MESSINA – 1700 firme per la dignità degli ammalati e per il rispetto dei defunti
Cronaca Provinciale

MESSINA – 1700 firme per la dignità degli ammalati e per il rispetto dei defunti

Nella prima petizione, depositata con le relative firme presso la Prefettura, i firmatari chiedono che per i malati terminali sia sempre garantita la massima qualità e delicatezza dell’assistenza in termini igienici, medici, paramedici, di terapia del dolore, di sostegno psicologico e d’assistenza religiosa, ove questa sia richiesta dal malato o dai propri congiunti e che si trovino forme più adeguate per garantire che non siano interrotte, neppure in fase estrema, le relazioni umane, componente costitutiva della vita. Si richiede una più adeguata pubblicizzazione e coordinamento dei servizi per i malati terminali presenti sul territorio – i due hospice del Policlinico e del Papardo, nonché dei servizi di assistenza domiciliare – garantendo la gestione delle urgenze ed evitando le lunghe attese in Pronto Soccorso o astanterie, ancor più traumatiche per gli ammalati che versano in gravissime condizioni e per i loro congiunti. Nella seconda petizione, depositata lunedì con le relative firme presso l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, i cittadini lamentano la violazione dei criteri più elementari di dignità e rispetto dei defunti. Si rileva che spesso le salme giungono nelle camere mortuarie in condizioni indecorose, identificate con fogli di carta attaccati al petto con pezzi di scotch. I firmatari richiedono che sia garantita la massima osservanza delle norme sanitarie e di polizia mortuaria nelle operazioni di igiene, composizione e collocazione anche temporanea delle salme, nonché la ristrutturazione, la ripitturazione e il rinnovo degli arredi delle camere mortuarie degli ospedali cittadini e che il trasporto dei defunti, soprattutto all’interno degli ospedali, avvenga sempre con appositi mezzi speciali, secondo le modalità previste dalla normativa ed in modo consono alla loro dignità. Si evidenzia ancora una volta la scandalosa ed assurda situazione del deposito, ove tutti i defunti devono stazionare anche quando vi è un loculo a disposizione, nonché la lentezza, spesso il frazionamento, delle opere di tumulazione, con conseguente permanenza delle bare in loculi aperti. Si sottolinea la perenne incuria dei cimiteri, perfino delle zone adibite alla sepoltura dei bambini, in particolare presso il cimitero di Pace, una volta un vero gioiello della riviera, oggi infestato da erbacce. Oltre alla cura degli spazi verdi, i cittadini richiedono che si provveda alla rimozione delle barriere architettoniche, con percorsi facilitati per anziani e disabili; che sia garantita sempre e con ogni mezzo la comunicazione ai congiunti dei defunti delle scadenze legate ad operazioni di estumulazione e che, qualora non siano rintracciati i familiari, i resti mortali siano comunque collocati in cassettine poste in luogo dignitoso e comunque identificabili e mai rimosse all’insaputa dei parenti. Se la legge non prevede tali comunicazioni o se “non è prassi”, si chiede che si riformino i regolamenti e la “prassi”, essendo finalità primaria dei cimiteri quella di garantire il culto dei defunti da parte dei congiunti e che non capiti più l’orrenda esperienza di recarsi al cimitero e non trovare più la tomba del proprio caro o addirittura del proprio bambino finito nell’ossario comune. Si propone che con apposita scheda, come già realizzato presso altre regioni (Lombardia), si permetta ai genitori dei bambini nati morti di segnalare il nome che avrebbero voluto dare al loro bambino e che mai tali piccoli defunti siano considerati anonimi o violati nella loro dignità e identità. Si chiede ancora l’apertura dei cimiteri in orario pomeridiano almeno un giorno la settimana, per garantire la possibilità di visita ai lavoratori e agli studenti anche durante i giorni feriali; che qualora vadano deserte le aste per le cappelle gentilizie, le stesse siano utilizzate per la tumulazione dei numerosi defunti che giacciono indecorosamente insepolti presso il deposito. Qui di seguito si allegano i testi delle petizioni con relative integrazioni: I SULLA DIGNITA’ DEGLI AMMALATI GRAVI Al Prefetto, al Presidente della Provincia, al Sindaco, all’Assessorato alla Sanità Regione Sicilia, al Ministero della Sanità, alla V Circoscrizione, all’Istituto di Bioetica, a Scienza e Vita, alla Direzione dell’Asp, ai Dirigenti delle Cliniche pubbliche e private, al Tribunale dei Diritti del Malato, ai Responsabili delle Comunità religiose, ai Cappellani,alle Case di Riposo. Un ampio gruppo di cittadini richiama l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità preposte sui delicati problemi legati alla dignità della fase terminale e sui concreti problemi che si riscontrano. La cronaca recente ha registrato casi penosi, come quello delle larve di insetti nelle narici di un paziente in rianimazione. Una situazione-limite che ha suscitato grande indignazione. Si vuole rimarcare la necessità da parte dei Dirigenti di vigilare su tutto quanto si compie nei luoghi di cura e di assistenza pubblica e privata, specie in caso di isolamento forzato degli ammalati gravi, affinché a chi si trova in situazione di grande passività possa, a maggior ragione, essere garantito il massimo della qualità dell’assistenza e della delicatezza, in termini igienici, medici, paramedici, di terapia del dolore, di sostegno psicologico e di assistenza religiosa, ove questa sia richiesta da sé o dai propri congiunti. Ci si interroga sulla doverosità di trovare soluzioni che permettano di non interrompere mai, neppure in fase terminale, quella componente costitutiva della vita che sono le relazioni umane. Probabilmente si potrebbero trovare modalità che, senza intralciare il delicato lavoro del personale medico e paramedico, permettano ai pazienti in condizioni difficilmente reversibili di beneficiare della presenza di almeno un familiare, come avviene nei moderni hospice. Nelle condizioni attuali capita spesso che un figlio giunga da lontano e non possa salutare il padre in rianimazione e già in stato irreversibile, perché arrivato al di là del brevissimo orario di visita. Ne consegue che tanti ammalati muoiono in solitudine e tanti familiari restano con il rimorso di non poter essere stati loro vicini come avrebbero voluto o di non aver potuto rivolgere loro un ultimo saluto. Ci si chiede come mai i servizi per i malati terminali pur esistenti nella nostra città – i due hospice presso i maggiori nosocomi cittadini Policlinico e Papardo, ossia strutture attrezzate per la terapia del dolore e con operatori qualificati – non vengano per nulla pubblicizzati sul territorio. Si auspica che tali reparti specializzati siano attrezzati anche per provvedere, come qualunque altro reparto, al ricovero anche notturno in caso di urgenza, senza l’assurdo di attese in Pronto Soccorso o astanterie, con il rischio, se in fase terminale, di morirvi o di essere sballottati inutilmente tra casa e ospedale. Ci si augura che siano sempre incrementati perfezionati e pubblicizzati i servizi di assistenza domiciliare per i malati terminali, in modo tale che molte famiglie non si trovino a “fare da sé” con l’aiuto non sempre sufficiente dei medici di base e con attrezzature improvvisate. Che tali servizi siano presentati come un utile sussidio per la qualità della vita e non come un annunzio di morte. Ci si interroga sul diritto all’assistenza religiosa, auspicando che l’ingresso di un sacerdote nei reparti più delicati non debba essere sottoposto alla discrezione o al buon cuore del medico di turno (come in vari casi si riscontra), ma sia regolato dall’osservanza di apposite convenzioni che permettano la presenza religiosa di qualunque confessione su richiesta dell’ammalato o dei congiunti, anche e specialmente in caso di urgenza. Che morire in casa propria o in ospedale possa essere, un giorno e al di là di tutto, una condizione di pari dignità. Si vorrebbe che tanto i luoghi quanto i servizi di cura estrema non vengano considerati da chi vi lavora e da chi ne fruisce come triste anticamera della morte, ma come luoghi di vita e di decoro in cui la persona, i familiari e i loro diritti siano pienamente rispettati e trovino adeguata risposta in ogni momento da parte di personale sempre altamente specializzato e aggiornato, motivato in eticità ed umanità. Altre proposte emerse dai firmatari: – di incrementare il numero delle risorse umane attive presso gli hospice, in particolare con personale ausiliario e di garantirne l’apertura 24h/24 – di garantire sempre e comunque il soccorso e il ricovero degli ammalati gravi, anche terminali, evitandone l’inutile “sballottamento” tra casa e ospedale II SULLA DIGNITA’ DEI DEFUNTI E SUL DECORO DEI LUOGHI CHE LI ACCOLGONO Al Prefetto, al Presidente della Provincia, al Sindaco, alla V circoscrizione, al Ministero della Sanità, All’Assessorato alla Sanità Regione Sicilia, alle Direzioni dei Cimiteri cittadini, all’Istituto di Bioetica, al Comitato Scienza e Vita, alla Direzione dell’Asp, ai Dirigenti delle Cliniche pubbliche e private, al Tribunale dei Diritti del Malato, ai Responsabili delle Comunità religiose, ai Cappellani, alle Confraternite, alle Case di Riposo. Un ampio gruppo di cittadini richiama l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità preposte sui delicati problemi legati alla dignità del morire, ed ai passaggi successivi alla morte, con particolare riferimento alle condizioni delle strutture, al transito dai reparti ospedalieri alle camere mortuarie ed alla situazione del cosiddetto “deposito” e dei cimiteri. Troppo frequentemente i criteri più elementari di rispetto e di dignità vengono violati nei delicati passaggi che precedono la sepoltura. Si rileva che spesso, in caso di decesso, i corpi degli ammalati, dopo essere stati dignitosamente composti nei reparti, giungono nelle camere mortuarie in condizioni pietose, legati/insaccati in lenzuoli sgualciti, identificati con dei fogli di carta attaccati sul petto con un pezzo di nastro adesivo. Le astanterie in cui vengono collocati i corpi in barella, su vecchi e squallidi carrelli, non hanno nulla che ricordi il decoro della persona umana. Si rileva lo stato di cronico degrado dei cimiteri, dove lapidi rotte, loculi aperti, erbacce, muri crollanti fanno da padroni in uno dei più famosi cimiteri monumentali d’Europa, oggetto di continua depredazione. Da circa un anno al Cimitero centrale si registra la mancanza di un cappellano che accolga i parenti e li sostenga nel momento dell’ultimo addio al loro caro. Per non dire dell’esperienza agghiacciante del cosiddetto “deposito”, il cui nome stesso è improprio in quanto può indurre alla considerazione dei corpi alla stregua di materiale, struttura fatiscente e maleodorante che non avrebbe motivo di esistere se si provvedesse in modo ben coordinato alle operazioni di esumazione, costruzione di nuovi loculi, individuazione di forme alternative di sepoltura, costruzione del crematorio etc. Tale luogo dovrebbe comunque avere ben altra dignità e non essere una distesa di bare dall’odore nauseabondo, ove si permane obbligatoriamente secondo i misteriosi e lunghissimi tempi di smaltimento, e in cui la permanenza risulta obbligatoria anche quando chi muore ha già un loculo assegnato, i cui costi elevatissimi risultano ormai scandalosi e proibitivi per il cittadino medio. Si segnalano situazioni di grande incuria presso il cimitero di Pace, dove non solo il dominio delle erbacce è totale, specie nella parte bassa, ma i percorsi di passaggio da una parte all’altra risultano assai impervi ed accidentati, per una mancata razionalizzazione degli stessi e la presenza di molte barriere architettoniche. Le operazioni di esumazione non dovrebbero compiersi durante gli orari di apertura e sotto gli occhi dei visitatori, con tanto di vecchie bare e cassettine nell’antica cappellina ridotta anch’essa a “deposito”, ma svolgersi con la riservatezza che si addice al rispetto dei vivi e dei defunti. Numerose mamme, che hanno vissuto la triste esperienza della perdita di un figlioletto, si trovano spesso a doversi turnare per poter sostare dinanzi alle tombe dei loro figlioli in una zona che via via si va restringendo, cui si accede da un alto gradino arduo da superare specie agli anziani, zona che è stata adibita anche a loculi-ossario. Ci si chiede se una diversa organizzazione non potrebbe salvaguardare in modo privilegiato la zona di questi piccoli la cui morte ha costituito già una ferita troppo grave per i propri cari, provvedendo anche alla rimozione di ogni barriera architettonica per consentire la visita ai cimiteri anche a disabili e anziani. Le risorse probabilmente ci sono ma forse non sono ben coordinate ed alla fine ciò inficia il valore che si vorrebbe perseguire: il rispetto della dignità della persona umana e il decoro dei luoghi che l’accolgono. Che né noi né i nostri cari dobbiamo più fare la triste fine di essere trattati da numeri, da oggetti o da spazzatura, quando l’esistenza stessa di questi assai costosi rituali in realtà dovrebbe testimoniare il perpetuarsi del nome e della memoria, la sacralità delle spoglie, la venerazione ed il culto che ad esse si tributa. Anche senza entrare nel merito del dibattito ancora in corso sul testamento biologico, si rileva che qualunque disposizione o desiderio possa essere dato da parte della persona e/o della legge, risulta a priori inficiato da questi gravi problemi che costituiscono uno scandalo per chiunque abbia a cuore il rispetto della dignità dei vivi e dei defunti. Chiediamo: • la massima cura nelle operazioni di igiene, composizione, trasporto e collocazione anche temporanea delle salme; • la presenza, in ciascuno dei luoghi ove è possibile il transito delle salme, di materiale apposito idoneo alla loro dignitosa copertura (lenzuola pulite e stirate! Non un unico cuscino che passa sotto centinaia di teste); • la ristrutturazione, ripitturazione ed il rinnovo degli arredi delle camere mortuarie dei nosocomi cittadini e la loro costante verifica in termini di igiene e di decoro; • l’identificazione delle salme con mezzi più dignitosi di un foglio di carta e di un pezzo di scotch (fotocopia di un documento? Braccialetto di carta? piastrina col nome?); • un’azione operativa congiunta per la sistemazione e manutenzione dei cimiteri cittadini e dei relativi spazi verdi, con l’eliminazione delle barriere architettoniche e la facilitazione dei percorsi soprattutto per anziani e disabili; • la razionalizzazione degli spazi con la salvaguardia delle zone dei bambini e di coloro che non hanno nessuno, nonché delle zone storiche e monumentali; • il conferimento di una maggiore dignità ai depositi ed un’azione che conduca gradualmente alla loro eliminazione, mediante l’individuazione di forme più semplici e rapide di sepoltura e di un maggiore coordinamento delle operazioni; • il compimento delle opere di esumazione al di fuori degli orari di visita dei cimiteri. Altre proposte emerse dai firmatari: – l’apertura dei cimiteri in orario pomeridiano almeno un giorno la settimana, per garantire la possibilità di visita ai lavoratori e agli studenti anche durante i giorni feriali – di garantire sempre e con ogni mezzo la comunicazione ai congiunti dei defunti delle scadenze legate ad operazioni di estumulazione e che qualora non siano rintracciati i familiari i resti mortali siano comunque collocati in cassettine poste in luogo dignitoso e comunque identificabili e mai rimosse all’insaputa dei parenti. Se la legge non prevede tali comunicazioni o se “non è prassi”, che si riformino i regolamenti e la “prassi” stessa, essendo finalità primaria dei cimiteri quella di garantire il culto dei defunti da parte dei congiunti. – che con apposita scheda, come già realizzato presso altre regioni (Lombardia), si permetta ai genitori dei bambini nati morti di segnalare il nome che avrebbero voluto dare al loro bambino e che mai tali piccoli defunti siano considerati anonimi o violati nella loro dignità e identità. – che le operazioni di tumulazione vengano completate alla presenza dei familiari, e non in più passaggi, evitando che le bare permangano nei loculi aperti – che il trasporto dei defunti, soprattutto all’interno degli ospedali, avvenga sempre con appositi mezzi speciali, secondo le modalità previste dai regolamenti di polizia mortuaria, e in modo consono alla loro dignità – che qualora vadano deserte le aste per le cappelle gentilizie esse siano utilizzate per la tumulazione dei numerosi defunti che giacciono indecorosamente insepolti presso i depositi.

19 Gennaio 2012

Autore:

admin


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