MEMENTO – Bent Parodi
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MEMENTO – Bent Parodi

16 dicembre 2009 / 16 dicembre 2020

«E’ stupido avere paura della morte perché quando ci sono io la morte non c’è, quando c’è la morte non ci sono io. » (Bent Parodi)
Il 16 dicembre del 2009 Bent Parodi di Belsito, Presidente storico della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, lasciava il suo corpo fisico.
Ricordando questo “passaggio” è naturale rammentarlo.
Rammentare anche l’esempio che ci ha lasciato: quello di vivere la Tradizione nel presente e in ogni istante.
Nonostante il tempo trascorso la presenza di Bent Parodi è ancora palpabile.
Una presenza avvertita nel ricordo, nello scoprire la sua lungimiranza, nei segni tangibili del suo dire che ancora riecheggia nella mente di chi lo ascoltava. Parole, gesti, racconti, intuizioni, che spaziavano dall’immenso culturale al “quotidiano” e che ne tracciano un romanzo o una fotografia, se preferite, a più strati di un uomo profondamente umano, un giornalista fermamente convinto della bell’arte dello scrivere e del raccontare, di un iniziato.

«Era un aristocratico – ha detto parlandone l’avvocato Andrea Pruiti Ciarello, amico e oggi presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella – ma non solo per il titolo di Duca di Belsito ereditato. Faceva parte dell’aristocrazia dello spirito, conosceva la sintesi delle varie religioni e per questo le abbracciava tutte definendosi pagano, ribaltando il senso di una parola che ai più suona con valore dispregiativo».

Bent Parodi oggi riposa all’interno della cappella della Famiglia Piccolo e sulla sua tomba c’è anche il volume Trattato di Storia delle religioni di Mircea Eliade.

Parodi, danese di nascita, era una persona particolarmente erudita, cresciuto in un ambiente multiculturale, parente di quel Hans Christian Andersen, celebre per le sue fiabe, sviluppò un forte rapporto con l’autore del Gattopardo Giuseppe Tomasi di Lampedusa che frequentava la casa del padre, a Palermo, con i fratelli Casimiro e Lucio Piccolo, con Raniero Alliata di Pietratagliata, suo maestro, che raccontò nell’unico suo romanzo pubblicato: Il Principe Mago.

Quando divenne presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, in anni difficili, a Palermo, puntò tutto sulla formazione che, giustamente credeva, “sarebbe stata la credibilità delle nuove leve»
Sapeva aggregare, era curioso e alla curiosità degli altri rispondeva regalando libri senza volere cercare adepti o tifosi, nè applausi, ma instillando il germe della conoscenza nel prossimo. E ci riusciva sempre.

 

 

 

Dei suoi saggi, invece, ci restano moltissime testimonianze  e uno di questi gli valse anche il premio internazionale Nietzsche per la filosofia nel 1980.

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Le Opere.. per leggere Bent

Tra i suoi libri, si ricordano:
Akenaton la religione del sole (Palumbo, Palermo 1982);
Nietzsche (Patron, Bologna 1984);
Gli scarabei egizi in Sicilia (Fardelliana, Trapani 1984);
La parola svelata(Ila Palma, Palermo 1985);
Il Principe mago (Sellerio, Palermo 1986; versione Integrale, Capo d’Orlando 2002);
L’iniziazione (Pungitopo, Patti 1986; Moggi, Roma 2002);
Architettura e mito (Pungitopo, Patti 1987; Mimesis, Milano 2006);
Il mito dell’amore (Ediprint, Siracusa 1991);
Oltre lo zero (Pungitopo, Patti 1992);
Miti e storie della Sicilia antica (Moretti & Vitali, Bergamo 2005);
La tradizione solare nell’antico Egitto (Ashram Vidya, Roma 2005);
L’avventura della vita (Armando Siciliano, Messina 2005);
Cognomi siciliani (Armando Siciliano, Messina 2005);
Dizionario dei nomi (Armando Siciliano, Messina 2008).

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17 Dicembre 2020

Autore:

redazione


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