All’insegna del ricordo dei martiri delle Foibie di Fiume Istria e Dalmazia, al Palacultura di Messina. Stamani infatti si è svolto l’incontro dal titolo “Le Foibe: il sacrificio degli italiani”, organizzato dal Comitato Dieci Febbraio con la colaborazione del Movimento nazionale Istria Fiume e Dalmazia, dell’A.N.C.D.J. e con il patrocinio del Comune e della Provincia di Messina.
Alla manifestazione hanno partecipato l’assessore alle politiche scolastiche Salvatore Magazzù, l’assessore alle politiche familiari Dario Caroniti, il giornalista Davide Gambale vice presidente del Movimento nazionale Istria Fiume Dalmazia e il dott. Paolo Spadafora studioso delle Foibe.
La manifestazione odierna aveva come scopo principale la diffusione della conoscenza alle nuove generazioni, di questo tragico episodio, che ha caratterizzato l’immediato dopoguerra nel nostro paese e che per troppo tempo è stato offuscato dalla storiografia “ufficiale”. Per questo sono stati invitati, a partecipare all’evento odierno, tutti gli istituti scolastici inferiori e superiori della città.
Proprio al di fuori dell’auditorium era possibile guardare la mostra fotografica con ritagli di giornale e immagini dell’epoca che hanno documentato l’orrore di quei giorni raccontando tante storie dimenticate, tra cui l’uccisone dei 18 carabinieri della caserma di Via Barzellini a Gorizia. Proprio ai giovani si è rivolto l’assessore Magazzù, chiedendogli di non dimenticare e questa tragedia che ha colpito tanti italiani “bisogna guardare la storia con occhio critico – ha sottolineato Magazzù – in modo tale che si riesca a fare un analisi dettagliata dei fatti.
Noi dobbiasmo fare in modo che i nostri giovani si confrontino con le realtà storiche, anche quelle più crude”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento dell’assessore Dario Caroniti, che ha spiegato ai giovani presenti in sala, il significato di questo evento “immaginate se l’esercito di un altro stato, invada Messina dicrendo che non appartiene più all’Italia, costringendo gli abitanti a scappare altrimenti sarebbero andati incontro alla morte. Naturalmente – continua Caroniti – da questa ricorrenza non deve scaturire l’odio verso gli sloveni e i croati, anzi deve nascere una coscienza comune che porti al rifiuto di ideologie personalistiche che nulla hanno a che vedere con la pacifica coabitazione tra i popoli”.
Dopo la spiegazione dello studioso Paolo Spadafora è stato proiettato un filmato molto commovente che racconta non l’orrore di quei giorni, ma anche la diffidenza con cui venivano visti gli esuli nelle altre città italiane, ancora sconvolte dalla guerra civile.
Infine è andato in scena l’omonimo spettacolo, tratto dal romanzo di Tarticchio “Storia di un gatto profugo”, che tratta proprio il tema delle Foibe.
A realizzare lo spettacolo sono stati i ragazzi della compagnia di San Gabriele dell’Addolorata.
Antonio Macauda
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