“E’ scandaloso che lo Stato italiano e la Regione Siciliana stiano lasciando ancora una volta Ignazio Cutrò in balia degli eventi che lo hanno ingiustamente investito. La cartella esattoriale da 85 mila euro notificata da Serit Sicilia al testimone di giustizia scadrà tra una settimana e ancora nessuna misura è stata adottata per consentire a Cutrò di riavviare la propria azienda, né tantomeno è stato annullato il provvedimento, frutto di un gravissimo errore poiché andava bloccato dalla sospensione prefettizia.
E’ inconcepibile che un testimone di giustizia, oltre al danno causato dalla mafia debba subire pure la beffa da parte dello Stato.
Mi aspetto un intervento immediato risolutivo da parte delle istituzioni nazionali e regionali e in particolare dal Presidente Raffaele Lombardo, visto che tra l’altro la Serit Sicilia è una società a partecipazione regionale.
La politica non può più limitarsi a ipocrite note stampa sull’importanza di denunciare se poi chi denuncia viene abbandonato e portato all’esasperazione. Soprattutto gli eletti siciliani hanno il dovere di mobilitarsi affinchè a Cutrò e a tutti i testimoni di giustizia vengano garantiti i diritti”.
E’ quanto ha dichiarato l’eurodeputata Sonia Alfano (IdV). Cutrò, che con le sue testimonianze ha fatto condannare ad oltre settanta anni di carcere i mafiosi della cosca dei Panepinto, nei giorni scorsi, ha ricevuto una cartella esattoriale da 85 mila euro nonostante la sospensione prefettizia ne prevedesse il blocco, ed ora, se non pagherà entro il 17 gennaio, subirà l’ipoteca sui beni immobili.
“Ignazio Cutrò ha già fatto sapere che è disposto a lasciarsi morire se le istituzioni non sosterranno la sua famiglia, colpevole solo di essersi schierata contro la mafia. Lo Stato – ha concluso Alfano – se la sente di assumersi questa responsabilità?”.
comunicato stampa
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