«Nel rituale clamore delle celebrazioni destinate a ricordare le vittime di mafia eccellenti o note, si rischia spesso di smarrire persino la memoria di persone meno conosciute che il tempo cerca costantemente di inghiottire nel proprio oblio. Ma nella lotta alle mafie non ci possono essere vittime di serie A e vittime di serie B. Sono tutte da ricordare perché dimenticarle sarebbe come ucciderle una seconda volta e perché verso di loro avremo sempre un debito di gratitudine inestinguibile. Così è successo purtroppo in questi anni a Biagio Siciliano e Giuditta Milella, due studenti del liceo classico di Palermo “G. Meliâ€Â, sito al tempo della strage, in via Libertà. Nessuno oggi parla più di loro, nessuno li ricorda più». Lo ha dichiarato il deputato europeo dell’IdV e presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia Sonia Alfano.
Il 25 novembre del 1985 un auto dei carabinieri di scorta ai giudici Borsellino e Guarnotta per evitare una macchina che le taglia la strada, piomba su un gruppo di studenti del liceo Meli che aspettavano l’autobus. Perdono la vita due ragazzi, Biagio Siciliano, di 14 anni, e Giuditta Milella, di 17 anni, e molti rimangono feriti. Il giudice Borsellino nel commentare l’accaduto aveva dichiarato: «La mafia dovràessere chiamata  e rispondere del sacrificio di queste vittime innocenti».