Si terrà a Messina, martedì 26 giugno alle ore 19 alla Marina di Nettuno, la prima presentazione pubblica del romanzo “Il Cristo ricaricabile” (edizioni Meridiano Zero) di Guglielmo Pispisa.
Pispisa già pubblicato i romanzi “Multiplo” (Bacchilega Editore, 2004), “Città perfetta” (Einaudi Stile Libero 2005), “La Terza Metà” (Marsilio 2008) e fa parte dell’ensemble narrativo Kai Zen, con cui ha scritto “La strategia dell’ariete” (Mondadori 2007) e “Delta Blues” (Verdenero 2010).
Ad affiancare l’autore nell’incontro con i lettori, organizzato da Daniela Bonanzinga dell’omonima libreria, saranno Dario Tomasello e Giovanni Boncoddo.
“La qualità narrativa in assoluto più rilevante del romanzo – sottolinea Dario Tomasello, docente universitario e drammaturgo – è la capacità di Guglielmo Pispisa di calibrare il lirismo coraggioso (solare o umbratile) e l’ironia che, solo in apparenza, lo disinnesca. E l’evoluzione di Pispisa da “Multiplo” a “Città perfetta”, da “La terza metà” a “Il Cristo ricaricabile” è proprio all’insegna di un perfezionamento, del precisarsi di questa vena”.
Non a caso, Giovanni Boncoddo, attore e regista, ha scelto d’imperio il prologo e una pagina dedicata all’abbandono per i suoi reading del 26. “Il prologo, perché non riesco ad immaginare niente di meglio per presentare questo libro ed il capitolo della presa di coscienza dell’io narrante rispetto all’essere stato abbandonato dalla giovane Nina perché il tema dell’abbandono mi è apparso assai presente nel libro”.
D’altronde, “Il Cristo ricaricabile” ha più livelli di lettura, come ricorda Jadel Andreetto, l’editor che si è occupato del romanzo per Meridiano Zero e “compagno di avventura” dell’autore nell’ensemble narrativo Kai Zen di cui entrambi fanno parte insieme con Bruno Fiorini e Aldo Soliani. “Il primo e il più immediato livello di lettura – dice Andreetto – è quello della narrativa di genere divertente, rapida e coinvolgente, ma, terminata la lettura, si scopre che per uno strano effetto trompe l’œil il romanzo scava più in profondità di quanto non voglia far sembrare. Quando lo si ripone in libreria non lo si dimentica e non lo si archivia”.
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