di Corrado Speziale
Erano questi gli slogan più urlati, che hanno accompagnato la manifestazione “No Ponteâ€Â, la seconda di quest’anno, svoltasi martedì sera a Torre Faro, villaggio all’estremo nord della città, le cui aree sembrano destinate a fare da base alle strutture della mega opera, con totale stravolgimento della morfologia dei luoghi, nel caso dovessero attuarsi i piani del Governo nazionale.
“I soldi del Ponte per la sicurezza dei territori†era il titolo del documento diffuso dagli organizzatori della “Rete No Ponteâ€Â, che a due mesi esatti dal disastro avvenuto nella zona sud di Messina, ha così ricordato il tragico evento, scegliendo questa data per la manifestazione, le cui finalitàerano quelle di fare da preludio alla prossima, a carattere nazionale, prevista a Villa S. Giovanni il 19 dicembre, a quattro giorni dalla “annunciata†apertura dei cantieri della nuova stazione ferroviaria di Cannitello, opera ritenuta “compensativa†al progetto del Ponte sullo Stretto.
Circa 1000 persone, certamente tante, tenuto conto delle cattive condizioni meteo e della giornata lavorativa, hanno sfilato in corteo, partendo dal “Faro Motel†di via Circuito a Torre Faro, percorrendo un lungo tratto della stessa, per poi svoltare dentro i vicoli del villaggio fino a Capo Peloro, con raduno nell’area antistante il parco letterario Horcynus Orca, proprio sotto il Pilone, dove gli attivisti si sono alternati al microfono esternando a gran voce i motivi della protesta. Hanno preso parte alla manifestazione anche alcuni abitanti “sfollati†della zona sud, che si trovano alloggiati nelle strutture ricettive situate tra Faro e Mortelle.
A far da “ariete†al corteo, come consuetudine, il gigantesco striscione bianco e rosso riportante la scritta “No Ponteâ€Â, emblema storico del movimento che da anni si batte contro la realizzazione dell’opera.
“Con questa manifestazione rivendichiamo le risorse investite per il Ponte affinchè vengano impiegate per la messa in sicurezza del territorioâ€Â, dice Gino Sturniolo, esponente della “Rete No Ponteâ€Â, nella premessa del proprio intervento, ma subito dopo dirige il discorso dando delle risposte su una polemica degli ultimi giorni: “Nei nostri confronti è stata portata avanti una campagna di boicottaggio, è stato detto che avremmo vietato la partecipazione al corteo ad una parte di coloro che vi volevano partecipare, quando invece noi non abbiamo mai impedito la partecipazione a nessuno, quindi è chiaro, e lo diciamo pubblicamente, che questa è una cosa provocatoria e strumentale portata avanti da chi sta cercando di dividere il movimentoâ€Â, ed aggiunge: “Il 23 dicembre, probabilmente, inizieranno i lavori e noi abbiamo detto sin dall’inizio che quel giorno saremmo stati lì a bloccare i cantieri. Abbiamo sempre detto e fatto tutto a viso aperto, e confermo che quel giorno bloccheremo i cantieriâ€Â. Anche Tonino Cafeo non si sottrae alla polemica definendo “sciacalli†coloro che hanno cercato di impedire il successo di questa manifestazione aggiungendo, in linea con chi l’ha preceduto: “Siamo arrivati al momento decisivo, giorno 23 aprono i cantieri e noi il 19 dobbiamo essere tutti lì, a Villa San Giovanni, e Messina deve dare un grandissimo contributo alla manifestazione nazionale contro il Ponte e contro questa logica criminale e coloniale delle grandi opere. Noi abbiamo bisogno di energia pulita, scuole, e soprattutto della messa in sicurezza del territorio†e conclude dicendo che “è arrivato il momento della non collaborazione, della disobbedienza civile, di opporci con i nostri corpi all’apertura dei cantieriâ€Â. Dopo di loro ha preso il microfono, tra gli altri, Santino Bonfiglio, che ha rivolto un appello per gli alluvionati, auspicando che le risorse del Ponte vadano stanziate a loro beneficio; il Segretario regionale di Rifondazione Comunista Luca Cangemi, il quale ha fatto cenno alla drammatica situazione della Fiat di Termini Imerese, definendola, assieme al Ponte ed i “disastri annunciati†di Messina, “l’immagine, la metafora di questa Siciliaâ€Â, avvertendo tutti che “la battaglia contro il Ponte non può essere persaâ€Â. Sul finire del dibattito è intervenuto anche Daniele Ialacqua, il quale, riguardo la ricorrenza dell’alluvione, ha denunciato che “non si è più parlato delle responsabilitàpolitiche su ciò che è successo a Messinaâ€Â, annunciando che è in corso la stesura di un dossier su quanto accaduto.
Nel corso del breve sit-in davanti allâ€ÂHorcynus si sono inseriti tra gli oratori anche rappresentanti dell’attivismo calabrese, lavoratori precari delle navi traghetto ed una signora in rappresentanza della comunitàdi Scaletta Zanclea.
Appuntamento, quindi, il 19 dicembre sull’altra sponda, a Villa San Giovanni, giorno in cui la cittadina portuale dello Stretto vestirài colori del dissenso, stavolta proveniente dall’Italia intera.ÂÂ
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