MARCO BELLOCCHIO – “Dottorando” a Messina e ospite al Festival Cinema & Opera
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MARCO BELLOCCHIO – “Dottorando” a Messina e ospite al Festival Cinema & Opera

– di Corrado Speziale –

Il grande regista giovedì mattina ha ricevuto il Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Scienze Cognitive all’Università di Messina. Pomeriggio, ospite al Messina Film Festival Cinema & Opera, nel corso di una sessione a lui dedicata, ha partecipato alla consegna del premio per miglior cortometraggio a tema vinto dalla giovane regista Maria Francesca Monsù Scolaro con il film Con-Divise.

Gli elogi di Bellocchio a Panzera e al festival: “Ha una sua originalità, vi auguro di poter farlo crescere. Non è un festival qualsiasi, unisce film e opera in una combinazione potenzialmente ricca”. Il suo operare con la musica nel cinema: “Cerco di riconoscermi la libertà di offrire a un compositore la musica di un film, ma anche di lasciare a me stesso la libertà di utilizzare musiche di repertorio”.

Addio al passato”, 2002; “Pagliacci”, 2016; “I pugni in tasca”, 1965; “Vincere”, 2009, quattro pellicole di Marco Bellocchio realizzate nell’arco di mezzo secolo, hanno arricchito il cartellone e caratterizzato l’eccellente pomeriggio cinematografico alla Sala Laudamo nell’ambito del Messina Film Festival Cinema & Opera, diretto da Ninni Panzera.

In mattinata, nell’aula Magna del Rettorato dell’Università di Messina, aveva avuto luogo la cerimonia di conferimento a Marco Bellocchio del Dottorato honoris causa in Scienze cognitive, curriculum teorie dei media e delle arti performative, offerto dal Dipartimento di scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali, su iniziativa dei docenti Federico Vitella e Francesco Parisi.

Nel pomeriggio, Bellocchio è stato ospite alla Sala Laudamo prima della proiezione del film I pugni in tasca, film d’esordio del regista, all’età di 26 anni. Il maestro è stato accolto da Ninni Panzera: “Ho il piacere, l’onore e anche l’emozione di presentare al Messina Film Festival Cinema e Opera, il maestro Marco Bellocchio”, ha esordito il direttore artistico. “Dottorando…”, precisa il regista, tra gli applausi.

La domanda di Panzera è sulla proiezione verso la contemporaneità del film del 1965. “Dopo tanti anni cosa ci dice ancora I pugni in tasca…?”

“Al di là dei costumi, vediamo un’Italia verosimile, ma anche quasi paesana, contadina, con i furori e gli scontri all’interno della famiglia, peraltro anche abbastanza inverosimilmente medio borghese. Chi l’ha già visto – ha proseguito Bellocchio – ma anche chi non era neppure nato, mi riferisco ai giovani, proverà ancora delle forti emozioni”. Con tutto ciò Bellocchio fissa dei paletti: “Io non credo nell’eternità, penso che le cose abbiano un inizio e una fine, però, evidentemente, c’è qualcosa dentro questo film che non riguarda soltanto una famiglia che probabilmente vive in una casa sull’Appennino emiliano…” Il giudizio di merito sulla scelta della direzione artistica: “Il film è molto coerente con il festival. Devo fare i complimenti a chi ha ideato e organizzato questo festival, perché ha una sua originalità. Vi auguro di poter farlo crescere. Non è un festival qualsiasi, unisce film e opera in una combinazione potenzialmente ricca”. Musica & film, riguardo I pugni in tasca: “C’è la musica di Ennio Morricone, ma il film ha un gran finale operistico, il protagonista si esalta su un’aria famosa della traviata di Verdi. Un esempio come la messa insieme di immagini e di musica non è per niente arbitraria o intellettualistica, ma produce una sua conclusione tragica, per cui quella musica è stata per me una bella idea”.

La successiva imbeccata del direttore artistico è sulla parte operistica del film Vincere, la proiezione ancora successiva. Per Bellocchio non c’è solo la lirica: “Quando ad operistica, in parte ci sono dei frammenti dell’Aida. In Vincere, più che la musica lirica italiana, c’è la grande musica di Šostakovič e altri autori più moderni, la musica originale di Carlo Crivelli, che è un grande compositore”. Il suo operare con la musica nel cinema: “Io cerco di riconoscermi la libertà di offrire a un compositore la musica di un film, ma anche di lasciare a me stesso la libertà di utilizzare musiche di repertorio”.

Alla fine del breve colloquio con il regista è stato consegnato il premio al miglior cortometraggio a tema in concorso. Marco Dentici, presidente della giuria composta con Elvira Terranova e Eugenio Tassitano, ha letto il verdetto per il riconoscimento andato alla giovane regista Maria Francesca Monsù Scolaro, per il suo corto Con-Divise, con una motivazione essenziale, sufficiente ad inquadrare la qualità dell’opera, che “si distingue per un linguaggio cinematografico efficace ed emotivamente coinvolgente grazie anche ad un sapiente utilizzo della musica”. La regista: “Ringrazio il Festival e la giuria per questa opportunità. Non credo sia stato un compito semplice, perché c’erano cinque lavori molto diversi, ciascuno con la propria tematica anche se accomunati dallo stesso argomento. Per noi è stata una sfida. Io solitamente realizzo documentari, ma senza usare la musica. Per me è stata una nuova scoperta. Sono fiera che sia rinato questo festival a Messina, con questa tematica ben specifica, che vede l’unione di due arti, il cinema e l’opera lirica, e sono fiera d’aver partecipato con un film che aveva come argomento l’arte. Spero sia arrivato il messaggio. L’arte a volte può essere terapeutica, ci aiuta a sublimare un dolore, magari non a superalo, ma in qualche modo ad elaborarlo”. Marco Dentici ha poi letto le motivazioni per il riconoscimento al cortometraggio Otello. 3 di Walter Corda, meritevole di menzione per “il valore delle varie componenti la messinscena e l’apprezzabile tono dissacratorio che fa comunque riflettere su una piaga sociale come il femminicidio”.

In un momento come questo, un tema che non può passare in secondo piano.

8 Dicembre 2023

Autore:

redazione


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