Auguri anche a loro, Medea e Getrude di Amleto
«Di mamma ce n’è una sola», recita un antico detto che non invecchia mai. Per celebrare l’odierna ‘Festa della Mamma’ elenchiamo le 10 migliori e le peggiori mamme nella storia dell’arte e della fiction. Con tutto il rispetto per la maggioranza delle mamme, che continuano ad essere piene d’amore e d’affetto, è proprio la rassegna che celebra le madri snaturate ad apparire più interessante.
Nella classifica delle mamme “cattive” svettano su tutte due celebri figure letterarie del passato: Medea e Gertrude. La prima è forse il personaggio femminile più controverso di tutta la letteratura greca. Medea è presentata in diverse opere dell’antichità, ma la più famosa rimane l’omonima tragedia di Euripide. Innamoratasi perdutamente di Giasone, il condottiero degli Argonauti che si spingono fino in Colchide per recuperare il mitico ‘vello d’oro’, Medea aiuterà Giasone nella sua impresa e lo sposerà.
Ma dopo diversi anni sarà abbandonata dallo stesso Giasone e presa dalla disperazione, per vendicarsi dell’amore tradito, ucciderà i figli avuti con lui.
Gertrude è invece la madre di Amleto, protagonista della celebre tragedia shakespeariana: la donna solo un mese dopo la morte di suo marito, il re di Danimarca, sposa suo cognato Claudio, che precedentemente aveva ucciso con l’inganno proprio il padre di Amleto per impossessarsi del trono. Sebbene provi un autentico affetto materno per il figlio, Gertrude non capisce le sue ragione e gli antepone sempre il rapporto con il suo nuovo marito.
In classifica compaiono anche altri due personaggi letterari: la prima è Sophie Portnoy, madre di origine ebraica ossessiva e opprimente del protagonista di “Lamento di Portnoy”, romanzo estremamente comico di Philip Roth.
La seconda è Enid Lambert, la madre apprensiva dell’opera di Jonathan Franzen “Le correzioni”.
Naturalmente tra le mamme snaturate non potevano mancare famosi personaggi cinematografici.
Il più celebre è l’intramontabile Mrs Robinson interpretata da Anne Bancroft nel film “Il laureato”.
La donna è considerata una cattiva madre perché nella pellicola farà di tutto per ostacolare la relazione tra sua figlia e il giovane Benjamin Braddock che in passato era stato suo amante.
Dal cinema ricordiamo la mamma iperprottettiva di Pink, il protagonista del film onirico “Pink Floyd The Wall”, trasposizione cinematografica dell’omonimo album dei Pink Floyd, Margaret White, madre integralista cattolica che alla fine sarà uccisa da sua figlia nel film “Carrie, lo sguardo di Satana” di Brian de Palma, Joan Crawford, personaggio interpretato dall’attrice Faye Dunaway nel film biografico “Mammina cara” di Frank Perry, che racconta la storia di una leggendaria star cinematografica divisa tra il ruolo di attrice acclamata e madre tormentata.
In classifica compaiono anche un soggetto della fiction (la perfida Livia Soprano, madre dai metodi bruschi del gangster Tony, protagonista della fortunata fiction televisiva americana sulla famiglia mafiosa italo-americana) e uno dei cartoni animati (Mom, la donna d’affari dominatrice incontrastata della Terra che vuole ridurre l’umanità in schavitù, protagonista della serie d’animazione Futurama) .
LE MAMME BUONE
La classifica della mamme buone, sebbene meno intrigante, è piena di figure che sono rimaste nella memoria collettiva. Tra queste ricordiamo Rusty Dennis, l’intenso personaggio cinematografico interpretato da Cher. La cantante-attrice americana nella pellicola “Dietro la maschera” impersonifica una madre sbandata, ma piena d’amore che vive con un figlio affetto da leontiasi, una rarissima deformazione del cranio e del viso; quindi Iochebed, la madre di Mosé, che come raccontano le Sacre Scritture riuscì a salvare suo figlio dalla strage ordinata dal faraone e poi successivamente ad allevarlo come nutrice nei palazzi del sovrano; Hester Prynne, la madre coraggio nel romanzo “La lettera Scarlatta” dello scrittore americano Nathaniel Hawthorne, e infine la mitica Marge Simpson, protagonista della serie d’animazione “I Simpson”
Tratto dallo scritto di Francesco Tortora pubblicato sul Corriere della Sera il 10 maggio 2008