Crisi Polo laterizi. Esaurita la Cassa integrazione ordinaria iniziano i licenziamenti. In dieci anni persi mille posti di lavoro. La Fillea chiede la convocazione di un Tavolo in prefettura.
Gli effetti della crisi in provincia di Messina travolgono anche il settore dei laterizi. Lo denuncia la Fillea, la categoria della Cgil che segue i lavoratori del settore edile, che lancia l’allarme: “Dopo avere esaurito le 52 settimane di cassa integrazione ordinaria, le aziende che sono in difficoltà adesso stanno facendo partire le procedure di mobilità”, spiega Biagio Oriti segretario generale della Fillea Cgil di Messina. Nei giorni scorsi infatti presso l’ufficio provinciale del lavoro è stato dato il via alla prima procedura di mobilità per tutto il personale, 24 tra impiegati e operai, della ditta Salvanni, una delle 10 imprese rimaste, nella zona tirrenica di Messina, a produrre laterizi.
“Una difficoltà non nuova che la crisi economica e il blocco dell’attività estrattiva di alcune cave ha però aggravato.E il rischio adesso è la chiusura definitiva del settore con la perdita di tutti i relativi posti di lavoro”, osserva Oriti.
Nella zona compresa tra i comuni di Pace del Mela, Torregrotta, Venetico Valdina, Saponara e Rometta, il cosiddetto Polo dei laterizi della provincia di Messina, fino a qualche anno fa operavano 40 aziende per una totale di circa 1200 posti di lavoro.
“Oggi le imprese si sono ridotte a 10 e i posti di lavoro rimasti sono 206. Ma la maggior parte di queste fabbriche- ricorda il dirigente sindacale- ha già usufruito della cassa integrazione ordinaria per il massimo arco temporale consentito, 52 settimane. Nel perdurare della crisi, adesso scattano i licenziamenti”.
A determinare le gravi difficoltà del settore, non solo la crisi del settore edile che ha ridotto nell’ultimo quinquennio di circa il 50% il volume degli appalti, ma anche la scarsità di materia prima, l’argilla, riconducibile in alcuni casi a problemi burocratici potenzialmente risolvibili. “Per produrre laterizi queste fabbriche utilizzano cave d’argilla proprie o di privati. Ma in alcuni casi, nei PRG dei comuni, queste cave non sono state previste bloccando così di fatto lì attività estrattiva. Ma se sulla crisi congiunturale poco possiamo, per i ritardi e le difficoltà burocratiche si può e si deve cercare una soluzione”, spiega il segretario generale della Fillea Cgil di Messina che su questo punto chiederà al Prefetto di convocare un Tavolo con tutti i soggetti interessati, sindaci, Ente minerario, Assessore regionale al territorio e le parti sociali. “Occorre riunire rapidamente intorno ad uno stesso tavolo tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda per cercare di salvare 200 posti di lavoro oggi a forte rischio”, conclude Oriti.