37 anni fa muore, nel sogno di un’Irlanda libera, dopo 66 giorni di sciopero della fame il comandante dei prigionieri dell’Ira nel carcere di Maze, Bobby Sands, da un mese eletto in parlamento. La lotta continuerà fino al 3 ottobre con altri nove prigionieri che cadranno per la libertà dell’Irlanda del Nord contro l’odioso dominio inglese. Solo dopo la fine dello sciopero il governo britannico cederà su molte richieste dei combattenti repubblicani. Una storia vergognosamente dimenticata.
Bobby era membro dell’IRA (Irish Republican Army) ma non sparò mai un solo colpo contro nessuno.
Ma questo poco importò.
Gli Inglesi, in preda alla ferocia più dura contro gli Irlandesi, lo fecero prima arrestare senza alcuno straccio di prova e a seguire imprigionare (con condanna a 14 anni) nei temutissimi Blocchi H, veri e propri lager di fabbricazione britannica.
A quel punto dopo innumerevoli proteste per ottenere il riconoscimento dello status di prigioniero politico, Bobby intraprese la strada più difficile dando inizio ad uno sciopero della fame che lo avrebbe alla fine portato alla morte.
Spirò il 5 maggio del 1981 nell’ospedale delle carceri inglese mentre stringeva tra le mani una croce d’oro cristiana, dono inviatogli del Papa di Roma.
BOBBY SANDS si battè e morì per la libertà del suo popolo.
Quest’anno, come ogni anno, il 5 maggio gli Irlandesi marceranno in corteo a Belfast per celebrare il loro martire. Ancora una volta, per sempre.
FRASI CELEBRI
“Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all’indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata”
“Non c’è nulla nell’intero arsenale militare inglese che riesca ad annientare la resistenza di un prigioniero politico repubblicano che non vuole cedere; non possono e non potranno mai uccidere il nostro spirito.”
« Tiocfaidh ár lá » (GAELICO)
« Il nostro giorno verrà »(ITALIANO)
(Nelle carceri britanniche i militanti dell’IRA utilizzavano il gaelico per parlare tra loro, perchè la lingua celtica era sconosciuta agli Inglesi)
BIOGRAFIA
Bobby Sands, vero nome Robert Gerard Sands, in irlandese Roibeard Gearóid Ó Seachnasaigh, (Belfast, 9 marzo 1954 – Long Kesh, 5 maggio 1981), è stato un attivista nordirlandese. Morì durante lo sciopero della fame del 1981, nella prigione di Long Kesh, conosciuta col nome di Maze, nei pressi di Lisburn.
Nato ad Abbots Cross, sobborgo settentrionale di Belfast e cresciuto nel quartiere a maggioranza protestante di Rathcoole, si trasferì diverse volte con la sua famiglia a causa delle costanti intimidazioni subite dai lealisti protestanti, nonostante non sia stato mai chiaro se i Sands fossero cattolici, dato che il loro cognome deriva dal nonno paterno di Bobby, che era protestante. Di certo vi è il fatto che Bobby Sands fosse profondamente cattolico; lasciata la scuola infatti egli divenne un apprendista capo cantiere, finché non fu costretto ad abbandonare, per le minacce dei lealisti.
Nel 1972, all’apice dei tumulti aderì al PIRA (Provisional Irish Republican Army), e divenne membro del Primo Battaglione della Brigata Belfast ma nello stesso anno venne arrestato e rimase in carcere senza processo fino al 1976.
L’ala “Provisional” dell’IRA, indubbiamente la più forte del movimento, si differenziava dalle altre correnti repubblicane irlandesi per la sua contrarietà alle idee marxiste e la sua forte caratterizzazione cattolica.
Al suo rilascio Bobby Sands fece ritorno in famiglia, a Twinbrook nella parte ovest di Belfast, dove divenne un attivista della comunità. Era fuori di prigione da solo un anno quando venne nuovamente arrestato.
Anche se le accuse più gravi a suo carico vennero lasciate cadere, venne processato per possesso di armi da fuoco (lui e altri quattro erano in una autovettura nella quale venne rinvenuta una pistola) nel settembre 1977 e condannato a 14 anni di carcere.
Sands scontò la pena nel carcere di Long Kesh, ribattezzato dagli inglesi Maze, dopo che era stata costruita la parte nuova del carcere, costituita da 8 edifici a forma di H, che divennero tristemente noti come H-Blocks, “Blocchi H”.
In prigione Sands divenne uno scrittore di giornalismo e poesia, i cui articoli, scritti su pezzi di carta igienica e fatti uscire dal carcere con numerosi stratagemmi, vennero pubblicati dal giornale repubblicano An Phoblacht-Republican News. All’inizio dello sciopero della fame del 1980 Sands, già PRO (Public Relations Officer) dei detenuti, venne scelto come OC (Officer Commanding), ufficiale comandante dei prigionieri dell’IRA a Long Kesh.
I prigionieri dell’IRA avevano organizzato una serie di proteste per cercare di riottenere lo status di prigionieri politici che gli inglesi avevano abolito per tutti i crimini commessi dopo il 1º marzo 1976, e non essere soggetti alle normali regole carcerarie.
Queste iniziarono con la blanket protest (“protesta delle coperte”) nel 1976, quando i prigionieri si rifiutarono di indossare le uniformi e indossavano solamente una coperta.
Nel 1978 i detenuti iniziarono la dirty protest (“protesta dello sporco” ),escalation della protesta, che vide i prigionieri vivere nello squallore.
Essi spalmavano gli escrementi sui muri delle celle e buttavano l’ urina sotto le porte, poiché venivano picchiati duramente dai secondini quando lasciavano le celle per andare al bagno. Dopo più di 4 anni di vita in condizioni disumane, i detenuti decisero di risolvere la questione una volta per tutte e il 27 ottobre 1980 iniziarono il primo sciopero della fame.
Guidati da Brendan Hughes, OC dei detenuti dell’IRA, sette detenuti (6 dell’IRA e 1 dell’INLA) digiunarono per 53 giorni fino al 18 dicembre, quando, con uno di loro (Sean McKenna) in fin di vita, decisero di terminare il digiuno sulla base di indefinite promesse del governo britannico che, una volta finito lo sciopero, non mise in pratica i cambiamenti annunciati nel regime carcerario.
Il secondo sciopero della fame iniziò quando Sands, diventato OC al posto di Hughes all’inizio del primo sciopero, rifiutò il cibo il 1º marzo 1981.
Sands decise che gli altri prigionieri avrebbero dovuto unirsi allo sciopero ad intervalli regolari, allo scopo di aumentare l’impatto “pubblicitario”, con i prigionieri che peggioravano costantemente e morivano su un arco di molti mesi.
Poco dopo l’inizio dello sciopero, Frank Maguire, membro del parlamento britannico per Fermanagh-South Tyrone (un repubblicano irlandese indipendente) morì e si svolse un’elezione suppletiva. Sands venne nominato come candidato anti-H-Block, e vinse il seggio il 9 aprile 1981 con 30.492 voti, contro i 29.046 del candidato dell’Ulster Unionist Party (UUP) Harry West. Il Governo britannico cambiò la legge poco dopo, introducendo il Representation of the People Act.
Questo proibiva ai prigionieri di partecipare alle elezioni, e richiedeva un periodo di cinque anni dal termine della pena, prima che un ex detenuto potesse candidarsi.
Tre settimane dopo, Sands morì di inedia nell’ospedale della prigione, dopo 66 giorni di sciopero della fame. Egli spirò mentre stringeva tra le mani una croce d’oro cristiana, inviatagli in dono da Papa Giovanni Paolo II qualche giorno prima: il gesto, per il suo valore simbolico, fu pesantissimo e l’Inghilterra non perdonò mai alla Chiesa Cattolica di avere, a suo dire, legittimato un “terrorista” dell’IRA.
Intanto l’annuncio della sua morte diede il via a diversi giorni di rivolta nelle zone nazionaliste dell’Irlanda del Nord. Oltre 100.000 persone si schierarono lungo il percorso del suo funerale, dalla casa di Sands a Twinbrook, West Belfast, fino al cimitero cattolico di Milltown, dove sono sepolti tutti i volunteers dell’IRA di Belfast. Sands fu membro del Parlamento di Westminster per venticinque giorni — uno dei mandati più brevi della storia.
Lasciò i genitori, i fratelli (una sorella, Bernadette, era all’epoca latitante nell’Eire e avrebbe poi sposato Michael McKevitt, Quartiermastro Generale della Provisional IRA che, nel 1996, in disaccordo con la strategia del processo di pace elaborata da Gerry Adams e Martin McGuinness, aveva lasciato l’organizzazione per dare vita, con altri dissidenti, alla Real IRA, responsabile nel 1998 della strage di Omagh) e un figlio piccolo, Gerard, nato dal suo matrimonio che era finito durante il suo secondo periodo in carcere.
Altri nove uomini (6 dell’IRA e 3 dell’INLA) morirono dopo Bobby Sands tra maggio e agosto del 1981. Gran parte dei repubblicani irlandesi e dei simpatizzanti dell’IRA guardarono a Sands e agli altri nove come a dei martiri che resistettero all’intransigenza del governo britannico e molti nazionalisti irlandesi che disapprovavano l’IRA furono scandalizzati dalla posizione del governo britannico.
La copertura mediatica che circondò la morte di Bobby produsse un nuovo flusso di attività dell’IRA, che ottenne molti nuovi membri e incrementò la sua capacità di raccogliere finanziamenti. Molte persone si sentirono spinte ad aiutare a spezzare la connessione britannica aiutando l’IRA, non vedendo altre opzioni dato l’atteggiamento intransigente dei politici britannici nei confronti dell’Irlanda. I numerosi successi elettorali conseguiti durante lo sciopero spinsero il movimento repubblicano a muoversi verso la politica, e indirettamente spianarono la strada all’Accordo del Venerdì Santo e al successo elettorale del Sinn Féin molti anni dopo.
Bobby Sands scrisse un libro in cui narra l’inferno del carcere e la tragedia dell’Irlanda in lotta intitolato “Un giorno della mia vita”.
Estremamente significativa è la frase che pronuncio’ Bobby Sands riferendosi agli anni della sua adolescenza: “Ero soltanto un ragazzo della working class proveniente da un ghetto nazionalista, ma è la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà. Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio paese, fino a che l’Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista”.
I funerali di Bobby Sands. Più di 100 000 persone seguirono il feretro in corteo.
Film su IRA e Questione irlandese
La lunga e sanguinosa lotta dell’IRA (Irish Republican Army) per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord ha una storia drammatica che affonda le radici all’alba del ‘900 e si trascina irrisolta fino al presente. Molte pellicole hanno raccontato le complesse vicende delle popolazioni e dei militanti, rappresentati (a seconda dei punti di vista) come eroi o terroristi. La maggior parte delle pellicole (come il magnifico Nel nome del padre, Bloody Sunday e il recente ’71) sono ambientate negli anni ’70 e ’80, periodo in cui l’esercito indipendentista e i militanti filo-inglesi si scontrarono violentemente in una guerra civile che provocò migliaia di vittime.
2017 -The Foreigner
2017 – Free Fire
2017 – Il viaggio (The Journey)
2014 – ’71
2012 – Doppio gioco
2009 – L’ombra della vendetta
2008- Fifty Dead Men Walking
2008- Hunger
2006 – Johnny Was
2006 – Il vento che accarezza l’erba
2005 – Breakfast on Pluto
2005 – Il silenzio dell’allodola
2004- Omagh
2002- Bloody Sunday
2000- Il ragazzo di Borstal
1998 – Titanic Town
1998- The General
1997 – The Boxer
1997- The IRA Informant
1997 – L’ombra del diavolo
1997- I.R.A. Un Gesto Estremo
1996 – Una scelta d’amore
1996 – Michael Collins
1994 – Blown Away – follia esplosiva
1993 – Nel nome del padre
1992 – La moglie del soldato
1992 – Giochi di potere
1990 – L’agenda nascosta
1987 -Una preghiera per morire
1984 – Cal
1980 – Il giorno del venerdì santo
1976 – …E la notte si tinse di sangue
1975 – Il giorno più lungo di Scotland Yard
1965 – Il magnifico irlandese Young Cassidy
1959 – Il fronte della violenza
1947 – Fuggiasco
1935 – Il traditore
La questione Irlandese al Cinema – “Jimmy’s Hall” & “’71”