In dissenso con la richiesta di dimissioni dell’assessore Daniele Ialacqua, la nota di Beniamino Ginatempo, Presidente Zero Waste Sicilia.
Zero Waste Sicilia non è e non può essere soddisfatta della gestione dei rifiuti a Messina, che ancora è drammaticamente lontana dall’orizzonte che da sempre indichiamo. Ma fare di Daniele Ialacqua il capro espiatorio della situazione attuale non è solo ingiusto, è francamente ridicolo.
Cogliendo al balzo l’assist della Gazzetta del Sud, quasi tutti i capigruppo consiliari hanno trovato comodo reiterare la richiesta di dimissioni, accusando l’assessore di inerzia e di incapacità, per non essere considerati corresponsabili. Certo si sono dimenticati dello stato dei pini della circonvallazione, prima che i problemi causati dalle radici venissero risolti. O dello stato del cimitero. Ma citare questi risultati, nonché ricordare che alcuni consiglieri attuali sono stati nel passato responsabili di emergenze meno giustificate di quelle odierne, sarebbe solo una semplice difesa d’ufficio, mentre Daniele Ialacqua merita molto di più.
Nel passato molte volte abbiamo visto la spazzatura invadere, la città al centro e nei villaggi, e: 1) c’era la discarica di Mazzarrà S. Andrea e non bisognava conferire il tal quale a Motta S. Anastasia; 2) Messinambiente disponeva di molti più mezzi e non erano obsoleti; 3) il servizio costava molto di meno anche perché non c’era la TARI, e quindi non era interamente a carico dei cittadini, e veniva pagato col debito (pubblico) degli ATO; 4) Non c’erano le ordinanze di Crocetta e l’incapacità gestionale della regione che ha strozzato il sistema dovunque in Sicilia. E poi c’è la questione Messinambiente e ATO3, società in liquidazione che non possono investire.
Va detto senza ipocrisie, e senza dare la colpa solo a quelli che c’erano prima, che in passato, Messinambiente e l’ATO3 sono stati due strumenti con i quali veniva gestito il clientelismo a Messina, da tutti i partiti, nessuno escluso. Avevano un preciso mandato: assumete chi diciamo noi, quando lo diciamo noi, conferite i rifiuti dove vi diciamo noi, spendete quello che volete e pagatevi begli stipendi (tanto paga Pantalone), dovete solo lasciare il centro pulito, e d’estate se possibile anche le zone di villeggiatura. Questo ha generato la cancrena incurabile di oggi. Questo ha portato alla ingestibilità del personale, spesso inabile al servizio stradale. Questo ha portato Messinambiente oltre il punto di non ritorno. La costituzione di una nuova società ed il fallimento di Messinambiente, era una priorità che la giunta non ha saputo affrontare per tempo, perché ha insistito, soprattutto con il city manager, sulla aleatoria costituzione di un carrozzone inutile quale la multiservizi.
Alessio Ciacci e Raphael Rossi, portati a Messina da Daniele Ialacqua, ci hanno provato a risanare ed assestare il servizio e s’era visto qualche timido segnale di miglioramento. Ma sono scappati, quando si sono accorti che c’era bisogno di sforzi sovrumani, cosa che Daniele Ialacqua con abnegazione non ha fatto, trasformandosi in parafulmine. Si è poi innestata la drammatica gestione del bilancio 2015, che ha bloccato, per esempio, per 6 mesi gli automezzi acquistati per la raccolta porta a porta a Catania, oltre ad impedire l’ordinaria amministrazione, e quindi gli interventi di normale manutenzione. Ma far partire la raccolta PAP per 100.000 messinesi con la gestione attuale del personale di Messinambiente o scerbare le aiuole con solo due spazzatrici è un inestricabile nodo gordiano. Nonché ripulire le discariche abusive – fatte soprattutto da chi si lamenta del servizio ma lascia senza interruzioni di tutto per la strada – è una impresa titanica. Chi se la sente di affrontarla? Onestà intellettuale vorrebbe che chi chiede le dimissioni di Daniele Ialacqua oggi dovrebbe dire anche che è disposto a prendere il suo posto e cosa pensa di fare per risolvere i problemi.
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