E’ la festa più importante celebrata dal buddhismo. L’evento, organizzato dal Centro buddhista di Messina e da Sangha dello Stretto, si è svolto sabato pomeriggio e vi hanno partecipato circa 150 persone.
Scopo principale della manifestazione, la diffusione del Dharma. Messina si rivela così accogliente e aperta verso culture e religioni distanti dai culti e dalle tradizioni locali. Antonella Angileri Tenzin Nanwuang, di Sangha dello Stretto: “Conoscere il buddhismo è importante anche come fatto culturale. Bisogna ricordare che esso è soprattutto una filosofia di vita”.
Immaginare per le strade di Messina, città legata indissolubilmente alla religione e alla tradizione cattolica, una processione per celebrare il Wesak, la più importante ricorrenza buddhista, fino a qualche anno fa sembrava a dir poco improbabile.
Eppure, adesso, ciò è avvenuto. Sabato pomeriggio, circa 150 persone hanno festeggiato, in corteo, il Buddha Shakyamuni, nella celebrazione della sua nascita, dell’illuminazione e del parinirvana, ossia la morte con l’entrata nel nirvana del Buddha, per così dire, “storico”, ossia colui che è da sempre considerato una delle più importanti figure spirituali e religiose dell’Asia.
E’ stata la prima volta che a Messina si celebrava un evento simile, il più importante per il buddhismo, che rievoca, in occasione del plenilunio di maggio, quanto accaduto 2.560 anni fa.
La manifestazione, coloratissima, tra costumi della tradizione buddhista, simboli e fiori, si è concentrata intorno alla statua del Buddha, regalando un colpo d’occhio che ha animato di effetti e spiritualità il centro cittadino. Il corteo è partito intorno alle 17,30, da Piazza Unione Europea per concludersi in piazza Castronovo, con il raduno finale dei partecipanti, dopo aver percorso, così, un buon tratto della via Garibaldi.
Molti messinesi non sono stati ben informati sull’evento, eppure alla manifestazione si è registrata una buona partecipazione.
Ad organizzarla, sono stati il Centro buddhista di Messina, portato avanti dalla comunità cingalese e Sangha dello Stretto, la cui responsabile e organizzatrice degli eventi è Antonella Angileri Tenzin Nanwuang. Sopra tutti, a far da guida spirituale e da punto di riferimento, il maestro, nonché presidente e direttore spirituale, Wilachchiya Vijaya Dhamma Thero.
Lo scopo principale dell’evento è stata la diffusione del Dharma: il fondamento, l’insegnamento predicato dal Buddha. Nel caso specifico, delle “4 nobili verità” rivelate dallo stesso.
“Il Wesak – ci ha detto Antonella Angileri Tenzin Nanwuang – per il mondo buddhista è la festa più importante che si possa celebrare. Dunque per Messina è stato un evento straordinario. Per questo abbiamo constatato che le persone erano positivamente incuriosite”. La responsabile di Sangha dello Stretto si è poi soffermata sulle finalità dell’evento: “Conoscere il buddhismo è importante anche come fatto culturale, perché bisogna ricordare che esso è soprattutto una filosofia di vita e non una religione con dogmi e dottrine. Il buddhismo ti aiuta a capire la realtà della sofferenza e ti insegna come fare per superarla. Gli uomini che riescono a capirne il profondo significato saranno liberi dalla sofferenza”. Infine, confida in un miglior successo per la prossima occasione: “Il prossimo anno contiamo di organizzare l’evento di domenica al fine di permettere a più persone di partecipare”. Il buddhismo messinese, così, si promuove come una realtà in divenire, tutta da scoprire.
Messina, anche in virtù della corposa presenza in città di molte comunità straniere, tra cui quella cingalese, si rivela così accogliente e aperta verso culture e religioni ben distanti dai culti e dalle tradizioni locali, discendenti rigorosamente dalla religione cattolica.
Riguardo a quest’ultima comunità, che a Messina presenta anche una notevole componente cristiana, occorre ricordare che a cavallo dello scorso 13 marzo, a Palazzo Zanca, fu ospitato il Servizio Consolare mobile dell’Ambasciata dello Sri Lanka, al fine di agevolare il disbrigo di pratiche diplomatiche ai cingalesi-messinesi. Neanche a farlo apposta, quella mattina nella Sala Giunta si è svolta l’Ora di Silenzio per la Pace, cui ha partecipato anche la comunità buddhista cittadina. Una coincidenza casuale, ma che in considerazione delle aperture e delle inclinazioni del sindaco Renato Accorinti e del modello culturale che lo stesso intende portare avanti, alla fine, tanto casuale non è.
di Corrado Speziale
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