Storie assurde. Pubblichiamo una serie di immagini forti, di cani morti in malo modo, per far nascere sdegno, esortare alle denuncia perchè non è possibile che nessuno sappia o visto nulla. Solo dei bastardi. feccia umana, possono attuare questo massacro, utilizzando povere bestie, per azioni che poco hanno di civile e umano.
Questa mattina l’amara sorpresa di chi, all’interno della sua proprietà privata, ha trovato i suoi cani avvelenati.
3 trovati già morti e 1 con forti sintomi d’avvelenamento, evidenti i sintomi tra bava, convulsioni ed escrementi verdi. Un’altro è introvabile.
Scattano le indagini per risalire all’autore del gesto.
A Capo d’Orlando invece, un cane senza padrone e le attenzioni che gli regala una ragazza fanno scattare una vera e propria controversia mettendo in evidenza quella cosiddetta “zona grigia” dove enti locali, privati, mancanza di fondi e di adeguati canili comprensoriali, ci si inoltra quando ci si ritrovata davanti a cani, senza padroni ne microchip.
La sua storia si legge in un post su facebook ed alla fine l’autrice si chiede anche:”io che aiuto un randagio vengo accusata e mi viene intimato di non farlo da un condominio (e per carità posso capirlo visto che il giardino è proprietà privata) e allo stesso tempo, io che trovo un randagio, devo farmene carico perché non si può fare altrimenti?”
Bella domanda.
Poi fortunatamente la storia si è risolta bene per il cane… che ha trovato casa e padrone.
Ma resta ugualmente la domanda.. che fare in occasioni simili? A chi chiamare?
Ovviamente il cuore non permette di voltarsi dall’altra parte con il rischio di trovarsi impelagati tra burocrazia e possibili denunce.
E fa molto male notare il vuoto legislativo, l’assenza di strutture, ma anche le tristi storie di abbandoni.
Un cane domenica si è palesato nel giardino del condominio in cui vivo. Per 5 giorni gli ho dato da mangiare e da bere, gli ho messo delle coperte, per creare un giaciglio caldo in cui dormire.
E’ sicuramente un cane abbandonato perché non ha nemmeno il microchip.
Oggi l’amministratore del condominio ha suonato alla mia porta, vietandomi di mettere ciotole, coperte e quant’altro. “E’ suo il cane? No. E le ciotole chi le ha messe? Io. E perché?” Che domanda del cazzo è?!
“Deve togliere immediatamente tutto”.
Con che cuore dovrei farlo? Eppure devo.
C’è poco da pensare.
Vado dal cane, gli tolgo acqua, coperta e ciotola. “Cosi magari il cane se va”..si, magari a sfranticarsi su una macchina in corsa, penso io. E che bello poi toglierle le poche cose che le ho messo, per dare un minimo di accoglienza.
Non siamo bravi ad accogliere un cane, figuriamoci le persone.
CHE SCHIFO.
Malgrado questo sia un condominio in cui i gatti randagi non mancano. Ma per questo mi lamenterò io in seguito, proprio con l’amministratore del condominio.
Ora.
I vigili hanno fatto l’accertamento. Non ci sono rifugi, canili, volontari che possano interessarsi in prima persona alla cosa.
[…] E capisco che i randagi siano tanti, ma…
Mi chiedo: è possibile mai che chi trova un cane debba farsi carico di tutto, solo perché ha un cuore?
O meglio, formulo meglio: io che aiuto un randagio vengo accusata e mi viene intimato di non farlo da un condominio (e per carità posso capirlo visto che il giardino è proprietà privata) e allo stesso tempo, io che trovo un randagio, devo farmene carico perché non si può fare altrimenti?
Io non posso permettermi di avere un altro cane.
Quindi, che cazzo dovrei fare?
Ditemi voi.
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