«E’ stupido avere paura della morte perché quando ci sono io la morte non c’è, quando c’è la morte non ci sono io. » (Bent Parodi)
«Era un aristocratico – ha detto parlandone l’avvocato Andrea Pruiti Ciarello, amico e oggi presidente della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella – ma non solo per il titolo di Duca di Belsito ereditato. Faceva parte dell’aristocrazia dello spirito, conosceva la sintesi delle varie religioni e per questo le abbracciava tutte definendosi pagano, ribaltando il senso di una parola che ai più suona con valore dispregiativo».
Bent Parodi oggi riposa all’interno della cappella della Famiglia Piccolo e sulla sua tomba c’è anche il volume Trattato di Storia delle religioni di Mircea Eliade.
Parodi, danese di nascita, era una persona particolarmente erudita, cresciuto in un ambiente multiculturale, parente di quel Hans Christian Andersen, celebre per le sue fiabe, sviluppò un forte rapporto con l’autore del Gattopardo Giuseppe Tomasi di Lampedusa che frequentava la casa del padre, a Palermo, con i fratelli Casimiro e Lucio Piccolo, con Raniero Alliata di Pietratagliata, suo maestro, che raccontò nell’unico suo romanzo pubblicato: Il Principe Mago.
Dei suoi saggi, invece, ci restano moltissime testimonianze e uno di questi gli valse anche il premio internazionale Nietzsche per la filosofia nel 1980.
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