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MESSINA – Esecutivo Cgil su riforma del lavoro e crisi del territorio

“Mentre la crisi sta colpendo pesantemente il nostro territorio facendo terra bruciata delle imprese e del lavoro, assistiamo a un sostanziale immobilismo delle istituzioni incapaci di dare vita a progetti e programmi che sostengano la ripresa -spiega Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina-. E non è un caso che dopo la Marcia per il lavoro regionale, anche a Messina tutte le forze del mondo del lavoro, sindacati e aziende, abbiano deciso di mobilitarsi unitariamente per chiedere alle istituzioni di cambiare passo, di muoversi perché questo territorio sta morendo”.
Oltre a Cgil Cisl Uil e Ugl, che rappresentano direttamente i lavoratori, sabato mattina nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca ci saranno anche Confindustria, Confcommercio, CNA, Confesercenti, Confartigianato, CIA, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative, AGCI, Casaartigiani, CLAAI, Unicoop, Confapi. “E non è un caso che tutto il mondo del lavoro si trovi unito per chiedere in fondo una sola cosa, di cambiare e iniziare ad occuparsi dei problemi di questo territorio che ha bisogno di infrastrutture, materiali e immateriali, di progettualità, di legalità “, osserva Oceano.
Gli interventi dei dirigenti delle diverse categorie della Cgil provinciale hanno infatti evidenziato non solo il perdurante stato di crisi ma il contestuale aumento dei livelli di disoccupazione, della chiusura di aziende, delle richieste di accesso agli ammortizzatori sociali, della preoccupazione delle persone che non vedono sbocchi. Tema questo che si è inevitabilmente intersecato con l’altro caldo di queste ore, la Riforma del Lavoro che prevede modifiche importanti sul fronte degli ammortizzatori sociali, sulle condizioni di ingresso nel mondo del lavoro e sull’art.18 dello Statuto dei Lavoratori.
A questo riguardo è emersa una forte presa di posizione delle Rsu delle fabbriche sul tema della modifica dell’Art.18 , in particolare sull’abolizione del reintegro nel caso di licenziamento illegittimo per motivi economici. “Una modifica che apre la strada a licenziamenti ingiustificati dietro pagamento di un indennizzo e che scardina quel meccanismo deterrente che fino ad oggi ha impedito ai datori di lavoro di licenziare donne perché diventate mamme, lavoratori perché iscritti al sindacato o perché ammalati, o perché semplicemente non più graditi”, spiega Oceano. Già dalla prossima settimana- annuncia la Cgil di Messina- in tutti i luoghi di lavoro della provincia, scatteranno assemblee dei lavoratori per analizzare e discutere della Riforma e delle modifiche all’art.18.

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