MALAVOGLIA – “Se hai fame e hai voglia di vivere ogni esperienza che la vita ti offre, esperienze che servono a ogni età, non devi mai smettere di correre…”
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MALAVOGLIA – “Se hai fame e hai voglia di vivere ogni esperienza che la vita ti offre, esperienze che servono a ogni età, non devi mai smettere di correre…”

Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a MaLaVoglia – all’anagrafe Gianluca Giagnorio, con il quale ha chiacchierato a proposito dell’anno appena trascorso e di alcuni progetti del 2023…

Ciao e ben ritrovato in questo 2023 all’insegna di tanti progetti in cantiere e in cui alcuni sono già venuti alla luce! …Ma prima torniamo per un attimo al 30 dicembre e al tuo <<Sul 2022 avevo scommesso il poco che ero riuscito a mettere da parte dopo i due anni “terribili” che abbiamo attraversato tutti. Mi ci è voluto coraggio ma anche paura, perché le due cose non viaggiano mai separate. Ho imparato che sì, si può tranciare di netto tutto ciò che non ci fa stare bene. Ho lasciato andare. Ho messo un PUNTO. (…)>> [clicca qui https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02wCpBUm5jy8QqThWBDGP3UTHRVQb3igjXDiR7JDQZm498a75uFsQccuMzkRXW3gdSl&id=1477731795 per leggere le parole di MaLaVoglia direttamente su Facebook]. Ti chiedo dunque di cos’è sinonimo per te il coraggio e non di meno la paura, di cosa inoltre sono rispettivamente indice …e soprattutto ti domando quando sei dell’avviso che sia bene lasciare andare e cosa comporta e altresì a cosa pensi porti il tranciare di netto. E, per quello che concerne il tranciare, pensi quindi che talvolta si possa e si dovrebbero – in primis proprio per se stessi – dimenticare le esperienze passate o no? “Ciao Giulia e ciao a tutti! Il 2018, il 2019 e l’inizio del 2020 erano stati anni molto ricchi per me e quindi lo stop della pandemia mi ha portato a vivere malissimo la pausa forzata. Dopo essermi “raccolto” e ascoltato, nel 2021 sono dovuto ripartire lasciando indietro tutto quello che avevo fatto precedentemente… sebbene a volte ci intestardiamo a voler rimanere troppo attaccati al passato, quasi convinti che il futuro possa non essere all’altezza di ciò che abbiamo vissuto. Ancorati ai nostri “pseudo” successi ottenuti, abbiamo paura di guardare avanti, quasi intimoriti dall’idea appunto di non essere più in grado di eguagliare quello che siamo stati. Insomma, ero finito in una sorta di loop quasi di sfiducia nell’avvenire. Il 2022 è stato un anno decisivo per me, ricco di incontri e nuove strade …ho avuto il coraggio di seguirle solo quando ho lasciato indietro ogni cosa – e, quel momento in cui lasci indietro tutto, hai l’impressione di sentirti solo e hai ansia ma è una paura positiva (di quelle che senti mentre probabilmente sei sull’orlo di un burrone e ti stai lanciando giù per fare bungee jumping). Eccitazione, timore… coraggio le quali, sensazioni così connesse tra di loro, non riesci nemmeno a riconoscerle però fa lo stesso ché l’importante è tracciare una linea netta di separazione e non tornare più sui propri passi!”.    

Hai poi continuato: “(…) Ho imparato che per salvarci da noi stessi occorre avere voglia di scoprirsi. (…) Ho imparato che tutto ciò che facciamo e siamo, ha un valore che nessuno può permettersi di denigrare. (…) Arriva il 2023. Ho un gruzzoletto di fiches in più da puntare. In mezzo a tanti bluff, mi gioco un’altra partita. (…)>>. Essere se stessi, il te stesso che sei tu oggi, trovi che sia “premiante” nell’industria musicale odierna e quale ti sembra che sia il rapporto tra le case discografiche e la creatività attualmente? Ebbene, in tutto ciò, la tua autenticità che lineamenti ha e da quale motore interiore è principalmente mossa, quale aspetto portante della tua personalità è dominante? “Penso sempre che tutto sia riconducibile a ciò che ha avvicinato ciascun cantante e cantautore alla musica… se cioè si desidera farla per essere nell’industria a prescindere da quello a cui si rinuncia in termini di più spontanea soggettività, dacché l’unico scopo è avere successo e fare televisione o se invece la si fa perché la si è sempre fatta ed è il proprio personale modo per esprimersi. Se si vuole stare dentro il meccanismo si deve sottostare e acconsentire ad alcune condizioni, mentre se si vuole essere se stessi – pur rimanendo non del tutto fuori dal meccanismo – si deve scendere a compromessi. Se si vuole rimanere totalmente fedeli a sé, all’opposto, non esiste niente di tutto ciò. Tutti possono rimanere autentici, l’importante è avere ben chiaro cosa si vuole essere e perché si fa quello che si fa”.            

Da piccolo a cosa, forse, immaginavi di dedicarti “da adulto” e che bambino sei stato? Hai, inoltre, idea che si nasca quale  “tabula rasa” o no e che l’ambiente geografico e la temporalità della propria fanciullezza ma non soltanto di questa e pure i primi input familiari che si ricevono in qualche maniera e misura influiscano – per aderenza o per antitesi – nella scelta del proprio percorso e per quello che riguarda il proprio modo di essere? …E poi, nell’imparare a conoscersi e nel comprendere cosa si vuole fare-essere-avere, la propria specificità in che relazione sta con la socialità e con l’aggregazione, con la vita sociale? “Da piccolo volevo fare il paleontologo… Poi ero molto bravo a calcio, avevo un grande potenziale che tuttavia non ho sfruttato. Credo che la vita sia un viaggio e vi si parta per vivere. Le strade che arrivano e che seguiamo, se ci ascoltiamo, ci avvicineranno davvero alla nostra vera natura”.

Riportando ancora una volta una tua frase, hai dichiarato: “La mia famiglia è originaria del Gargano e mi piace dire che mi sento, non poco, pugliese”. Ebbene essere appunto pugliese cosa significa per te e cosa ti piace di questa terra che – mi permetto di ammettere – io personalmente trovo affascinante in primis nei suoi colori e sapori carichi, indomabili e densi di passione? Tu tuttavia adesso vivi a Milano, che – hai affermato – ti ha accolto ma di cosa senti essere davvero sinonimo l’accoglienza e come mai da Voghera hai deciso di trasferirti nel capoluogo lombardo? “Dico sempre che la Puglia è uno stato d’animo. È piena, è una terra ricca e a tratti difficile, è antica. Mi sento così… un po’ mare in tempesta, un po’ pianura. Rosso, blu e verde. Milano è una città che amo e che odio perché ha per l’appunto tutto ciò che amo e tutto ciò che odio. Milano dà e toglie, ci sono venuto ad abitare perché volevo vivere da vicino certe situazioni utili al mio percorso – non perché non stessi bene a Voghera. Credo che per stare bene in un posto si debba imparare a stare bene innanzitutto prima con se stessi”.

Quale ruolo ti pare che giochi e quale ti piacerebbe avesse l’immagine visiva nella società e nel suggerire significati nei più differenti  campi e ambiti dell’esistenza – ad esempio a livello emozionale, d’impegno verso un qual certo “quid”, psicologici a riguardo di sé e di coloro con i quali ci si interfaccia? I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare, l’istinto e la razionalità quanto sono invece fondamentali e in che misura timonano il tuo cantautorato? “Mi piace pensare meno e vivere di più …quindi, quando voglio fare una cosa, non mi soffermo mai a chiedermi se sono stimolato da ciò che mi detta la razionalità o se piuttosto sono mosso dall’istinto. Proprio in base a ciò, rispondendo alla prima domanda, mi piacerebbe che nella società ci fosse meno importanza data alla parte “visiva”. Sono convinto che si debba tornare a sentire le cose…”.

Nella vita, prima di dedicarti completamente alla musica, hai fatto dal barista al commesso e hai lavorato altresì tanti anni all’interno di alcune boutique… Adesso però suoni tantissimo, hai uno show chitarra e voce che porti in giro da due anni e in cui – tra un pezzo e un altro dei tuoi – racconti i cantautori italiani di ieri e di oggi. Come mai è a ventitré anni d’età che hai cominciato “ufficialmente” la tua formazione musicale sui palchi di tutta Italia e cosa rappresenta per te la bellezza, la musica e la scrittura, l’arte più in generale e quale ritieni che sia il loro principale pregio e potere? Ti domando pertanto pure da quali sensazioni, emozioni, sentimenti, propositi, intenzioni e speranze vieni animato nonché provi, senti, quando componi i tuoi brani. “Mi sono fatto condurre da quello che era un mio sentire. La musica ha sempre fatto parte della mia vita e, quando è arrivata a bussare forte, ho aperto la porta… Avevo ventitré anni, tardi, se vogliamo – ma quest’arte meravigliosa mi dà una forza incredibile. È totale e, se l’ascolti attraverso la strada che ti farà compiere, imparerai tantissimo”.   

Citandoti nuovamente, il 5 gennaio hai affermato: “Le strade del Signore sono infinite… soprattutto per chi come me <<vuole fare la MUSICA>> e se lo continua a ripetere tipo il <<posto fisso>> di Checco Zalone. Il 2023 lo aspettavo con ansia per poter lasciare alle spalle tanto e guardare avanti. Il primo passo lo faccio con la squadra di NOKEP TV e Saifam OFF sul CANALE 229 di Sky, ogni mercoledì sera in prima serata. Che storia! Sono finito in una trasmissione televisiva con la mia Taylor e le mie canzoni. Alla fine, me la canto e me la suono come sempre… Alla fine, per la musica, ho anche spennato i polli all’Esselunga – cosa volete che siano un po’ di puntate con Le Donatella e Giulia Salemi!! E comunque, i polli dell’Esselunga erano buonissimi!!! Mamma, accendi la TV!!!! …ah già, non hai Sky!” [clicca qui https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0B5avJfXHzK4RoyF8ca1A2n7P96Wzw1HNiU7WrjdnS1UMD7pvA4oXFNMZdze5HYwdl&id=1477731795 per leggere le parole di MaLaVoglia direttamente su Facebook]. Al di là del modo di dire sopracitato ossia che “Le strade del Signore sono infinite”, tu hai un credo anche non necessariamente inteso quale professione di fede a una determinata religione, comunitaria? In secondo luogo hai idea che nell’arte esista o non sia contemplato un possibile “posto fisso” in Italia almeno e cosa, nello specifico, dello scorso anno volevi lasciarti alle spalle con ansia (tant’è che – come hai dichiarato – come “non sei più”)? “Credo nella vita, fortemente …e nel bello del mondo e dell’esistenza appunto. La si chiami Dio o come si preferisce, resta il fatto che c’è tanta energia in questo mondo, oltre a noi esseri umani – bisogna imparare a rispettarla! Come anticipato a inizio intervista, volevo lasciarmi alle spalle un periodo lungo e ciò che ero in quel periodo ché ci sono momenti dove sei meno te stesso di quanto dovresti. Posto fisso con l’arte? Non scherziamo, ahahah”. 

L’11 gennaio hai condiviso sempre via social qualcosa di, per te e per tante altre persone, molto importante e cioè hai scritto: “Ho l’onore e il piacere di invitarvi a <<A MODO NOSTRO>>, che è un pezzo di me, sul quale lavoro da tempo. Di questi tempi in cui la musica degli algoritmi, delle classifiche e della TV la fa da padrona monopolizzando un po’ tutti gli spazi, la mia idea era quella di creare un live format musicale che diventasse a sua volta uno spazio… un punto di ritrovo e incontro tra persone e artisti diversi. (…) Il 12 febbraio – insieme a Roberta Giallo, Diego Esposito e Luca Tudisca – salirò sul palco del Teatro Bello di Milano, presentando i nostri quattro progetti. Con me, ci sarà Francesco Tripi al basso e Mauro Casari alla chitarra. Presenta la serata Luisella Orsi. (…)” [clicca qui https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0LHWnGk4YdNayvvLTGziFaN8eu8stir55bRjF2a6xfstPtKNB7br6RCokWhr17YHBl&id=1477731795 per leggere le parole di MaLaVoglia direttamente su Facebook e clicca qui https://m.youtube.com/watch?v=U8-qAfkqceM&feature=share per vedere il video di presentazione ufficiale su YouTube]. In base a cosa hai scelto i compagni di questo tuo viaggio e come ha inciso l’incontro con il pavese Marcello Balestra in ciò che porterai nella cornice che ha quale direttore artistico, per l’appunto del Teatro Bello, Giulio Guerrieri e Alessandro Cantarella? Cosa ti entusiasma e ami maggiormente del richiamare la gente ad ascoltare gli artisti dal vivo? “Ho conosciuto alcune persone speciali durante il mio viaggio di vita e mi sono sempre detto che mi sarebbe piaciuto averle al mio fianco nei miei tanti progetti musicali e non solo musicali. Mi piace la condivisione, perché una squadra può fare sempre la differenza a dispetto di un singolo… E poi più artisti portano più persone e c’è uno scambio anzi, più di uno. Se si collaborasse di più tra artisti e si facessero meno gare, ci sarebbero molti più spazi per tutti”.

Il tuo recente singolo, insieme all’autore e produttore Mediterraneo e a Roberta Giallo, si intitola “Vento”  [clicca qui https://bfan.link/vento-1 per ascoltare il brano].  Gli arrangiamenti di questa canzone che – hai sottolineato – sanno di sabbia, di tramonti rossi e sognanti che tanto ti piacciono, ti riportano non di meno alle case bianche dei vicoli che ami dei paesini della tua Puglia [clicca qui https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02tAz9ATxbJ4usdBQSVW5MJ5V6x1RmAvG8FrDXCXacAXpgoYb1KY8R7HR75FwWWNYXl&id=1477731795 per leggere le parole di MaLaVoglia direttamente su Facebook] ma io ho una curiosità e cioè se tu ti sei mai imbattuto in un amore impossibile quale quello da te, da voi, qui cantato. “Certo, in più di uno e sono convinto che tutti siamo stati innamorati del “Vento” almeno una volta nella vita”.

Infine, dacché il Festival di Sanremo è alle porte, ci riveli se lo poni tra le realtà (bene o mal) rappresentative della musica italiana? Da cosa e da chi, detto altrimenti, essa ti pare veicolata ad esempio a livello valoriale – mentre dal tuo punto di vista da cosa e da chi dovrebbe essere portata avanti e per quale motivo? “Sanremo è una realtà ma non è l’unica, o meglio non dovrebbe essere l’unica per i cantanti e i musicisti. Ci sono tanti meccanismi dietro al Festival… sia televisivi che discografici e ciò lo rende un certo tipo di palcoscenico musicale. Il festival di Sanremo che io amo è, quindi, semplicemente un palco. Quello che manca in Italia è la presenza di altri spazi, oltre quello ligure, che diano visibilità agli artisti. Ecco allora che “A MODO NOSTRO” vuole proprio essere quello che io amo, un palco, quasi un segnale che gli spazi si possono costruire… con meno paura e più coraggio”.

6 Febbraio 2023

Autore:

redazione


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