“Cu mancia cu du mani s’affuca”, recita un proverbio in dialetto messinese, utilizzato come slogan dagli organizzatori.
“Ma qui ad affogare è tutta la città”, si precisa, utilizzando una metafora appropriata dopo le conseguenze in città dell’acquazzone di mercoledì scorso.
Un gruppo di cittadini di varia estrazione politica si è radunato in un sit-in a piazza Municipio, per dimostrare tutta l’indignazione nei confronti di tante realtà cittadine in cui si registra uno dei più classici esempi di prepotente ed opaca e gestione politico – amministrativa di assessorati, enti, società di servizi e quant’altro: quello degli incarichi multipli.
Ed ovviamente, primo fra tutti, è il sindaco Buzzanca ad essere chiamato in causa, specialmente in virtù della acclarata incompatibilità tra la carica di primo cittadino e deputato regionale, dopo il recente pronunciamento della Corte Costituzionale sulla materia.
Ma siccome si vive in un contesto in cui ad atti e decisioni che segnano determinati limiti, si dà sempre un seguito tra interpretazioni e prese di tempo tali da far snervare l’opinione pubblica, ecco che la piazza torna ad essere il luogo da dove chiedere, ancora una volta, equità, trasparenza e rispetto delle regole democratiche.
Italia dei valori, P.D., S.E.L. , Rifondazione Comunista, Verdi, Radicali, Movimento 5 Stelle, La Fabbrica di Nichi e la Rete No Ponte – Comunità dello Stretto, costituiti in comitato, hanno così organizzato un sit – in davanti a Palazzo Zanca dai contenuti forti e chiari: “Noi messinesi meritiamo rispetto. No ai doppi incarichi”.
E l’elenco dei casi che riguardano Buzzanca è impressionante: ben 12 incarichi, più un’incompatibilità, con una somma di risultati conseguiti uguale a zero.
Oltre alla nota incompatibilità, i partiti e le associazioni scese in piazza enumerano deleghe ed incarichi: “servizi sociali, emergenza traffico e approdi, protezione civile, sport e turismo, risorse comunitarie, società partecipate, programmazione e controllo grandi opere pubbliche, coordinamento politico nel PdL, area integrata dello Stretto, emergenza alluvione 2009”.
In virtù dei motivi e dei contenuti della protesta, si attendeva in piazza molta più gente, considerato che in città il malcontento è palpabile quotidianamente, ora per ora, tra tutti coloro che inseguono legittime aspettative di buona amministrazione . Ma in questi casi, si sa, i messinesi tendono a disperdere le proprie forze, se non addirittura a dissolversi dinnanzi a problematiche che invece richiedono rigore, compattezza, perseveranza e tempistica.
Ma ciò che contava di più era che il messaggio passasse, e che il segnale lanciato da Giulio Perticari, Saro Visicaro e dagli altri promotori dell’iniziativa, avesse tutti i connotati per non cadere facilmente nel vuoto.
Il richiamo verso quella “coscienza civile”, declamata su uno striscione, in una Messina che “non ha bisogno di azzeccagarbugli”, così come riportava un cartellone, ed il grido unanime di “vergogna” nei confronti di è solito “servirsi della politica invece di servire i cittadini”, sono gli indicatori della classe politica che governa la città, nella quale “i voti non bastano ad assolvere i pessimi amministratori”.
Ma se in tanti slogan traspariva tutta l’indignazione possibile e immaginabile, ce n’era uno che conteneva, invece, segnali di speranza, grazie al “risveglio dei cittadini che non sono sudditi”.