MESSINA – 50.mo Fotogramma d’Oro: la serata finale con le motivazioni della giuria. Fotogallery
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MESSINA – 50.mo Fotogramma d’Oro: la serata finale con le motivazioni della giuria. Fotogallery

-di Corrado Speziale –

 

Assieme ai Fotogrammi d’oro, d’argento e bronzo, ai premi alla migliore attrice e attore, al montaggio, alla fotografia e ai premi speciali, assegnato il premio alla carriera all’attore Maurizio Marchetti, ospite d’onore, presidente della giuria e protagonista dell’ultima serata. La 50.ma edizione del “Fotogramma” è stata dedicata al compianto attore messinese Tano Cimarosa, al quale è stato dedicato uno speciale con dibattito e proiezione del docu-film “Lo chiamavano Zecchinetta”, del regista Nicola Palmeri. Tra il pubblico, pressoché unanime è stato il giudizio sui film, in linea con le decisioni della giuria, la quale, con non poche difficoltà, che ha dovuto scegliere tra 53 cortometraggi provenienti da ogni parte del mondo, già selezionati su un totale di 244.

Il Fotogramma d’Oro è andato ad “Ainhoa” del regista Iván Sáinz-Pardo, cortometraggio realizzato a Bilbao, con protagonista una straordinaria attrice di soli nove anni, Aurelia Schikarski, alla quale è stato assegnato il premio speciale della giuria. Molta importanza è stata data dai giurati ai temi dal profilo etico e dell’impegno sociale. Grande successo per il corto indiano “Sisak” del regista Faraz Ansari, che si è aggiudicato i premi Cinema è libertà e Fotogramma d’Oro Campus. Fotogramma d’argento al film spagnolo “Hola me llamo Carla”, mentre quello di bronzo è andato all’italiano “Futuro prossimo” del regista sardo Salvatore Mereu.

       

Temi ad alto contenuto etico e sociale, problemi che stanno segnando i nostri tempi, espressi attraverso l’arte dei registi, la tecnica dei montaggi e la recitazione, in tanti casi di alto livello, di vari attrici e attori, alcuni giovanissimi, che da mercoledì a sabato hanno catturato la platea del Multisala Apollo. Il tutto, con materiale cinematografico proveniente da ogni parte del mondo. Così, gli appassionati di cinema hanno avuto modo di apprezzare, con ingresso gratuito in sala, la qualità di una rassegna nata a Torino 50 anni fa, che da tre edizioni si svolge in riva allo Stretto grazie alla passione e all’impegno del presidente della Federazione Italiana Cinevideoautori, il messinese Francesco Coglitore, direttore artistico della manifestazione. A sua disposizione, pochissimi soldi, in rapporto al volume d’impegno, in considerazione della valenza internazionale del premio: qualche migliaio di euro o poco più, raccolti prevalentemente attraverso le iscrizioni al concorso, cui si è aggiunto l’aiuto pratico di alcuni sponsor tecnici. Nient’altro. Solo tanti sacrifici, per fortuna ben ripagati dagli attestati di stima che sono giunti da chi ha seguito l’evento. Un ruolo importante l’ha comunque ricoperto l’Università, anche attraverso il riconoscimento dei crediti formativi. Una “mano” d’artista notevole l’ha poi data Piero Serboli, curatore di “Fotogrammi”, mostra pittorica e grafica ispirata a locandine di film. Dopodiché, c’è un rischio palese: se in città non ci si dà una mossa, in termini di impegno economico e logistico, questo premio prenderà le distanze da Messina. Andrà verso altri lidi, più idonei e meritevoli di tanta cultura e qualità.

Dopo tre giorni di proiezioni pomeridiane e serali, nelle quali si sono ben innestate le retrospettive dedicate al compianto regista bolognese Mauro Mingardi, alternate dagli incontri mattutini con gli autori alla Feltrinelli, l’ultima serata si è aperta nel segno dell’indimenticabile attore messinese Tano Cimarosa. A lui è stato dedicato un dibattito, condotto dal critico cinematografico Nino Genovese. Un bellissimo film – documentario, realizzato da Nicola Palmeri e raccontato da Gregorio Napoli, dedicato al protagonista, tra gli altri, de “Il giorno della civetta”, scomparso il 24 maggio di dieci anni fa, è stato proiettato in sala. Ricordi, testimonianze, storie, aneddoti, curiosità, caratterizzate dalla semplicità, dal carattere e dall’arte innata dell’attore messinese, sono state raccolte nel documento che si è avvalso dei contributi, tra gli altri, di Giuliano Gemma, Leo Gullotta, Nino Frassica, Tony Sperandeo, Franco Nero e del regista che l’ha lanciato alla ribalta del grande pubblico: Damiano Damiani.

A seguire, il tributo alla carriera di Maurizio Marchetti, attore teatrale e cinematografico, da quarant’anni tra i protagonisti del panorama italiano. L’artista, ospite d’onore e presidente della giuria del “Fotogramma” edizione 2018, ha “conversato” con il giornalista Marco Bonardelli. Marchetti, raccontando la sua storia, legata ai grandi maestri che ha frequentato, quali Vittorio Gassman, nella Bottega teatrale di Firenze, e Donato “Pupetto” Castellaneta, incrociata a quelle di “icone” della recitazione come Salvo Randone, ha coinvolto e interessato il pubblico. Non sono mancati, poi, gli aneddoti ambientati in una Messina di 40 anni fa, nel 1977, con la conduzione di Antenna dello Stretto assieme a Nino Frassica. Risalgono a quel periodo i suoi primi lavori teatrali, fra cui “Merli e Malvizzi”, su testi di Biagio Belfiore e regia di Andrea Camilleri. Da qui, il racconto della sua vita artistica, passando per “Visioni private”, suo primo film per la regia di Francesco Calogero e Ninni Bruschetta, fino a “In guerra per amore”, regia di Pif, non senza un duro inciso sul sistema dei premi cinematografici: “In Italia non si possono toccare certi argomenti se si vogliono ricevere riconoscimenti…” 

Così, l’artista sul premio al Fotogramma: “Sarò sempre grato per questo premio. La gratitudine è per me un sentimento importantissimo nella vita, ma la carriera in sé non merita

un premio…”. E aggiunge, con un po’ di malinconia: “Potrei meritare qualcosa, una sorta di riconoscimento patetico, per l’attività che ho svolto a Messina. Come dire, hai sprecato tanti di quegli anni…Però la carriera in sé, comincia da oggi in avanti. Spero di meritarmi il premio alla carriera in seguito. Questo me l’ha insegnato ‘Pupetto’ (Donato Castellaneta, ndr). Non fermarsi mai, andare sempre avanti”.

La serata è proseguita con la proiezione dei film vincenti, l’assegnazione dei premi e la lettura delle motivazioni.

Il cortometraggio “Ainhoa” di Iván Sáinz-Pardo, realizzato a Bilbao, si è aggiudicato il primo premio. La motivazione: “Per il coinvolgente linguaggio filmico, che si dipana tra sapienti ed emozionanti riferimenti alla crisi economica che ha drammaticamente stravolto il quotidiano di tutti noi, vista e vissuta attraverso gli occhi profondi e mai banali di una bambina, travolta dallo sgretolarsi della propria realtà familiare”.

Secondo premio, Fotogramma d’argento, a “Hola me llamo Carla” film spagnolo del regista Gabriel Beitia. Motivazione: “Straziante monologo di grande intensità d’attrice, costruito abilmente in soli sei minuti di essenziale e sapiente sintesi cinematografica”. Una donna, malata senza speranze di sopravvivenza, attira l’attenzione dei passeggeri in tram. Un gesto fatto di straordinarietà e delicatezza, sorprenderà e imbarazzerà gli avventori del mezzo…

Terzo premio, Fotogramma di bronzo, all’italiano “Futuro prossimo” del regista sardo Salvatore Mereu. Motivazione: “Per il suo sguardo anti retorico sulla drammatica realtà dell’immigrazione, svolto attraverso un linguaggio visivo di stupefacente efficacia nella sua essenzialità filmica. Un cinema povero di mezzi e ricchissimo nella sua resa artistica e umana”.

Rocio Calvo, protagonista di “Hola me llamo Carla”, si è aggiudicata il premio come miglior attrice. Motivazione: “Emozionante interpretazione del personaggio di Carla, appassionata e profonda nelle sue sfumature e nella sua sensibilità, denota una piena e straordinaria maturità e consapevolezza attoriale”.

Miglior attore, Giorgio Colangeli per “Partenze”, regia di Nicolas Morganti Patrignani. Motivazione: “Per l’interpretazione dolorosamente sofferta di un personaggio che si dibatte tra il tormento di una perdita e lo strazio di una terribile scelta. Colangeli si svela con la sensibilità e la generosa sincerità propria soltanto dei grandi attori”.

“Hola me llamo Carla” si è aggiudicato anche il premio per il miglior montaggio. Motivazione: “Per il coinvolgente puzzle narrativo dal quale si sviluppa un crescendo capace di catturare e commuovere lo spettatore nell’arco di soli sei minuti”.

Migliore fotografia a “2 By 2”, film britannico del regia di Mark Playne. Motivazione: “Per l’intensa capacità cromatica, volta a rendere con ironia, leggerezza ed intelligenza il racconto per immagini”.

Premio speciale “Cinema come impegno sociale” a “La Giornata”, regia di Pippo Mezzasoma. Motivazione: “Per il racconto crudamente realistico, ma anche acuto e ricco di forza narrativa, spietatamente privo di artifizi scenici (le parole sono tratte dagli atti dell’inchiesta) che, attraverso la ricostruzione dell’ultima giornata di Paola Clemente, bracciante pugliese di 49 anni morta di fatica, ci descrive una drammatica realtà quotidianamente vissuta nelle nostre terre del sud”.

Premio speciale “Cinema è libertà” a “Sisak”, film indiano del regista Faraz Ansari. Motivazione: “Per la forza delle immagini tese a raccontare un amore, oggetto di persecuzione, nel segno della forza, della sensibilità e della sintesi del linguaggio filmico”.

A “Sisak” anche il Premio Fotogramma d’Oro Campus, assegnato da una giuria composta da studenti del COSPECS – DAMS di Messina. Motivazione: “Per la delicatezza con cui è stato trattato un tema di elevato impegno sociale e politico, per l’intensa emotività trasmessa, per la sceneggiatura, per la cadenza ritmica che fornisce al corpo una sensazione poetica e soprattutto per l’eccezionale capacità espressiva degli attori”.

In India l’omosessualità è un crimine. “Sisak” è dedicato a queste storie d’amore silenziose.

Premio speciale della giuria a Aurelia Schikarski, giovanissima attrice di 9 anni, protagonista di “Ainhoa”. Motivazione: “Per le sue straordinarie capacità espressive ben colte dalla sensibile regia di Iván Sáinz-Pardo”.

Infine, il Premio FNC – Federazione Nazionale Cinevideoautori, è andato a “Skin”, film libanese della regista di Inaam Attar. Motivazioni: “Film che non ha bisogno di dialoghi ma esprime con la pelle della protagonista la distanza generazionale e la scoperta del corpo di un’adolescente. Per il senso di colpa, l’educazione puritana e il desiderio, questo film riesce a restituire il dramma interiore che si racconta con un’attenzione nei dettagli, accurata, che tende ad evocare stati d’animo senza descriverli in modo stereotipato. E’ il corpo, perché di passione di corpo si tratta, protagonista del film, un corpo di donna difficile da accettare per convenzione, abitudine e pregiudizi”.

I registi Iván Sáinz-Pardo, vincitore del Fotogramma d’Oro con “Ainhoa”, Gabriel Beitia, secondo classificato con “Hola me llamo Carla” e Inaam Attar, libanese, vincitrice del Premio FNC con “Skin”, sono intervenuti personalmente alla consegna dei premi.

Giorgio Colangeli, premiato come miglior attore in “Partenze”, ha invece inviato un contributo video proiettato in sala.

La serata è stata presentata con attenzione, spontaneità e simpatia dalla giovane attrice messinese Noemi David.

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28 Maggio 2018

Autore:

redazione


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