Continua a destare preoccupazione, tra i dipendenti dell’ATM, il futuro dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Messina. Ormai da tanto tempo i lavoratori, devono confrontarsi con un avvenire sempre più incerto, per l’azienda e quindi per il loro posto di lavoro. I guai non sono finiti qui, infatti periodicamente Messina, da almeno due anni, deve confrontarsi con lo sciopero dei dipendenti dell’ATM, che da almeno 3 o 4 mesi non vengono pagati.
Insomma a Messina lo sciopero dei dipendenti dell’azienda del trasporto pubblico e i relativi disagi è diventata una triste abitudine. E anche ieri mattina i dipendenti dell’ATM hanno scioperato, manifestando il proprio scontento davanti la sede dell’azienda in Via La Farina, visto che avanzano tre mensilità non ancora retribuite, lasciando autobus e tram fermi dentro il deposito dalle tre di ieri notte.
Però adesso per i lavoratori la situazione si è fatta veramente insostenibile, infatti non vogliono soltanto avere gli stipendi in arretrato, ma anche essere a conoscenza del futuro dell’ATM. Il futuro però inizierà da lunedi pomeriggio, quando il Consiglio Comunale sarà chiamato ad esprimersi sulla messa in liquidazione dell’azienda.
Che la protesta sia più accorata, in confronto a quelle dei mesi scorsi, lo conferma il fatto che lo sciopero di ieri non sia stato comunicato con le consuete procedure, provocando non pochi disagi ai cittadini che usufruiscono solitamente dei mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro o semplicemente per andare a scuola. Inoltre i problemi per chi si sposta abitualmente con tram o autobus non sembrano finire, perché i manifestanti sono seriamente intenzionati a proseguire lo sciopero ad oltranza.
A far rientrare i termini della manifestazione non è servito nemmeno l’intervento della DIGOS, anche se non è da escludere il reato d’interruzione di pubblico servizio a carico dei manifestanti.
La mobilitazione naturalmente ha visto la partecipazione delle sigle sindacali, che hanno immediatamente creato una delegazione che si è recata a Palazzo Zanca, per incontrare il Sindaco Buzzanca e l’Assessore alla viabilità Melino Capone.
Vista l’assenza del primo cittadino, i sindacati si sono confrontati con Capone che ha ribadito la posizione dell’amministrazione comunale sul futuro dell’azienda dei trasporti, come ha dichiarato Domenica Barbaro dell’UGL “l’Assessore anche nel recente tavolo di confronto tenutosi presso la Regione, ha ribadito che l’amministrazione comunale non intende tornare indietro sulla messa in liquidazione dell’Atm, nonostante l’invito, espressamente formulato in quell’occasione dall’assessore regionale ai trasporti, a sostituire l’ipotesi della messa in liquidazione con un piano di rilancio dell’azienda, seguendo l’esempio di Palermo e Catania».
Altrettanto preoccupante la situazione del trasporto marittimo, infatti ad incrociare le braccia non ci stati solo i lavoratori dell’ATM, ma anche quelli di FS che ormai da mesi sono costretti a confrontarsi con continui tagli e chiusure.
Pure qui il futuro lavorativo sembra tutt’altro che roseo, rendendo lo sciopero inevitabile come sottolinea il Segretario generale della CGIL Lillo Oceano “Queste due proteste sono le facce di una stessa medaglia, che vede la politica locale incapace di affrontare e risolvere i problemi di questa città. In questo caso, due vertenze centrali che riguardano direttamente centinaia di lavoratori e migliaia di cittadini – commenta Lillo Oceano – Una classe politica che non ha saputo e voluto lavorare per ottenere il finanziamento e la realizzazione di strutture moderne che assicurino la mobilità delle cose e delle persone, per difendere la qualità della vita e il lavoro in questa città il cui declino appare sempre più inarrestabile.
Non c’è più tempo.
Occorre reagire e occorre farlo subito”.
Ciò che desta maggiore preoccupazione tra i cittadini è il fatto di non vedere una via d’uscita, da una situazione che è diventata insostenibile per i lavoratori, costretti a confrontarsi con stipendi non pagati e insicurezza lavorativa, e per i cittadini, che devono fare i conti con una situazione di caos assoluto.
Adesso dovrà essere la politica a dare delle risposte definitive e certe a centinaia di lavoratori, perché di palliativi se ne sono visti anche troppi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
foto tratta da strilli.it