MELO MAFALI – Al duomo di Messina, l’ultimo abbraccio sulle note di Bach
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MELO MAFALI – Al duomo di Messina, l’ultimo abbraccio sulle note di Bach

– di Corrado Speziale –

Mons. La Speme: “Il suo talento, un dono di Dio”.

Messina ha dato l’ultimo saluto ieri pomeriggio in cattedrale al pianista Melo Mafali, scomparso in Ungheria lo scorso 29 novembre. Colleghi musicisti, addetti ai lavori, appassionati e soprattutto gli amici più cari, hanno voluto stringersi intorno alla moglie del musicista, conosciuto e apprezzato per le sue straordinarie doti umane e artistiche. Il rito funebre è stato officiato da mons. Giuseppe La Speme. Nel corso della celebrazione e all’uscita della bara, dall’organo sono stati intonati brani di J.S. Bach, di cui Melo Mafali era grande cultore.

Carmelo continua ad essere in un certo senso immortale…”. Queste parole, pronunciate dal delegato per la Basilica Cattedrale di Messina, mons. Giuseppe La Speme, resteranno indelebili nei ricordi della gente che ha conosciuto e apprezzato il grande musicista messinese scomparso improvvisamente in Ungheria lo scorso 29 novembre. “Immortale”, come la sua musica; come il suo entusiasmo, il talento, la smisurata voglia di ricerca per cui si è sempre contraddistinto e per questo resteranno nei ricordi di tutti.

Così come resterà nei ricordi, con tanta commozione, la Toccata e fuga in Re minore di J. S. Bach, “esplosa” dall’organo in tutto il suo vigore alla fine della celebrazione, durante il percorso d’uscita della bara dalla cattedrale. Nel corso della celebrazione, sempre a Bach era stato destinato uno spazio, tra l’altro, con l’Aria sulla quarta corda. Melo Mafali adorava Bach, ne era un grande cultore e del compositore tedesco ne aveva fatto una delle sue fonti di ispirazione. E non a caso, alla stessa fonte aveva tanto attinto il suo amato Keith Emerson. Per Melo Mafali la musica non aveva confini. Così, ci si ritrova a commentare un funerale partendo proprio dalla musica, e di questo ne siamo certi: Melo ne sarà contento.

Qualità umane inscindibili da quelle artistiche: il celebrante, mons. Giuseppe La Speme, riferendosi al profilo del musicista, proprio per le sue straordinarie doti, lo ha avvicinato al rapporto con Dio: “Carmelo, un grande maestro che ha risposto ad una chiamata particolare con tutta la sua vita e il suo impegno”. Il dono: “Ringraziamo il Signore, che ha immesso in questa creatura tale talento, affidandoglielo, come affida i talenti a tutti noi, perché siano coltivati e messi a frutto”. Il sentimento di gratitudine verso il musicista: “Il nostro grazie va a Carmelo, che nel suo cammino, sentendo dentro di sé germogliare questo talento, lo ha portato all’espressione del frutto, ossia alla capacità di vivere l’arte della musica nella composizione, nell’esecuzione, nell’essere un grande pianista e portare fuori da questo suo luogo natale la bellezza della musica, riflesso della bellezza di Dio. Per questo Messina lo ringrazia, insieme a tutti noi”. Il conforto: “Oggi non diamo l’addio al nostro Carmelo. Siamo credenti, cristiani con la nostra fede. A maggior ragione, Carmelo continua ad essere in un certo senso immortale. Continua ad essere vivo e presente nelle sue composizioni, nelle sue note non gettate sul rigo musicale, ma scritte per imprimere certe melodie dell’anima, che trasmettono un’espressione interiore che continuerà a gridare, a fare eco, a raggiungere il cuore dell’uomo. Carmelo continua a dialogare con tutti noi per mezzo della sua musica”.

14 Dicembre 2021

Autore:

redazione


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