Per l’ex deputato nazionale di Forza Italia attualmente in stato di detenzione nel carcere di Brooklyn e che è stato condannato il 15 settembre scorso a 4 anni di reclusione con l’accusa di traffico internazionale di armi, resta la speranza di scontare quel che resta della pena, 27 mesi visto quanto già trascorso dietro le sbarre, in Italia. La sua lettera.
La lettera del manager-politico orlandino.
“Sono soddisfatto della decisione del giudice Abrams, 48 mesi che con il tempo a mio favore della buona condotta sono circa 39 mesi.
E’ stata una giornata dura, alleviata dalle parole di apprezzamento da parte del Procuratore del caso, Ilan Graff e anche dal giudice Ronnie Abrams, che nel giudicarmi hanno tenuto conto della mia buona condotta nel mondo libero prima del mio arresto grazie alle tantissime lettere ricevute dai miei amici, parenti, colleghi politici, CGIE e imprenditori.
E’ stata una ingenua leggerezza per la quale dovevo necessariamente pagare un prezzo, pensate al fatto che l’ufficio di sorveglianza aveva proposto “l’ergastolo”, sono stati bravi i miei legali Calvin H. Scholar e Alessandra De Blasio a far diminuire con una strategia legale unica la differenza tra l’ergastolo e 4 anni, aiutati anche dall’ottima relazione a mio favore, ripeto ancora una volta, del Procuratore Ilan Graff che ha giocato un ruolo importante durante l’intero percorso.
Vi ricordo che un anno fa già l’avvocato Calvin H. Scholar era riuscito a rompere il minimo mandatario che era pari a 15 anni e portando la partita da zero anni e non più cominciando da 15 (mi permetto di ricordarvi che quando sono arrivato negli USA la mia pena prevista era minimo 15 anni ad un massimo dell’ergastolo).
Da oggi cercherò di farmi forza per altri 18 mesi, con umiltà e con la speranza di poter scontare parte della pena in Italia, per poter stare vicino ai miei figli che non vedo da 21 mesi.
E’ stata importante la presenza dei miei genitori in aula del tribunale, come quella dei diplomatici del Consolato Generale d’Italia a New York.
Permettetemi di ringraziare l’Ambasciatore d’Italia in Montenegro e il Consolato Generale d’Italia a New York per la loro amabilità e attenzione verso la mia persona durante tutto il periodo. Mi dispiace non poter riabbracciare i miei bambini Azzurra, Panayiotis e Maxima insieme ai miei genitori e alla donna che amo, per altri 18 mesi che rappresentano per me la mia vita…ma con l’aiuto di Dio, dell’Italia e degli Stati Uniti potranno essere solo 7…io ci credo!”.
Romagnoli, che a capo d’Orlando aveva conquistato credito e amicizie, oggi collaboratore di giustizia è stato condannato a 4 anni di reclusione con l’accusa di traffico internazionale di armi dal governo americano.
Solo grazie alla collaborazione con il Tribunale, ha evitato una pena ben piu’ grave.
Ha infatti accettato di testimoniare contro Virgilio Flaviu Georgescu, il rumeno principale imputato di traffico di armi internazionali.
Romagnoli risulta coinvolto nell’operazione di vendita di armi al gruppo Farc della Colombia che gli USA considerano nucleo terrorista in “guerra” contro l’America.
Massimo Romagnoli era stato arrestato il 18 dicembre 2014 a Podgorica (in Montenegro) dalla Dea americana . Attualmente è richiuso nel carcere di Brooklyn Mdc dopo un periodo trascorso al Correctional Center di Manhattan.
Ad incastrarlo sono stati agenti della Dea, che sotto copertura, spacciandosi per attivisti della Farc, le Forze armate rivoluzionarie colombiane, avrebbero condotto le trattativa di acquisto delle armi.
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