Cronaca

MEMORIA – A 15 anni dalla morte di don Vincenzo

Spirito indipendente, innato senso dell’imprenditoria, quella fatta in casa, una storia, la sua, che sembra il cliché di tanti film di successo. A Brolo è giusto ricordarlo così

Vincenzo Agnello oggi avrebbe avuto 91 anni, ma è morto 15 anni fa.

Una vita dedicata al lavoro, a costruire posti di lavoro, a fare impresa, in tempi non sospetti, praticamente senza scuole importanti alle spalle, men che mai lauree né in ingegneria né in marketing strategico, ma semplicemente quelle acquisite sulla “strada e nella vita”. Pronto a tenere “in grembo” una classe di geometri e capo-cantieri che poi avrebbero continuato a far “impresa” a Brolo e dintorni. Era la fine degli anni ’50 quando iscrisse al registro delle imprese edili di Messina la sua prima azienda, trasformandola, mano a mano che arrivavano appalti e commesse, infine in una spa. Un’impresa che arrivò ad avere oltre 700 dipendenti, cambiando le sorti di tante famiglie, la fisionomia politica del paese, il suo sviluppo urbanistico.

una vita dedicata al lavoro

“Un esempio per tutti”, così lo definì in un messaggio l’amministrazione comunale, festeggiando il suo compleanno il 5 agosto del 2008. E non aveva torto.

“Don Vincenzo”

Lo chiamavano tutti così, è stato l’uomo che più di tutti, a cavallo degli anni settanta e ottanta, ma forse da sempre, ha incarnato la figura dell’imprenditoria brolese, quella legata al territorio, dall’aria bonaria e senza arroganze. In maniera semplice come lo era lui. Di fatto fu il primo.

In un gesto, quegli auguri dell’amministrazione del tempo, sintetizzavano l’apprezzamento, la stima che si raccoglieva, da parte di un’intera comunità estesa anche oltre i confini di Brolo, intorno a questo uomo-simbolo.

una “piazza” mai giunta

A 15 anni dalla sua morte, la sera del 20 ottobre 2008, a Brolo si pensato più volte a dedicargli una piazza. Una cosa, quest’intitolazione, promessa anche nei comizi elettorali recenti. Quindi avvertita e ritenuta giusta da molti. Un gesto importante, necessario, a memoria e per la memoria di un paese che spesso l’ha corta, che dimentica facilmente anche quando non dovrebbe.

La storia di Vincenzo Agnello è una storia, che sembra il cliché di un film di successo.

Venuto praticamente dal nulla, trasforma la forza delle sue braccia, la tenacia e la caparbietà che l’hanno contraddistinto sempre, in un’impresa che nel momento clou, all’apice della sua espansione, negli anni ottanta, anche con la realizzazione “dell’impianto” – tra cave e asfalti – da lavoro a centinai di operai, a tecnici a professionisti e che genera un indotto vastissimo. Crea quel benessere che porta Brolo su una pista di lancio dalla quale ancora oggi raccoglie successi.

Uno sviluppo rapido, imperioso che si aggancia e viene affiancato da quello portato allora dall’arrivo dei cantieri autostradali. Una crescita che ammanta Brolo, e che cambia, se ne voglia o meno, nel bene e nel male, soprattutto sotto il profilo urbanistico – il volto del paese.

Era grande la voglia di costruirsi una casa e ora c’erano soldi e stipendi per farlo. Così Brolo si espanse anche se lo fece in maniera confusa, arruffata, e oggi ne paga le conseguenze. Ma erano quelli i tempi.

E poi Vincenzo Agnello forma, nel suo studio tecnico di via Giuseppe Baudo, quello di fronte alla panetteria di Gaglio – il primo che poi trasferì in quello nuovo, al primo piano dei palazzi costruiti lungo la via Alcide De Gasperi – una generazione di geometri e tecnici, che daranno vita a nuove imprese, e che creano ancora nuovo lavoro, economia e nuove prospettive occupazionali in questo pezzo dei Nebrodi.

la cultura del fare impresa

Di fatto con Vincenzo Angello a Brolo nasce la cultura del fare impresa.

E cresce questa voglia su un terreno fertile di ambizioni e professionalità, basti pensare la svolta che il comparto riceve grazie ai contributi dei vari Ricciardello, vecchi e nuovi, ad altri Agnello, ai Giuffrè, ai Bonina, e poi i Pizzino, gli Ziino e quindi i Maniaci, i Traviglia, i Laccoto, i Giuliano, i La Rosa – sia nel comparto privato che pubblico  – e poi il comparto collaterale. quelle delle aziende del movimento terra, della vendita di grandi macchine per i cantieri, quelle dedite alla carpenteria metallica, le ditte accessorie. Una lista lunghissima che faceva di Brolo – negli anni novanta – con oltre 300 aziende iscritte nella lista delle Imprese Edili un paese da record.

Con Vincenzo Agnello si passa dalla manicoletta alla betoniera, si impiantano cantieri edili in mezza Sicilia, si scoprono e si aprono le porte gli Assessorati di Palermo, si crea reddito, si progettano e si realizzano opere importanti, anche facendo arrabbiare gli ambientalisti per i lavori nelle fiumare  per nuove vie di comunicazione che tagliavano boschi e colline, di sicuro valore sociale ma di grande impatto ambientale. Erano altri tempi, diversa coscienza politica.

“Don” Vincenzo nasce a Jannello nell’agosto del 1932. Una contrada che guarda il paese dalla collina. Povera come lo era il paese in mano agli agrari, collassato ancora dalla malaria, tra le due guerre. Sembra un destino ma in quella frazione si genera una fucina di nuovi imprenditori. Calzolaio suo padre, casalinga la madre, altri 4 fratelli più piccoli in casa, tre sorelle e Filippo l’altro maschio della famiglia, per Vincenzo, già da piccolo, è il tempo del lavorare.

Caparbio, deciso, risoluto, anche se mingherlino, da giovanissimo va a bottega dai “mastri” di Brolo e la sua indomita voglia di provvedere agli altri, primi fra tutti i suoi famigliari, lo porta a non fermarsi mai, neanche quando a 22 anni, viene sbalzato dalla bicicletta, mentre andava al lavoro, da una vettura.

Quasi un destino: Cadere. Alzarsi-Pedalare per andare avanti.

Nella sua vita entra la “signora” Rosa, con la quale avrà tre figli: Maria, Nino e Saro. Nel 1957, mentre lavorava in un’impresa edile a Fondachelli Fantina, decide di mettere la famiglia al primo posto e inizia a lavorare per conto suo. Apre un piccolo studio tecnico in via Trento, diventando un punto di riferimento per molti. Nel 1959, la sua azienda viene registrata nel registro delle imprese edili di Messina.

Il ruolo della famiglia

Vincenzo Agnello coinvolge la sua famiglia e numerosi parenti nella sua azienda, trasformandola in una grande famiglia imprenditoriale e non era solo un imprenditore di successo, ma anche un uomo capace di costruire relazioni con la politica. Conosceva numerosi politici, assessori regionali, sindaci e deputati, e la sua influenza si faceva sentire nella sua comunità. Nonostante fosse un democristiano, non aveva legami politici particolari e aiutava chiunque avesse bisogno, ma amava far politica e a Brolo la fece “costruendo” liste, vincendo elezioni, deteminando sindacature.

Durante la sua vita, Vincenzo Agnello ricevette diversi riconoscimenti per il suo impegno nella società civile, tra cui il titolo di Cavaliere del Lavoro e vari premi e riconoscimenti per la sua lunga iscrizione alla Cassa Edile di mutualità ed assistenza della Provincia di Messina.

Nonostante le sfide e le difficoltà che l’azienda dovette affrontare a causa della crisi economica, Vincenzo Agnello rimase al timone fino alla fine, dimostrando la sua dedizione all’azienda e alla comunità. La sua morte nel 2008 fu un momento di grande commozione per la sua città natale.

Vincenzo Agnello è stato un esempio di determinazione, impegno e generosità, e la sua eredità umana e morale continua nel ricordo di tanti.

Redazione Scomunicando.it

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