e infrangendo i limiti dettatati dalla società e dalle penalizzanti differenze di genere assunte e categorizzate quale vangelo da molta gente. Ebbene mi sorge spontaneo chiederti quali ti sembrano che siano oggi gli stereotipi estetici, esteriori, e gli atteggiamenti più radicati e perché in taluni individui c’è una sorta di ossessione di identificare il genere con il sesso di nascita (come se il nascere maschio o femmina implicasse l’imprescindibilità di alcuni comportamenti e determinasse l’insindacabilità di alcune preferenze invece di altre). “Tutti aspirano alla perfezione e cercano di piacere agli altri esseri umani. Spesso, difatti, la gente dimentica chi é e ciò solamente per diventare quello che si crede che le altre persone vogliano. Per quanto riguarda maschio e femmina, sono argomenti su cui non mi soffermo molto a pensare”.

Cosa rappresenta per te la Bellezza e quale ne è il potere nonché principale pregio e valore ma in ispecie, se la beltà fosse una ricetta, quali ne sarebbero gli imprescindibili ingredienti alla base e quali quelli che rispondono maggiormente al tuo gusto – ovvero pensi che esista il Bello universale, oppure non v’è possibilità d’oggettività nella valutazione di ciò che lo è e di ciò che non lo è? Per me, la bellezza é quella interiore. La beltà esteriore é soggettiva… io mi soffermo a guardare i dettagli e mi focalizzo sulle sensazioni”.

Nella vita e in campo artistico – ad esempio nei suoi videoclip musicali – quale ruolo ti pare giochi l’immagine visiva nel veicolare significati e quanto “pesano” rispettivamente il testo, la melodia, la voce nelle creazioni che maggiormente apprezzi? Credo che la mia immagine spesso oscuri quella che sono oltre e al di là d’essa, o che potrei essere – sia a livello artistico, che personale – e ciò perché sovente le persone si soffermano esclusivamente su quella [sull’immagine].

In un’ideale scala da 0 a 10, quant’è e quanto pensi che dovrebbe essere importante l’aspetto esteriore e com’è possibile riuscire a far emergere la personalità del singolo attraverso un’esteriorità appunto che sia fedele “bigliettino da visita”, “carta carbone”, di quello che si è interiormente? In tutto ciò, dal tuo punto di vista, ci dovrebbe essere una sorta di galateo del buongusto o no? “L’aspetto esteriore lo reputo importante, per me stessa,  per piacermi …purtroppo, la gente si sofferma molto su quello [cioè la gente guarda molto proprio l’aspetto esteriore]. Sono dell’avviso che ognuno debba essere se stesso, senza pensare al buongusto”.

Quando osservi/leggi/ascolti un creativo, una persona di spettacolo, cosa ti impressiona positivamente e cosa più ti entusiasma? Musicalmente c’è qualcuno con il quale ti piacerebbe lavorare e – se sì – per quale specifica ragione e viceversa qual è la peculiarità grazie alla quale, supponi, tu hai guadagnato la fiducia e la stima di molte persone? “Noto il carisma e loriginalità delle persone, la determinazione e la passione che ci mettono in quello che fanno. Mi piacerebbe lavorare con Gué Pequeno, lapprezzo molto come persona e come artista… per la sua penna e per il suo flow inconfondibili. La fiducia e la stima delle persone le ho guadagnate grazie al fatto d’essere vera e per la mia tenacia”.    

Ammesso che un tale momento esista, quando un emergente (capisce che) non è più tale e cosa ipotizzi che sia attualmente necessario e cosa imprescindibile per fare della propria passione una professione? …In questo – per quello che ti concerne – i ricordi, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare, il già citato istinto e la ragione quanto sono essenziali e in che misura veicolano o meno la tua artisticità? Ci vuole molto impegno e sacrificio per arrivare al punto da non essere più considerati “emergenti”. Io sono sempre molto istintiva, ma adesso cerco di unire maggiormente ragionamento e istinto – così da ottenere risultati che possano essere duraturi e non passeggeri”.    

Hai spiegato che il tuo nome d’arte Lucky Luciana è in parte dovuto al tuo passato, all’aver vissuto situazioni orribili e tuttavia all’esserti sempre sentita baciata e protetta da Dio e pertanto fortunata. Il tuo pseudonimo non centra alcunché con il mafioso italiano Lucky Luciano, all’anagrafe Charles Luciano, nato Salvatore Luciana, benché – come lui – tu sia stata pugnalata alle spalle: nel presente che relazione hai con la fiducia verso il prossimo e, discorrendo di fiducia, ti sei mai domandata come può sussistere la bontà, l’onnipresenza e l’onnipotenza di Dio di fronte ai mali non soltanto morali (dunque causati e derivanti dagli uomini) ma naturali (come terremoti, inondazioni, malattie)?Ho poca fiducia nel prossimo …credo in Dio, ma non credo negli esseri umani (dai quali penso che derivino anche tanti mali naturali)”.   

In quale “quid” ravvisi il seme infestante del maschilismo e perché sono talvolta le donne stesse ad avere tabù e a piegarsi senza fare una cosiddetta grinza alla presunta superiorità dell’uomo (scontrandosi a suon di sesso e fisicità con le altre donne per ottenere il favore dei tali e non di meno non parlando liberamente dell’argomento desiderio sessuale per non essere appellate come delle “poco di buono”)? Purtroppo, viviamo immersi nel maschilismo. La donna é sempre stata vista come quella che, qualsiasi cosa fa e dice, é una “poco di buono” (a prescindere da ciò che realmente compie e a dispetto di cosa proferisce)”.

 A proposito di talent e di social, qual è il tuo pensiero al riguardo e con quale finalità ti approcci e utilizzi i secondi? “Ultimamente non ho un buon rapporto con i social. I talent li vedo distanti da me, perché non mi piace essere giudicata – seppure io non escluda la possibilità di farne qualcuno, quando mi sentirò pronta”.

Infine, prima di salutarci, vuoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti e magari rivelarci altresì qualche chicca in anteprima?Tendo sempre a non anticipare alcun progetto, in quanto cambiano e si modificano immancabilmente durante il percorso verso la loro realizzazione. Un grande saluto a tutti, a presto”.

Redazione Scomunicando.it

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