“Il mio cuore gronda sangue, ma era inevitabile, dovevamo adeguarci ai parametri dell’Unione Europea”.
Con queste parole il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha annunciato la nuova manovra economica portata avanti dal Ministro Giulio Tremonti e votata all’unanimità dal Consiglio dei Ministri.
Questa manovra rappresenterà un vero e proprio cambio di tendenza da parte della politica non solo del Governo, ma di Berlusconi stesso, che si è sempre vantato di “non aver mai messo le mani in tasca agli italiani”.
Ma una crisi mai completamente superata e il totale crollo dei mercati mondiali, hanno costretto l’esecutivo a portare avanti una riforma che farà piangere molti nei prossimi anni, soprattutto nel settore pubblico.
I tagli infatti saranno di circa 45,5 miliardi di euro, diluiti nei prossimi due anni, 20 nel 2012 e 25,5 nel 2013. Come previsto saranno anni difficili per i dipendenti pubblici, che non si vedranno recapitare per due anni l’indennità di buonuscita e inoltre dovranno assicurare la riduzione delle spese previste, altrimenti vedranno a forte rischio la propria tredicesima.
Ma c’è da scommettere che i punti che scateneranno pesanti polemiche, sono quelli riguardanti i tagli degli enti locali. Infatti è prevista una riduzione dei trasferimenti di circa 6 miliardi di euro, ma soprattutto saranno tagliate circa 54 mila poltrone, che porteranno ad una drastica riduzione delle provincie e dei comuni.
La manovra prevede l’accorpamento dei Comuni sotto i mille abitanti mentre le provincie saranno valutate in base al censimento di quest’anno. In Sicilia a forte rischio la futura esistenza delle Provincie di Caltanissetta ed Enna, mentre non è da escludere una riduzione dei parlamentari regionali.
Insomma dei tagli agli eccessi e agli sprechi della politica nazionale, spesso sbandierati in campagna elettorale non vi è traccia, e vengono invece colpiti enti locali troppe volte finiti sotto la lente d’ingrandimento per i costi di gestione troppo alti se proporzionati alla grandezza del territorio amministrato.
Non si sono fatti attendere i primi gridi di allarme da parte delle realtà locali sulla manovra, il primo ad alzare la voce è stato l’Assessore Regionale Mario Centorrino, che getta nuovi dubbi sui fondi FAS (circa 160 milioni di euro) stanziati meno di dieci giorni fa, per le zone alluvionate della provincia di Messina.
L’esponente della giunta Lombrado è stato rappresentante della Regione Sicilia all’incontro del Ministro con le Regioni ed enti locali, ed è sicuro che la manovra anti-crisi colpirà anche i fondi per Giampilieri, Scaletta e San Fratello “Il Ministro Tremonti ha prospettato i tagli dei Fondi FAS, destinati al risanamento del dissesto da rischio idrogeologico, questa manovra è da stato di guerra e non c’è alcun riferimento ai tagli alla politica nazionale ”. Parole dure quelle dell’Assessore Regionale che, se troveranno un futuro riscontro pratico, faranno aumentare il malcontento per una realtà, come quella degli alluvionati messinesi, troppo spesso passata in secondo piano agli occhi della politica nazionale con il rischio di scatenare una vera e propria guerra tra “sventurati” con altre zone d’Italia.
La manovra già firmata dal Capo dello Stato dovrà essere pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale” prima dell’approdo in Senato previsto per la settimana prossima.
antonio macauda