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MESSINA – “Le città…isibili”, quei luoghi immaginari di ricerca e conquista degli spazi negati

Sono “Le città…isibili”, e quando in esse arte, creatività, fantasia, professionalità, profonda cultura del sociale, si fondono in un’unica entità, diventano gli strumenti vincenti per la conquista di quegli spazi negati al vivere civile.

Le associazioni La Ragnatela onlus ed Il Cantiere dell’Incanto, hanno organizzato un’ originale ed apprezzabile performance – concerto, presso la “Casa del Con” di via Maddalena a Messina, proprio per dare spazio alla libera espressione di un gruppo di ragazzi in difficoltà, affiancati, alla pari, da artisti, per così dire, “normodotati”, nel segno dell’uguaglianza dentro un percorso condiviso con amore ed entusiasmo.

I laboratori Suono & Ritmo e DArt, che all’interno de “La Ragnatela” vedono impegnati tanti ragazzi nei percorsi di educazione alla musica ed alle arti figurative, hanno curato, rispettivamente, le improvvisazioni musicali, le installazioni e gli oggetti scenici.

I testi, fatta eccezione per qualche frase di Italo Calvino (dalle cui “Città invisibili” ne viene tratto chiaramente il titolo) e Dino Buzzati, sono stati creati interamente dai protagonisti, che hanno messo in scena, dopo averli raffigurati anche graficamente, i particolari di luoghi a loro cari, ricordati o semplicemente desiderati, con le suggestioni ed il senso poetico che li contraddistingue.

E ad arricchire il tutto di ulteriore bellezza e musicalità, hanno contribuito le espressioni onomatopeiche trascritte, disegnate e recitate dai ragazzi, che risuonavano come note rivelatrici di segni tangibili della loro vita quotidiana, all’interno della quale aspirano a possedere e gestire i loro spazi “insieme: questa è la parola che più di tutte dice il modo della relazione”, scrivono nel documento informativo i curatori della rappresentazione.

Ed è così che Andrea C., a Santa Margherita, viene catturato dal “respiro del mare”; Alessandra L., in via G. Bruno, dalle “voci di Romeo e Sara”; Giuseppe G., a Liuzzo, dal “rumore della macchina”; Giovanna L. M., in via Maddalena, dal “fischio del treno grigio”; Francesca L., a Tortorici, dal “fruscio del castagno”; Silvio L.F., a Pezzolo, dalla “mamma che chiama”; Francesca B., in viale Annunziata, dal “suono del torrente”, Angelo T., su viale della Libertà, dal “rumore delle navi sul molo”; mentre ad Angela R., a Ganzirri, è rimasto impresso “il rumore della sedia”.

Il tutto scorre lungo binari fluidi senza pregiudizi di sorta, dove gli steccati quotidiani nulla possono dinnanzi a tanta voglia di conquista di spazi, suoni, emozioni, nel segno di una dolce ed innocente – ma non per questo poco incisiva – voglia di rivalsa nei confronti di un mondo sbagliato che disconosce l’uguaglianza e l’accettazione dell’altro.

Saper cogliere le energie positive di questi ragazzi, la loro voglia di vivere, partecipare e comunicare, trasponendo nell’arte tutte le loro vicissitudini quotidiane, è uno dei principali

esempi che si colgono nella performance.

Quello dei laboratori DArt e Suono & Ritmo è un impegno volto alla costante ricerca di esperienze da assemblare in “un comune progetto che usa l’arte come strumento di liberazione espressiva” tiene a precisare chi investe tempo e risorse in questo progetto d’eccellenza.

Ed assieme ad essi, Il Cantiere dell’Incanto, nato nel 2002, si impegna a proporre, utilizzando il linguaggio universale della musica e dell’arte,“l’ecologia nella comunicazione attraverso l’ascolto della natura e degli altri”.

Concetti, questi ultimi, che sono tra i principali temi ispiratori delle molteplici iniziative svolte periodicamente da queste associazioni, tra cui “Il Bosco in Concerto”, spettacolo dalle mille suggestioni, organizzato annualmente sui monti Peloritani, che nella primavera del 2012 raggiungerà lo straordinario traguardo delle 10 edizioni.

E poi occorre citare le collaborazioni di altissimo profilo, come quella del trombettista Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e della flautista Alessandra Giura Longo, la quale ha partecipato a quest’ultima messa in scena vestendo la maschera del Merlo nero, figura che scruta dall’alto, penetra negli spazi, aiuta e unisce.

Ed è proprio nel segno dell’unione che occorre elencare, tutti insieme, in ordine rigorosamente alfabetico, senza distinzioni tra educatori ed allievi, gli artisti che hanno lanciato questo messaggio, in cui il sogno ha infranto ogni barriera, divenendo un’auspicata realtà, altrimenti negata, “rendendo…isibile l’invisibile”: Francesca Billé,  Andrea Coglitore, Serena Dascola,  Giuseppe Gentile,  Silvio La Fauci,  Giovanna La Maestra,  Alessandra Licata,  Francesca Licata, Giampaolo Palumbo,  Angela Ragusa,  Angelo Tripodo.

Le video-installazioni che hanno accompagnato la recitazione sono state curate da Alessandra Licata, mentre Piero Botto ha creato le luci e l’allestimento.

Corrado Speziale

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