Risultato: i passeggeri persero irrimediabilmente l’aereo, con conseguenti disagi e danni economici.
Qualche giorno prima un’altra imbarcazione aveva vissuto un’esperienza simile, con principio d’incendio di un motore. Ma nei mesi precedenti altri ritardi e disservizi vari avevano segnato l’attività del servizio navetta che avrebbe dovuto, una volta per tutte, risolvere l’annoso problema del trasporto veloce tra le sponde dello Stretto.
Il S.A.S.Ma.N.T. – Sindacato Autonomo Stato Maggiore Navi Traghetto F.S.- Messina, presieduto dal comandante Sebastiano Pino, già lo scorso 12 aprile aveva denunciato i disservizi del consorzio, rimarcando le responsabilità sulla gestione dell’attività che presentava non poche carenze. Tra le cause degli inconvenienti verificatisi rientrava sì quella della mancata pulizia delle acque del porto, ma questa, secondo il sindacato, non poteva essere utilizzata come giustificazione, tanto da farsene un alibi, poiché altre questioni, ben più importanti, avevano provocato la mancanza di continuità del servizio.
La denuncia del S.A.S.Ma.N.T. parla quindi chiaro: il problema è la gestione dei mezzi di riserva, ossia le imbarcazioni da tenere a disposizione al fine di garantire quella “prontezza operativa” tale da far scongiurare “la soppressione di corse dovute ad improvvisa indisponibilità di un mezzo navale per qualsiasi motivo tecnico, compreso l’occlusione dei propulsori”.
Ed a tal proposito il comandante Pino tira fuori il Capitolato tecnico della Gara d’Appalto, il quale non lascia adito a dubbi, poiché nel caso specifico prevede la disponibilità di “Quattro mezzi veloci di capacità non inferiore a 250 passeggeri; un mezzo veloce di riserva da utilizzare in caso di avaria occasionale o in caso di picchi di traffico”.
L’esponente sindacale, alla luce di tutto ciò, trae le ovvie deduzioni, sorrette da logico fondamento: “Solo per ragioni di economia il mezzo navale di riserva osserva l’orario di lavoro con un solo equipaggio, dalle 06.00 alle 14.00. Per tale motivo, al di fuori di tale fascia oraria, non possono essere sostituiti i mezzi navali in avaria”.
E quindi va giù deciso: “Riteniamo che questa scelta rappresenti una violazione contrattuale, che penalizza l’utenza. Infatti, anche se il problema della pulizia delle acque del porto è un problema reale e l’Autorità Portuale ha l’obbligo di far rispettare l’appalto di pulizia, se il mezzo navale di riserva fosse stato operativo alle 5.00, i passeggeri non avrebbero perso l’aereo”.
E conclude ponendo una domanda, molto semplice, non priva di contenuti chiaramente provocatori: “Chi controlla il corretto funzionamento del servizio appaltato con soldi pubblici?”
Il S.A.S.Ma.N.T. e tutti gli utenti che giornalmente devono fare i conti con il servizio di trasporti nello Stretto, assieme all’intera cittadinanza, attendono una risposta che si spera non tardi ad arrivare.
di Corrado Speziale
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