“In provincia di Messina l’artigianato conta circa 59987, di cui quasi 46223 in attività con migliaia di occupati – ha esordito il segretario provinciale Vito Siracusa – ma sempre più realtà soffrono la crisi economica fino a chiudere e media di vita è bassa: due terzi del 2009 sono ancora attivi nel 2012, e il 70% del 2011 ancora presente nel 2012. Il 73% di queste è ditta individuale, mentre quelle con capitali hanno sopravvivenza minore. Nell’arco di appena un anno, dal 2011 al 2012, c’è stato un dimezzamento di queste”. Incisiva la critica nei confronti del Testo Unico dell’assessore regionale Vancheri, che abolisce le commissioni provinciali, definite “unico riferimento x le aziende” e partorisce una nuova commissione con 10 componenti: “Serve un’azione più efficace – ha proseguito Siracusa – anche per quanto riguarda la Crias, cassa regionale che va mantenuta”. E sull’accesso al credito è intervenuto Di Nicolò: “Oggi è quasi impossibile tra centrale rischi, società di reting e richieste di garanzie improponibili. Dobbiamo far ripartire la nostra Crias, l’Artigiancassa, far sì che le pratiche con i confidi vadano in porto senza lunghe attese, perseguire tutte le strade possibili e quelle che possono sembrare impossibili, attivare l’EBAS dove ci sono circa 2 milioni e mezzo di euro non spesi”. E ancora ha parlato di necessità di cercare nuovi fondi per gli start up giovanili “costruendo dei co-working artigiani facendo rete d’imprese flessibili ognuno con le proprie autonomie e nello stesso tempo compatti come un muro”. Circa 720 milioni sono fermi e rischiano di tornare indietro entro l’anno perché non utilizzati e il Piano d’azione e Coesione ammonta a quasi 3 miliardi di euro, anche questi a rischio. Accanto a lui l’on. Filippo Panarello che si è speso contro lo smantellamento di un ente in grado di agire con criteri di trasparenza e correttezza, apprezzato anche per il lavoro sui finanziamenti necessari per la ricostruzione di zone alluvionate e con dissesto idro-geologico: “Le tragedie di Giampilieri, Saponara, ecc. hanno inciso sull’economia locale – ha sottolineato il deputato regionale – ancora su 177 interventi solo 17 sono stati ultimati a distanza di qualche anno, 51 in via di esecuzione e 26 aggiudicati. La Regione ha preso solo 131 milioni dei 305 previsti dall’accordo di programma”. Su 420 pratiche di aiuti alle imprese colpite dalle tragedie, che dovevano essere gestiti da Banca Nuova e poi passati all’Irfis, sono state evase solo 77 nonostante la disponibilità dei fondi. Sul superamento della fase commissariale delle Camere di commercio si è soffermato il segretario regionale Mario Filippello: “Le regioni non potrebbero commissionare gli enti camerali, perché sono le imprese a pagare i diritti. Solo in Sicilia c’è la consuetudine del commissariamento, nel resto del Paese avviene solo in casi gravi e straordinari”. Poi ha parlato di lavoro nero, evasione fiscale e un duro attacco alle compagnie di assicurazione. “La Sicilia è fallita dopo che la Corte dei Conti ha detto che mancano 3 miliardi di euro e le entrate dichiarate sono state ritenute false”.
Dopo il saluto del Commissario straordinario della Camera di Commercio Franco De Francesco, d’accordo su molti punti spinosi delle problematiche del mondo artigiano, anche grazie alla pluriennale esperienza come direttore dell’Ufficio provinciale del Lavoro e alcuni interventi dal pubblico, le conclusioni della mattinata sono state affidate al presidente regionale della Cna Giuseppe Cascone.
Al termine dell’incontro le elezioni dei rappresentanti per il prossimo quadriennio, svolte per acclamazione: Costantino Di Nicolò e Vito Siracusa presidente e segretario provinciale; nel direttivo Maria Previti, Antonio Mastroeni, Egisto Paratore, Francesco Trovato, Luca Calabrese, Tindaro Germanelli; delegazione nazionale Di Nicolò e Trovato, anche in quella regionale insieme con Luca Cambria, Giuseppe Biondo, Vittorio Germanotta, Rino La Spada, Cristiano Santamaria, Luciano Segreto, Giuseppe Cappello, Germanelli e Siracusa.