e a premiare una classe dirigente troppo spesso assaltata da corrotti e collusi, e costringe la parte sana della popolazione e delle istituzioni ad una estenuante lotta.
Per sconfiggere la mafia e ridare libertà al nostro Paese l’unica strada percorribile è quindi condurre una battaglia costante, forte e convinta per spezzare senza indugio questi legami perversi.
Giuseppe Insalaco aveva fatto propria questa battaglia e l’aveva portata avanti con caparbietà nel suo partito, la DC, i cui esponenti furono da lui denunciati diverse volte, e nelle istituzioni. Per questo la mafia e i suoi complici politici non poterono non eliminarlo”.
Così Sonia Alfano, presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, ricorda la figura di Giuseppe Insalaco, ex sindaco della città di Palermo, ucciso dalla mafia il 12 gennaio 1988.
Giuseppe Insalaco, sindaco di Palermo per pochi mesi, aveva fortemente denunciato le collusioni tra politica e mafia. Accusava Vito Ciancimino e il suo entourage, che indicò come i gestori dei grandi appalti al comune di Palermo per conto della mafia, per le pressioni subite.