Treni da far west, Da Palermo a Messina sui carri bestiami
Mentre impazza la giusta polemica sul caro dei biglietti aerei e sul diritto alla continuità territoriale, le ferrovie locali agonizzano tra incuria, disorganizzazione, e malagestione.
Raccontiamo di un caso emblematico, appena due giorni fa.
Passeggeri, tra viaggiatori e pendolari, sballottati, tipo pecore, alla stazione di Palermo, da un binario all’altro, nel tentativo di prender il treno, quello che dal capoluogo conduce a Messina.
Ore 18.23 la prima tappa è sul binario 1.
Poi tutti giù per terra, ma non è un gioco, il treno parte dal binario 5.
Una corsa con bambini in braccio, valigie al seguito, pensieri pesanti per chi aveva finito la sua giornata di lavoro.Tutti dentro stipati come sardine. Poi l’annuncio, “si va al binario quattro” il locomotore si era guastato.
Poche notizie, assistenza zero.
Altra corsa e finalmente si parte. L’orologio segna le 19.15.
Fuori da ogni logica si accumulano ritardi, si perdono coincidenze. E’ la storia di tanti che sono costretti ad usare il treno quotidianamente. Potrebbe essere una bella alternativa all’auto, ma a volte è impossibile utilizzarla e chi si avventura si perde nei meandri dei treni sospesi, dei ritardi, dei “luoghi comuni” che diventano qui realtà.
Altro da aggiungere.
Quel treno era sporchissimo, c’era di tutto abbandonato sotto i sedili, nei corridoi, nei bagni, alcuni senz’acqua. Manco i carri bestiami.
A volte ci vuole poco. Basta attenzione e rispetto per chi viaggia. Nulla di più.
il video
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