«Fu un illuminato anticipatore. Capì, infatti, che il contrasto a Cosa nostra richiedeva strumenti nuovi rispetto a quelli in uso ai suoi tempi. Comprese pure che la lotta alla mafia richiedeva la formazione di un’adeguata coscienza civile a cominciare dalle giovani generazioni.
Pagò questo suo impegno con la vita». Lo ha dichiarato l’eurodeputato dell’IdV, Sonia Alfano, presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, ricordando la figura del Capo Istruttore del Tribunale di Palermo, Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia il 29 luglio del 1983, a Palermo, insieme agli uomini della scorta Salvatore Bartolotta e Mario Trapassi, nonché al portiere dello stabile dove scoppio l’autobomba, Stefano Lisacchi.
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