Festa della Mamma, tra commerciale e sentimento, una data che riporta indietro gli adulti, che fa pensare a chi non c’è più, a un bacio non dato, alla mancanza di un abbraccio. E poi la corsa dal fioraio, anche una semplice rosa, che pur banalissima, rimane attesa. E noi facciamo gli auguri alle mamme del mondo, sempre e tutte belle, ed anche a Bad Mama, a Madame Tremaine, a Maddalena Cecconi, alla signora Bates, alla signora Robinson, a Beverly Sutphin e a tutte quelle mamme che il cinema ci ha regalato e con cui non vorreste mai avere a che fare. Auguri anche alle “mamme assassine” – quelle che riempono tristemente la cronaca dei nostri giorni – consapevoli che le turbe che annidano nel cuore oscuro di queste madri che si armano della crudeltà più assoluta, che socialmente scuote quelle certezze ancestrali a cui ci appelliamo quando necessitiamo di rassicurazioni le condanno al sopravvivere alla morte dei figli. E l’ultimo augurio va a Medea che prigioniera della propria passione compie l’efferato gesto che invertendo violentemente il ciclo della generazione per cui, chi ti ha dato la vita, sceglie poi di togliertela non riesce a starci antipatica (riproponiamo dunque l’articolo pubblicato lo scorso anno)
Madame Tremaine in «Cenerentola» (1950)
La madre – pardon, la matrigna– di tutte le stronze. Nata dalla penna di Charles Perrault e altri, questa figura archetipica trova la sua rappresentazione ideale nei disegni di Walt Disney, che decide di battezzarla con l’altero nome diMadame Tremaine.
Algida, elegante e assolutamente infida, si accompagna alle figlie Anastasia e Genoveffa, che con la loro goffaggine costituiscono un contraltare perfetto a uno dei personaggi più riusciti della galleria disneyana.
Malcapitata vittima la figliastra Cenerentola, punita per la sua bellezza e costretta a vivere come una serva nella sua stessa casa. Ma l’happy ending, si sa, è dietro l’angolo (o sotto una zucca).
Tipologia di mamma: Sadica arrampicatrice sociale
Regalo gradito: L’intero reame
La frase celebre: «(…) Poi rastrellerai il giardino, laverai il terrazzo, scoperai le stanze e le scale, pulirai il caminetto e naturalmente c’è il rammendo, il cucito ed il bucato da fare… Ah sì, c’è un’altra cosa: farai il bagno a Lucifero!»
Maddalena Cecconi in «Bellissima» (1951)
Una straordinaria Anna Magnani alle prese con una delle sue migliori interpretazioni: la borgatara Maddalena Cecconi che sogna per la figlioletta un avvenire nel cinema, proiettando su di essa tutte le aspirazioni disilluse in età giovanile.
I sacrifici, le peripezie e gli inganni subiti dalla donna per inseguire questa chimera rappresentano un attacco frontale del regista Visconti alla cosiddetta “fabbrica dei sogni”. Dove lo sguardo pesto e dolente della Magnani finisce per perdersi in una realtà fatta di cinismo, mentre nel pianto della piccola Tina Apicella si nasconde tutto la ferocia del cosiddetto star system.
Niente è perduto però, soprattutto la possibilità di riscatto. Che proprio in quel doloroso pianto infantile può essere trovato.
Tipologia di mamma: Donna frustrata con sogni piccolo-borghesi
Regalo gradito: Vedere i sogni infranti trasformarsi in realtà
La frase celebre: «Tu la po‘ fa’ l’attrice, io pure se avessi voluto».
Mamma Bates in «Psycho» (1960)
La madre di tutti i mali o quantomeno di una delle sue più celebri incarnazioni cinematografiche. La signora Bates è infatti la diretta responsabile delle turbe del figlio Norman, interpretato da un grandissimo Anthony Perkins nel capolavoro hitchcockiano.
Arroccato nella sinistra dimora proprio accanto al suo squallido Motel, Norman nasconde un segreto che non tarderà ad essere rivelato. In una degenerazione schizofrenica sino ai limiti dell’incubo. Tutto grazie alla dolce mammina castratrice.
Tipologia di mamma: Madre edipica
Regalo gradito: Una degna sepoltura
La frase celebre: «II miglior amico è la propria madre» (pronunciata da Norman)
Mrs. Robinson ne «Il laureato» (1967)
La capostipite di tutte le milf, interpretata da una sensualissima Anne Bancroft che a soli 36 anni dette voce (e corpo) a una delle mamme più sexy del cinema.
Il neolaureato Benjamin Braddock (un attonito Dustin Hoffman) torna a casa nella città di Pasadena. Galeotta la festa in suo onore, il giovane rampollo viene sedotto dalla splendida e annoiata signora Robinson, moglie del socio di suo padre.
Nella sua malcelata nevrosi, Mrs. Robinson finisce per incarnare quellaborghesia agiata contro cui si sarebbero di lì a poco scagliati i giovani dei 60’s, quel mondo piccolo, piccolo che riconosce nella falsità e nell’ipocrisia gli unici sentimenti che muovono le relazioni umane.
Quel che resta oggi è un grande cult che ci ha regalato personaggi indimenticabili. Per cui, a distanza di oltre quarant’anni, brindiamo ancora a te, Mrs. Robinson.
Tipologia di mamma: Mangiatrice di uomini
Regalo gradito: L’indissolubile binomio a base di alcol e sesso
La frase celebre: «Non ti piaccio abbastanza?»
Margaret White in «Carrie – Lo sguardo di Satana» (1976)
Il primo romanzo di Stephen King ad essere trasposto sul grande schermo, dove vediamo in azione una delle mamme più atroci del filone horror.
Una magistrale Piper Laurie veste i panni di Margaret White, madre folle e snaturata dell’adolescente Carrie che, oltre alle angherie dei compagni di scuola, deve subire i deliri materni in cui la si accusa di essere posseduta dal demonio.
In un mix letale di fondamentalismo religioso e splatter, l’unica preoccupazione di Margaret è quella di sacrificare la propria figlia a Dio. Ma non senza aver prima fatto i conti con lo sguardo di Satana.
Tipologia di mamma: Angelo sterminatore
Regalo gradito: Spada fiammeggiante o, in alternativa, il kit del perfetto esorcista
La frase celebre: «Rideranno tutti di te»
Pamela Voorhees in «Venerdì 13» (1980)
«Chi è l’assassino in Venerdì 13?», chiede il misterioso killer ad una spaventatissima Drew Barrymore in Scream (1996). Ma sbagliare la risposta dell’indovinello ha un prezzo molto alto, specie se l’enigma riguarda una delle pellicole slasher più famose e imitate di sempre.
Sulla scia del successo di Halloween, la notte delle streghe (1978) di Carpenter, il regista Sean S. Cunningham crea il mito di Jason, che con la sua maschera da portiere di hockey ci accompagnerà per ben nove film (l’ultimo del 2009) e una serie tv.
Ma se il povero e deforme ragazzone fa un uso improprio dell’ascia, la colpa è comunque da imputare a mamma Voshees. Perché l’assassino ti siede accanto, anche in famiglia.
Tipologia di mamma: Vendicativa e sanguinaria
Regalo gradito: Chiudere per sempre il campeggio Crystal Lake
La frase celebre: «Jason, mamma ti sta parlando. Jason, mamma ti sta parlando!»
Joan Crawford in «Mammina cara» (1981)
Mamme divine, ma non troppo. Il cinema attacca e distrugge i miti della sua âge d’or, offrendo un ritratto impietoso di Joan Crawford, una delle attrici più famose della Grande Hollywood del tempo che fu.
Da sempre consumata da una divorante ambizione, Lucille Fay LeSueur (questo il suo vero nome) una santa non è mai stata. Ma a squarciare definitivamente il velo sulla sua vita fu il libro- denuncia della figlia adottiva Christina, da cui il film è tratto.
Il titolo antifrastico è preludio di tutte le crudeli angherie che la diva rivolge ai figli, vittime innocenti delle non poche manie della vecchia Joan.
L’attrice Faye Dunaway interpreta così il lato oscuro dello star system, dove lo sporco non si butta, ma viene rimpiattato dalle care mammine sotto i loro costosissimi scendiletto.
Tipologia di mamma: Alcolista egocentrica e con la mania dell’ordine
Regalo gradito: Pelliccia, lucido per pavimenti e bourbon liscio
La frase celebre: «Niente grucce di ferro, che ci fanno le grucce di ferro in questo armadio, io te l’ho detto, no, perché, te l’ho detto, che ci fanno!»
Mamma Fratelli ne «I goonies» (1985)
Più che un film, un vero e proprio must per la generazione degli anni ’80. Nella piccola cittadina di Goon Docks (Oregon), un gruppo di ragazzi decide di mettersi sulle tracce del tesoro perduto del pirata Willy l’Orbo.
A inseguirli in questa rocambolesca ricerca la famigerata Banda Fratelli, gang italoamericana a conduzione familiare. Dove, neanche a dirlo, la cattivissima Mamma spadroneggia e umilia i figli tontarelli. E in modo assolutamenteesilarante.
Tipologia di mamma: Criminale pasticciona
Regalo gradito: Il tesoro di Willy l’Orbo
La frase celebre: «Dormi piccino sul ramo lassù, il vento soffia dondola tu, il ramo si spezza la culla cadrà…»
Marietta Fortune in «Cuore Selvaggio» (1990)
Ispirato dal Mago di Oz e dal romanzo omonimo di Barry Gifford, il regista David Lynch realizza un on the road completamente fuori dagli schemi. Al centro due amanti in fuga, ostacolati dalla madre di lei, pazza psicopatica avvolta da un alone fantastico.
Una Strega cattiva dell’Est che mal sopporta il proprio genero, cittadina ideale di “un mondo cattivo, senza pietà, che racchiude dentro di sé un cuore selvaggio”.
Tipologia di mamma: Suocera tirannica
Regalo gradito: Rossetto e scarpe nuove
La frase celebre: «Lo sai chi era quello. E lo sai che no, non lo vedrai mai più, fine della storia».
Beverly Sutphin in «La signora ammazzatutti» (1994)
Last but not least, terminiamo la classifica con uno dei personaggi più riusciti del cinema anni ’90. L’irriverente John Waters sbeffeggia il sogno americano, prendendosi gioco della classe media a partire da chi l’ha educata e cresciuta.
Più che una madre di famiglia, Beverly è una matrona con la mania del controllo assoluto e una personalità schizofrenica. Telefonate oscene alle vicine di casa, omicidi a colpi di cosciotto e violenze verso chiunque si metta contro la sua amata famigliola la porteranno fino in tribunale. Da dove uscirà come un’eroina.
Tipologia di mamma: Pluriomicida impenitente
Regalo gradito: Assoluzione completa
La frase celebre: «È la casa della signora testadicazzzo??».
articolo sui film tratto da http://www.teladoiofirenze.it/
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