– di Corrado Speziale –
Il dirigente regionale, chiamato a “traghettare” la città fino alla data delle elezioni, si è insediato ieri a Palazzo Zanca. Accolto dalla segretaria generale Rossana Carrubba,
Con atteggiamento deciso e un linguaggio forte, pur non entrando in dettagli politici, Santoro ha messo in chiaro il ruolo della terna commissariale rispetto agli impegni che dovrà affrontare nel brevissimo periodo, anche con riferimento al recente passato, non risparmiando qualche battuta: “Se la Concordia è andata sugli scogli, vuol dire che qualcuno l’ha mandata a sbattere…” L’avviso: “Nessuno in questa città potrà permettersi il lusso di tirarci per la giacchetta”. Le priorità: gestione della macchina comunale, riaffrontare il piano di riequilibrio, ripresa dei rapporti con le istituzioni interne e esterne, garanzia dei servizi ordinari alla cittadinanza. Nei prossimi giorni, la terna si insedierà anche a Palazzo dei Leoni: è la prima volta che un commissario straordinario riveste anche le mansioni di sindaco metropolitano presso la ex Provincia regionale.
Al Comune di Messina il “traghetto” è partito. Condurrà la città fino alla data delle prossime elezioni, previste alle soglie dell’estate. Tre mesi o poco più separeranno questa gestione straordinaria dalla prossima amministrazione cittadina, dopo l’abbandono della “nave” da parte del sindaco Cateno De Luca. Per restare in tema, a comandare questo complesso bastimento che nel suo breve tragitto dovrà affrontare varie insidie, è stato chiamato un comandante “navigato” come Leonardo Santoro, ingegnere con quasi 33 anni di servizio da dirigente regionale con un curriculum fitto d’incarichi e una carriera sempre in ascesa. Dall’inizio di quest’anno è segretario generale dell’Autorità di Bacino del Distretto idrografico della Sicilia.
Traghettamento, dunque, ma non solo, perché Leonardo Santoro ha tenuto a precisare di volersi attenere in tutto e per tutto all’incarico conferitogli: “Questa struttura commissariale ha il dovere di risolvere anche tutte quelle problematiche emergenziali connesse alla garanzia dei servizi ai cittadini legate alle criticità che potranno essere affrontate con i poteri ordinari, destinati dal decreto di conferimento dei nostri incarichi.
Leonardo Santoro, pur mantenendosi distante da qualsiasi giudizio politico, non ha rinunciato ad affermazioni forti: “Occorre affrontare le problematiche soprattutto per ricucire gli strappi. Come struttura commissariale dobbiamo sanare le ferite per consentire di riprendere a svolgere un servizio puntuale nell’interesse dei cittadini. È anche vero – affonda Santoro – che se le ferite sono troppo profonde la struttura commissariale ha il dovere e le funzioni di tagliare carne ed ossa per salvare il corpo dalla cancrena. Se si devono affrontare delle problematiche che oggi impediscono lo svolgimento di un servizio efficiente, la struttura commissariale ha il potere di intervenire”.
Il commissario, tuttavia non si pronuncia oltre e non azzarda: “Di tempi – precisa Santoro – in questo istante non si può parlare. Lavoreremo affinché il Consiglio comunale, in quanto organo di supporto collegiale, possa dare tutto il riscontro possibile all’attività commissariale. La tempistica è legata anche all’analisi dei documenti che dovremo portare all’approvazione del Consiglio”.
Dopodiché, sempre su input dei giornalisti, la risposta di Santoro all’ex sindaco circa la disponibilità da lui offerta per riaffrontare il piano di riequilibrio: “Lo ringrazio a titolo personale, ma tutto questo dovrà rientrare nell’alveo delle mansioni istituzionali del Consiglio comunale e della struttura commissariale”.
Come lavoreranno i commissari: “Opereremo in via collegiale a garanzia di tutti e delle istituzioni. Delegare – precisa Santoro – limiterebbe o creerebbe dei compartimenti di azione all’interno della terna. Nel tessuto sociale e all’interno delle istituzioni vi sono dei rapporti compromessi. È innanzitutto su questi che si deve riavviare il percorso. L’obbligo è quello di portare innanzitutto concordia e sinergia nell’azione, che deve essere pragmatica”. Lo strappo col Consiglio comunale: “Probabilmente le dimissioni del signor sindaco hanno fatto sì che in qualche modo sia decaduta la ragione del contendere. Non entreremo nel merito delle diatribe. Nessuno in questa città potrà permettersi il lusso di tirarci per la giacchetta”. Dopodiché, la risposta del commissario è sottile, circa possibili implicazioni elettorali riguardanti amministratori delle partecipate: “Chiederò ai miei uffici di raccogliere in due pile, rispettivamente, le istanze e le segnalazioni di criticità sui servizi, e le eventuali lettere di dimissioni di chi riterrà con questa gestione commissariale di non avere possibilità di operare”.
In conferenza stampa, anche le impressioni e gli auspici dei due vicecommissari.
Mirella Vinci: “Sono onorata di ricevere questo incarico. So che il tempo scorre veloce e abbiamo tanto da fare. Io amo i fatti e poco le parole.
Francesco Milio: “Abbiamo poco tempo. Messina è una realtà molto grossa. Da qui ai prossimi mesi cercheremo di dare il massimo con sobrietà anche tra di noi, cercando di fare gli interessi della città, portando avanti quelle situazioni inevitabilmente lasciate aperte dalla precedente amministrazione, cercando di consegnare il massimo a chi verrà dopo di noi”. Il viceprefetto giustifica così le sue poche parole, con la mente agli impegni che l’attendono nelle stanze attigue: “Sono breve per carattere…”
A Messina, il dopo De Luca è iniziato.
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