– di Corrado Speziale –
Il torrente Annunziata, uno dei più importanti corsi d’acqua che attraversano il tessuto urbano di Messina, ai suoi margini è sempre più “soffocato” da un’intensissima viabilità a servizio di varie strutture e insediamenti urbani dove risiedono migliaia di cittadini. A fronte di ciò, le sue condizioni risultano altamente critiche, sia dal punto di vista strutturale che idraulico: il fondo alveo sta cadendo a pezzi. Un progetto è stato adesso inserito in un’apposita lista che beneficia dei finanziamenti per la progettazione esecutiva dei lavori di sistemazione dell’alveo, ma desta altrettanto scalpore e preoccupazione il ritardo sulle scelte riguardo alla viabilità, importante quanto quella dei torrenti coperti Boccetta, Zaera e Gazzi. In tal senso, un progetto preliminare, redatto autonomamente da un professionista, è stato fatto proprio dal Comune e inserito anch’esso in quella lista, ma per la sua attuazione si prevedono tempi lunghi. Tra breve, viale Annunziata sarà interessato da un forte incremento del transito da e verso la zona nord della città, dovuto al completamento degli svincoli autostradali di Giostra. Eppure, nella programmazione delle opere pubbliche, alla viabilità limitrofa al torrente non è stata data la dovuta priorità. Così, paradossalmente, all’Annunziata si sta dando precedenza a opere che accrescono il flusso di auto, senza prevedere in tempi idonei quelle che in futuro dovranno assorbire e far defluire il traffico.
Quella del torrente Annunziata è la storia di un corso d’acqua in piena città al quale, ad un certo punto, sembrava toccare il destino degli altri torrenti coperti, trasformati in importanti strade cittadine: Portalegni (l’attuale via T. Cannizzaro/P. Castelli), Boccetta, Giostra, Zaera (il viale Europa), Gazzi, Papardo, Trapani, San Licandro. Invece, la drammatica “svolta” del 27 settembre 1998, allorquando il grosso bacino che origina dal monte Ciccia, ingrossatosi per la piena, segnò la drammatica fine di Nino, Maria e Angela Carità, sembra che ne abbia tracciato un futuro problematico: un intero tratto di torrente in zona fortemente urbanizzata è stato dimenticato. La storia gli è girata intorno. Invero, il tratto terminale dell’immissario Ciaramita, luogo della tragedia, ha visto sorgere opere idrauliche importanti. Parallelamente, l’altro braccio, accanto al quale sono sorti la cittadella universitaria e il centro sportivo, è stato trasformato in un’importante strada d’accesso con diramazione per la galleria S. Jachiddu, che porta agli svincoli di Giostra. E il tratto principale del torrente Annunziata, in pieno centro abitato, dopo quella drammatica alluvione di diciotto anni e mezzo fa, che interventi ha avuto? Nessuno. L’alveo è ancora lì, sempre più dissestato, con maggiori rischi rispetto ad allora. E in parallelo, di miglioramento della viabilità, neanche l’ombra. In sintesi, il torrente Annunziata è coperto a monte e a valle, mentre nella parte che va dall’istituto F. Bisazza al centro commerciale C.O., regna il degrado più assoluto sia in termini di tenuta dell’alveo che di fruizione delle carreggiate ai margini del torrente. E la situazione si fa sempre più caotica e ingarbugliata: lungo il versante a monte, sono sorti in maniera massiccia insediamenti abitativi tali da ospitare migliaia di persone e quindi di automezzi, lo svincolo autostradale, le cittadelle universitaria e sportiva, il PalaNebiolo e il campo di baseball, i plessi degli istituti comprensivi E. Vittorini e Beata Eustochia, gli istituti superiori E. Basile e F. Bisazza, la nuova chiesa Santa Eustochia, i collegamenti con tutte le contrade vicine. I pullman navetta dell’Università, gli autobus e altri mezzi grossi, incrociandosi spesso in corrispondenza del centro commerciale, provocano il caos. Insomma, l’aspetto viabilità molto spesso sfiora il collasso: davanti al C.O. la strada si riduce ad un palmo di larghezza per cento metri d’inferno. Non è da meno l’aspetto strutturale del torrente, dove lo sfondamento dell’alveo in calcestruzzo è prossimo a provocare lo scalzamento delle fondazioni dei muri in c.a., a loro volta scrostati – concepiti a suo tempo come spalle per la copertura mai realizzata – con rischio di sifonamento e cedimento dei limitrofi corpi stradali. Una situazione davvero critica, che merita interventi immediati e indifferibili. Negli anni se n’è parlato, ma nulla è stato fatto. Il Programma triennale OO.PP., specchio della gestione amministrativa, ha assunto l’aspetto di “sabbie mobili”. Al n. 113, con priorità bassa, 3 su 3: “Progetto per la sistemazione idraulica del torrente Annunziata e ricostruzione dell’alveo dissestato”, importo lordo 2.000.000 di euro. Sicuramente pochi per risolvere il problema e soprattutto manca un progetto esecutivo. Solo recentemente da Palermo è arrivata la disponibilità ad accedere ad un fondo che attiva i finanziamenti per la progettazione. E’ una disposizione del Commissario straordinario delegato all’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, in ordine al DPCM del 14 luglio 2016 sugli interventi contro il dissesto idrogeologico, su delibera Cipe del 20 febbraio 2015, che in tal senso ha assegnato fondi al Ministero dell’Ambiente. Un’annotazione significativa: nella stessa lista, forte della “pole position”, con priorità 1 sul Programma triennale, spicca la sistemazione del torrente Catarratti – Bisconte, importo 30.000.000 di euro. La sua progettazione era già definitiva. Di questa incredibile differenza (posizione 1 con 113, priorità 1 con 3 e importo 30 milioni con 2) tra il torrente Catarratti e l’Annunziata, l’attuale Amministrazione comunale dovrà dare conto alla città.
L’Annunziata è un nodo le cui criticità sono sotto gli occhi di tutti, così come lo sono le attività e le previsioni che lo riguardano.
Gli svincoli autostradali in corso di completamento, abbinati al consolidamento del viadotto Ritiro, ad opera del Cas, stanno procedendo regolarmente, nonostante lo scossone delle recenti misure giudiziarie a carico di qualche dirigente del Consorzio. In cantiere stanno lavorando sulla rampa e sul giunto. Il bypass sarà pronto entro la prossima estate con uscita a Ritiro e proseguimento sulla A 20 in direzione Palermo. Tra un anno, secondo programma, sarà pronto lo svincolo definitivo in uscita e in prosecuzione in direzione Palermo. In direzione opposta, invece, bisognerà attendere l’ultima fase dei lavori, dopo il consolidamento delle pile e la sostituzione degli impalcati del viadotto. Tempi previsti: tra circa seicento giorni si chiude il contratto. Così facendo, l’autostrada sarà nel pieno della fruibilità in tutte le direzioni in uscita e in entrata dallo svincolo di Giostra con diramazione Annunziata, mentre sull’omonimo viale che la collega alla zona nord della città continuerà a regnare il caos dovuto all’inadeguatezza delle carreggiate.
Nelle scelte del Comune, appaiono ancora nel Programma triennale due opere di viabilità che precedono le altre, tendenti paradossalmente ad accrescere il volume di traffico in zona: il raddoppio della galleria tra Giostra e Annunziata, per quasi 90.000.000 di euro (al n. 46) e la copertura del tratto terminale in prossimità del Baby park, per poco più di 1 milione di euro (al n. 85). E siamo al progetto “integrato” di sistemazione idraulica e viabilità al momento più importante, che dovrebbe segnare discontinuità col passato: “Lavori di riqualificazione urbana, miglioramento della viabilità, messa in sicurezza e rinaturalizzazione dell’alveo dissestato del tratto urbano del torrente Annunziata”. Si tratta di un’idea-progetto concepita da un professionista, l’ing. Andrea Bonaccorso, su sua iniziativa in seno all’associazione Progetto Eden e donato al Comune che l’ha fatto proprio come “preliminare”, dopo che per vari motivi erano falliti altri progetti di copertura del torrente. Prevede tre aree in attraversamento del corso d’acqua, in zone strategiche per la viabilità. L’importo lordo è poco più di 6 milioni di euro. Anch’esso è inserito nel fondo della progettazione assieme a quello della sistemazione dell’alveo, per cui urge renderli entrambi esecutivi. Anche qui un inciso sul Programma triennale: è al n. 163 con priorità 3. Molto in fondo alla classifica rispetto all’importanza che riveste. Il Piano è sicuramente da aggiornare e i progetti da attuare, ma se non ci si dà una mossa l’Annunziata potrà attendere ancora chissà per quanto tempo in mezzo al caos e ai pericoli quotidiani.
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