MESSINA – La crisi del PDL vista dall’interno del PDL
Dal Palazzo

MESSINA – La crisi del PDL vista dall’interno del PDL

 

 

Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ha fatto crescere il dibattito all’interno del centrodestra provocando le reazioni di chi ancora vede il Cavaliere come l’unico nome competitivo per l’elezioni politiche e chi invece sperava in un rinnovamento della classe dirigente.

Ancora non si sa quale sarà il futuro del centrodestra e quali soggetti politici lo comporranno, ciò che è certo è che il Pdl sembra ormai un esperienza superata. È un po’ il segreto di pulcinella che all’interno Popolo della Libertà ci sia un certo imbarazzo verso l’ultimo colpo di teatro del Cavaliere, innanzitutto perché esiste il timore, più che consolidato, che il dibattito politico faccia un salto indietro di 13 mesi anziché guardare al futuro del paese. Inoltre il ritorno del Cav metterebbe una pietra tombale su quei progetti di rinnovamento, attraverso la partecipazione dal basso, sfruttando lo strumento delle primarie, che in molti avevano auspicato anche per il Pdl. 

Sono soprattutto i giovani, in particolar modo quelli dell’area ex AN, ad essere delusi dal ritorno di Berlusconi e dall’immobilismo che il centrodestra sta mostrando a livello nazionale e locale a pochi mesi da appuntamenti elettorali fondamentali “il Pdl è un partito clinicamente morto – è il duro commento di Ferdinando Croce presidente cittadino della Giovane Italia di Messina – ormai da tempo si è esaurita quella linfa che aveva portato alla nascita di questo nuovo soggetto politico. L’immobilismo c’è su tutti i livelli a partire da quello nazionale, con i cosìdetti “colonnelli” di An, che hanno paura di tornare ad essere il partito del 2 %, a livello giovanile dove fin da subito ci doveva essere una convergenza unitaria verso il nome di Giorgia Meloni e così non è stato, e anche a livello locale dove c’è un tatticismo disarmante che non si sa a cosa possa portare.

Noi fin da subito abbiamo proposto lo strumento delle primarie come metodo di partecipazione dal basso per scegliere tutti i candidati, dal sindaco alla Camera dei deputati, ma non è stato preso in considerazione però, al tempo stesso, non è stato proposto nulla di alternativo con risultati fallimentari in ogni competizione elettorale in cui si è misurato il Pdl nell’ultimo anno”.

Non meno impietosa è l’analisi di Francesco Rizzo che a maggio andò contro il partito candidandosi come sindaco di Lipari con la lista Vento Eoliano.

Per Rizzo il ritorno di Berlusconi rappresenterebbe un evidente passo indietro che lo porterebbe anche a soluzioni clamorose “ questo ritorno di Berlusconi mi lascia sconcertato, non si rende conto che rischia di travolgere ciò che di buono è rimasto ed è, per la verità, molto poco – ha commentato duramente Rizzo – mi chiedo che senso ha fare le battaglie interne per chiedere un rinnovamento, maggior partecipazione dal basso se poi un settantaseienne, anche con tutto il carisma del mondo, si permette di far saltare il banco cambiando opinione ogni dieci minuti.

Dimissioni dal partito? Si ci sto pensando, anche perché credo che il futuro, almeno a livello locale, sia rappresentato da movimenti civici che puntino al bene comune e alla valorizzazione dei giovani e validi amministratori come testimoniano le esperienze di Salvatore Bucalo, Nicola Venuto, Davide Paratore, Mauro Aquino e Bernadette Grasso.

Insomma mi auguro che a Messina e provincia soffi un vento nuovo”. Il malessere non è solo a livello giovanile, vista la dura presa di posizione dell’assessore provinciale Michele Bisignano, che pochi giorni fa ha inviato una lettera al segretario Angelino Alfano per esporre il proprio malessere da elettore verso la situazione attuale “il dato delle ultime regionali che è stato sottovalutato da tutti è l’assenteismo dovuto all’assenza di una vera e propria proposta politica, nessuno ha capito, o non vuole capire, che è necessario un cambiamento rapido e deciso.

Sul cambio della legge elettorale – ha affondato il colpo Bisignano – si sta assistendo ad un balletto indecoroso mentre a livello interno prima è stato annunciato il confronto e le primarie poi non è stato fatto più nulla.

Berlusconi non ha capito che ci sta facendo fare una figura meschina  a tutti quanti, la sua candidatura sarebbe un offesa verso il senso dello Stato e della politica internazionale con cui, piaccia o non piaccia, dovremo fare sempre i conti. Per l’Italia- ha continuato Bisignano – sarebbe stato necessario un governo di responsabilità nazionale mentre a livello locale sarebbe ora di accantonare il voto di scambio esaltando i portatori di idee”.

13 Dicembre 2012

Autore:

admin


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