MESSINA – Lavoro e territorio, la Cgil vede nero
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MESSINA – Lavoro e territorio, la Cgil vede nero

cgil_logo_187_x_261Disoccupazione in aumento e sempre più imprese in difficoltà, rispetto al 2009, nei primi sette mesi del 2010 CIGS aumentata di oltre un milione di ore.   Oceano: “In questo sfacelo, invece di programmare la politica si occupa solo di se stessa”. (U.S.Cgil ME) –20 sett’ 10 – “Mentre il nostro territorio va incontro ad una crisi occupazionale ed economica senza precedenti nel dopoguerra, la politica invece di programmare interventi e cercare soluzioni, si occupa solo di assegnarsi posti, incarichi e divedersi compensi”. Il segretario generale della Cgil di Messina, alla luce dei più recenti dati sull’occupazione e sulla situazione complessiva dell’economia provinciale, commenta duramente la mancanza di interventi e strategie da parte della politica e di chi governa.
Drammatici i più recenti dati sul ricorso alla Cassa integrazione nella nostra provincia dove, nei primi 7 mesi del 2010, sono state erogate oltre un milione 200mila ore in più di Cassa integrazione straordinaria rispetto allo stesso periodo del 2009. “Un incremento esponenziale dovuto soprattutto alla crisi del settore industriale, manifatturiero e dei servizi, come la cronaca poi ci conferma – osserva Oceano-. Nel settore privato, oltre agli effetti della crisi, le aziende pagano costi che diventano sempre meno sostenibili sia a causa della criminalità sia per l’assenza e l’inefficienza delle infrastrutture. Come può un’azienda lavorare in un territorio dove i mezzi di trasporto restano bloccati per assenza di carburante o a causa del maltempo? La cosa più semplice diventa chiudere, licenziare e trasferirsi”.
E se nel privato le cose non vanno bene, come dimostrano i dati sulla cassa integrazione, nel pubblico se possibile vanno pure peggio.
“Quest’anno, più di millecinquecento posti di lavoro tagliati solo nella scuola, migliaia di contratti a tempo determinato non rinnovati nelle pubbliche amministrazioni, tagli alle risorse destinate agli uffici pubblici e agli enti locali  che si sono tradotti in altrettanti tagli ai servizi collegati, le imprese di pulimento, le mense, i servizi ai cittadini- denuncia Oceano-. Meccanismi che penalizzano il mezzogiorno due volte: la prima con la perdita netta di migliaia di posti di lavoro, la seconda con la perdita di quei servizi che servono ai tutti i cittadini, dalle scuole ai servizi sociali. E tutto questo nel più assoluto immobilismo delle nostre classi dirigenti”.
Oceano ricorda come sindacati e imprese avessero insieme sollecitato la politica locale ad avviare sedi di confronto con l’obiettivo dichiarato di programmare a individuare percorsi di rilancio del territorio. “Tavoli finiti in una bella foto o un titolo imponente poi prontamente occultati. Eppure, noi che li avevamo richiesti, non cercavamo visibilità ma progetti. E senza progettare soluzioni, i problemi di questo territorio possono solo peggiorare”.
La Cgil ricorda che dal 2007 al 2009 in provincia di Messina si sono persi oltre 11mila posti di lavoro e che il tasso di occupazione nella fascia 25-34 anni è sceso al 48% contro una media nazionale del 67,5%.
“I nostri giovani, le menti e le energie migliori non possono trovare sbocchi in questa situazione. E se il governo nazionale con le proprie scelte  penalizza fortemente il mezzogiorno tagliando risorse oltre che non stanziandone, non fanno meglio i nostri amministratori ai quali chiediamo a gran voce una programmazione seria di interventi, di progetti, di infrastrutture”.

20 Settembre 2010

Autore:

admin


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