“Le vicende della città di Messina nel luglio 1860”. Concluso il convegno storico a “Forte Cavalli”.
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MESSINA – Concluso convegno storico a “Forte Cavalli”
Si sono conclusi i lavori del convegno storico, organizzato dalla Brigata Meccanizzata “Aosta” in sinergia con il Museo Storico “Forte Cavalli” sul tema “Le vicende della città di Messina nel luglio del 1860”, che si è svolto nella suggestiva fortificazione di fine Ottocento sita in Larderia martedì 29 giugno 2010. (Foto in alto: sala museale allestita dal 24° reggimento artiglieria terrestre “Peloritani”)
Erano presenti, oltre al Generale di Brigata Luigi Vinaccia, Comandante della Brigata meccanizzata “Aosta”, il dottore Francesco Alecci, Prefetto della Provincia di Messina, il dottore Dario Caroniti, Assessore del Comune di Messina, il generale Ermanno Meluccio, vice comandante Interregionale “Culqualber”, il colonnello Antonio Alecci, vice comandante della Brigata Meccanizzata “Aosta”, le Autorità Civili e militari della città di Messina, e un numeroso pubblico che annoverava studiosi, appassionati, cultori e storici, quale il dottore Franz Riccobono.
La manifestazione ha avuto inizio con la Cerimonia dell’Alzabandiera, un breve concerto della Banda Musicale della Brigata meccanizzata “Aosta” e, a seguire, la presentazione dei lavori. Dopo i saluti e l’introduzione del generale Luigi Vinaccia, hanno preso la parola, presentati dal giornalista Mino Licordari, il professore Santi Fedele (ordinario di storia contemporanea all’Università degli Studi di Messina – “Gli eventi storico-politici a premessa della spedizione dei Mille”), il Maggiore Enrico Casale (studioso di storia militare – “La presenza militare a Messina nel luglio del 1860”), il professore Vincenzo Caruso (direttore del Museo “Forte Cavalli” – “I cannoni di Capo Peloro – fasi di recupero e interventi di restauro”), l’architetto Nino Principato (storico – “Iconografia del fatti d’arme nella Messina del 1860”) e il dottore Mario Sarica (curatore del “Museo di Cultura Popolare dei Peloritani” – “Giuseppe Garibaldi nella tradizione orale del popolo siciliano”).
Il professore Fedele ha illustrato la situazione politica, sociale e militare del Regno delle Due Sicilie spiegando le motivazioni di fondo che portarono alla spedizione e al successo di Garibaldi nel 1860. Si è soffermato, inoltre, sulle modalità della revisione storica ponendo l’accento sull’importanza delle fonti documentali e della ricerca.
Il maggiore Casale si è soffermato su una approfondita disamina in merito alla situazione militare nella Sicilia borbonica in raffronto con l’esiguità iniziale delle forze garibaldine. Partendo dallo sbarco a Marsala sono stati analizzati, dal punto di vista storico militare, i combattimenti di Calatafimi, Palermo e Milazzo, evidenziando l’incidenza delle perdite sul proseguo delle operazioni e le condizioni dettate per la capitolazione delle Piazze. Peculiare la situazione della città dello Stretto che, a seguito della convenzione “Clary-Medici”, fu occupata dalle truppe garibaldine pur mantenedo un presidio duosiciliano nella Cittadella. E’ stata quindi esaminata la strategia attuata da Garibaldi durante la permanenza in Messina per l’attraversamento dello Stretto, con particolare riferimento alla fortificazione delle coste di Torre Faro.
Il professore Caruso ha ripercorso le tappe che hanno portato il 28 gennaio di quest’anno al recupero dei cosiddetti “cannoni di Capo Peloro”: i lavori, durati circa cinque ore, furono condotti dagli operatori del Comune di Messina, con mezzi speciali, con il coordinamento della Capitaneria di Porto di Messina e sotto l’attenta guida dei referenti della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali della città dello Stretto. Il supporto specialistico fu fornito dal personale qualificato della Brigata Meccanizzata “Aosta” e dell’Arsenale Militare, le cui maestranze specializzate, successivamente, curarono i primi interventi di restauro delle tre bocche da fuoco. Sono state presentate, inoltre, le perizie redatte sulle citate artiglierie da valenti studiosi, italiani e inglesi, di livello europeo e una “notizia” relativa a una petizione dei proprietari e abitanti di Torre del Faro per i danni subiti durante la permanenza delle truppe garibaldine nei mesi di luglio e agosto del 1860.
L’architetto Principato ha proiettato e commentato una serie di immagini, stampe e litografie relative alla presenza dei garibaldini nella città di Messina con particolare riferimento alle tracce ancora oggi esistenti e visibili.
Il dottore Sarica si è soffermato sull’epopea garibaldina nella tradizione orale popolare siciliana. In particolare ha evidenziato come la poesia popolare siciliana, spesso rivestita di musica e dalle antiche e nobili radici che rimandano alla scuola poetica siciliana, costituisce in ogni epoca storica una delle forme d’espressione di tradizione di più rilevante interesse, offrendosi come esemplare tema di studio interdisciplinare. Più specificamente, in relazione ai moti popolari dei primi decenni dell’Ottocento,
e in maniera eclatante in epoca risorgimentale, i versi della tradizione si configurano anche come singolare documento di carattere storico-sociale. Durante l’intervento il gruppo “Kalamos” si è esibito nell’interpretazione di brani popolari.
Al termine è stato possibile visitare il “Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina”, dove in alcune sale è stata allestita, per l’occasione, una mostra storica di armi, uniformi, documenti e cimeli curata dal 5° Reggimento Fanteria “Aosta” e dal 24° Reggimento Artiglieria Terrestre “Peloritani”.
Prosegue, dunque, il cammino della significativa iniziativa di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale della città dello Stretto. Fine ultimo dell’attività è stato quello di riscoprire, alla luce delle fonti e dei documenti, un particolare periodo della meravigliosa storia della città di Messina.
Erano presenti, oltre al Generale di Brigata Luigi Vinaccia, Comandante della Brigata meccanizzata “Aosta”, il dottore Francesco Alecci, Prefetto della Provincia di Messina, il dottore Dario Caroniti, Assessore del Comune di Messina, il generale Ermanno Meluccio, vice comandante Interregionale “Culqualber”, il colonnello Antonio Alecci, vice comandante della Brigata Meccanizzata “Aosta”, le Autorità Civili e militari della città di Messina, e un numeroso pubblico che annoverava studiosi, appassionati, cultori e storici, quale il dottore Franz Riccobono.
La manifestazione ha avuto inizio con la Cerimonia dell’Alzabandiera, un breve concerto della Banda Musicale della Brigata meccanizzata “Aosta” e, a seguire, la presentazione dei lavori. Dopo i saluti e l’introduzione del generale Luigi Vinaccia, hanno preso la parola, presentati dal giornalista Mino Licordari, il professore Santi Fedele (ordinario di storia contemporanea all’Università degli Studi di Messina – “Gli eventi storico-politici a premessa della spedizione dei Mille”), il Maggiore Enrico Casale (studioso di storia militare – “La presenza militare a Messina nel luglio del 1860”), il professore Vincenzo Caruso (direttore del Museo “Forte Cavalli” – “I cannoni di Capo Peloro – fasi di recupero e interventi di restauro”), l’architetto Nino Principato (storico – “Iconografia del fatti d’arme nella Messina del 1860”) e il dottore Mario Sarica (curatore del “Museo di Cultura Popolare dei Peloritani” – “Giuseppe Garibaldi nella tradizione orale del popolo siciliano”).
Il professore Fedele ha illustrato la situazione politica, sociale e militare del Regno delle Due Sicilie spiegando le motivazioni di fondo che portarono alla spedizione e al successo di Garibaldi nel 1860. Si è soffermato, inoltre, sulle modalità della revisione storica ponendo l’accento sull’importanza delle fonti documentali e della ricerca.
Il maggiore Casale si è soffermato su una approfondita disamina in merito alla situazione militare nella Sicilia borbonica in raffronto con l’esiguità iniziale delle forze garibaldine. Partendo dallo sbarco a Marsala sono stati analizzati, dal punto di vista storico militare, i combattimenti di Calatafimi, Palermo e Milazzo, evidenziando l’incidenza delle perdite sul proseguo delle operazioni e le condizioni dettate per la capitolazione delle Piazze. Peculiare la situazione della città dello Stretto che, a seguito della convenzione “Clary-Medici”, fu occupata dalle truppe garibaldine pur mantenedo un presidio duosiciliano nella Cittadella. E’ stata quindi esaminata la strategia attuata da Garibaldi durante la permanenza in Messina per l’attraversamento dello Stretto, con particolare riferimento alla fortificazione delle coste di Torre Faro.
Il professore Caruso ha ripercorso le tappe che hanno portato il 28 gennaio di quest’anno al recupero dei cosiddetti “cannoni di Capo Peloro”: i lavori, durati circa cinque ore, furono condotti dagli operatori del Comune di Messina, con mezzi speciali, con il coordinamento della Capitaneria di Porto di Messina e sotto l’attenta guida dei referenti della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali della città dello Stretto. Il supporto specialistico fu fornito dal personale qualificato della Brigata Meccanizzata “Aosta” e dell’Arsenale Militare, le cui maestranze specializzate, successivamente, curarono i primi interventi di restauro delle tre bocche da fuoco. Sono state presentate, inoltre, le perizie redatte sulle citate artiglierie da valenti studiosi, italiani e inglesi, di livello europeo e una “notizia” relativa a una petizione dei proprietari e abitanti di Torre del Faro per i danni subiti durante la permanenza delle truppe garibaldine nei mesi di luglio e agosto del 1860.
L’architetto Principato ha proiettato e commentato una serie di immagini, stampe e litografie relative alla presenza dei garibaldini nella città di Messina con particolare riferimento alle tracce ancora oggi esistenti e visibili.
Il dottore Sarica si è soffermato sull’epopea garibaldina nella tradizione orale popolare siciliana. In particolare ha evidenziato come la poesia popolare siciliana, spesso rivestita di musica e dalle antiche e nobili radici che rimandano alla scuola poetica siciliana, costituisce in ogni epoca storica una delle forme d’espressione di tradizione di più rilevante interesse, offrendosi come esemplare tema di studio interdisciplinare. Più specificamente, in relazione ai moti popolari dei primi decenni dell’Ottocento,
e in maniera eclatante in epoca risorgimentale, i versi della tradizione si configurano anche come singolare documento di carattere storico-sociale. Durante l’intervento il gruppo “Kalamos” si è esibito nell’interpretazione di brani popolari.
Al termine è stato possibile visitare il “Museo storico della fortificazione permanente dello Stretto di Messina”, dove in alcune sale è stata allestita, per l’occasione, una mostra storica di armi, uniformi, documenti e cimeli curata dal 5° Reggimento Fanteria “Aosta” e dal 24° Reggimento Artiglieria Terrestre “Peloritani”.
Prosegue, dunque, il cammino della significativa iniziativa di recupero e valorizzazione del patrimonio culturale della città dello Stretto. Fine ultimo dell’attività è stato quello di riscoprire, alla luce delle fonti e dei documenti, un particolare periodo della meravigliosa storia della città di Messina.
(Messina, Forte “Cavalli”, concerto della Banda musicale della Brigata meccanizzata “Aosta”)
(Messina, Forte “Cavalli”, (in primo piano da sx a dx) il generale Luigi Vinaccia, comandante della Brigata meccanizzata “Aosta”, e il dottore Francesco Alecci, Prefetto della Provincia di Messina)
(Messina, Forte “Cavalli”, il tavolo dei relatori: (da sx a dx) il maggiore Enrico Casale, il professore Santi Fedele, il professore Vincenzo Caruso, il dottore Mario Sarica e l’architetto Nino Principato)
(Messina, Forte “Cavalli”, un momento del convegno)
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