Durante il consiglio provinciale tenutosi ieri mattina a Palazzo dei Leoni, il consigliere Massimiliano Branca, appartenente al gruppo Gioventù della Libertà, ha chiesto d’intervenire per dare rilievo ai problemi di reati ambientali in Provincia di Messina. Il consigliere, infatti, rifacendosi ai dati resi noti negli scorsi giorni dal rapporto “Ecomafia 2009, storie e numeri della criminalitàambientaleâ€Â(documento realizzato dall’Osservatorio ambiente e legalitàdi Legambiente) ha sottolineato che, degli accertati 25.776 reati ambientali commessi in Italia nel 2008, 2.788 illeciti sono stati realizzati in Sicilia, l’equivalente cioè del 10,8% sul totale nazionale; risultando in tal modo la Sicilia, la terza regione dopo la Campania e la Calabria. La provincia più colpita sarebbe Palermo, seguita da Messina e Catania. Il business del cemento si posiziona nell’Isola come prima emergenza ambientale. Non va meglio con il ciclo dei rifiuti. Anche in questo caso Palermo è la provincia più colpita, seguita a ruota da Messina e al terzo posto da Trapani. La presentazione del rapporto con i suoi dati poco confortanti è stata considerata un’importante e valida occasione per parlare dell’esigenza di accelerare l’iter per l’approvazione della nuova legge sui reati ambientali- ha osservato il consigliere- che ha, quindi, chiesto come l’ente Provincia intenda operare per far fronte a tale emergenza, considerato il nostro poco ammirevole primato; ha inoltre chiesto, con una nota rivolta all’Assessore provinciale all’Ambiente ed al Presidente della Provincia, di rendersi portavoce presso l’Assessorato Regionale all’Ambiente al fine di fare chiarezza sulla competenza in materia di monitoraggio ambientale, precisando se la stessa sia da attribuire all’Arpa o all’Ente Provincia.
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