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MESSINA – “Profumo di Libertà”, manifestazione nel ricordo della strage di Capaci. Fotogallery

di Corrado Speziale

“Chi non ha paura muore una volta sola”.
E’ stato questo il motto ispiratore della manifestazione organizzata dall’associazione “Energia Messinese”, svoltasi ieri a Messina, nel ricordo del 18° anniversario della strage di Capaci, in cui vennero barbaramente trucidati dalla mafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo ed i tre uomini della scorta: Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
Al momento di radunare e sensibilizzare la cittadinanza intorno alla cultura della legalità e della solidarietà, l’associazione apartitica messinese, già in passato a fianco di Beppe Grillo e Sonia Alfano, in linea e nel rispetto della denominazione che si è data, non fa mai mancare la propria spinta propositiva e organizzativa, in difesa dei valori fondamentali della convivenza civile in uno Stato democratico.
La giornata è iniziata e si è conclusa a piazza Cairoli, dove in mattinata sono stati allestiti dei banchetti informativi sulle attività ed i progetti promossi da alcune associazioni, nell’interesse della cittadinanza, mentre nel pomeriggio si è dato vita al raduno di tutti i partecipanti. Alle 17,59 esatte, momento in cui avvenne l’attentato, è stato rispettato un minuto di silenzio, al quale hanno partecipato anche il sindaco Buzzanca ed il presidente del Consiglio comunale Previti.
Completata la fase del raccoglimento in memoria delle vittime di Capaci, un corteo, rigorosamente senza colori politici, ha preso il largo percorrendo via T. Cannizzaro, via A. Martino, via S.Cecilia, con rientro dal viale San Martino in piazza Cairoli. Qui, nel tardo pomeriggio, si sono susseguiti numerosi interventi da parte di chi ha voluto portare personalmente la propria testimonianza, anche attraverso collegamenti telefonici predisposti dagli organizzatori, nel ricordo delle vittime della mafia, facendo conoscere il proprio impegno contro la criminalità ed il malaffare, anche quando queste si manifestano in forma subdola, offrendo come “facciata” insospettabili strutture di ogni genere.
Sul tema sono intervenuti, tra gli altri, Antonio Mazzeo, autore del recente libro di successo “ I padrini del Ponte – affari di mafia sullo stretto di Messina” (Edizioni Alegre, Roma); Pino Maniaci, direttore di “Telejato”, emittente di Partinico in prima linea nella lotta contro la mafia, che ha raccolto l’eredità morale di “Radio Aut” dai cui microfoni Peppino Impastato puntava il dito contro gli “uomini d’onore” della zona; Ignazio Cutrò, imprenditore che ha denunciato i suoi estorsori; Donatella Aloisi, figlia di Ignazio, guardia giurata uccisa a Messina tanti anni fa e che ancora attende giustizia; Gianluca Manca, fratello di Attilio, giovane medico morto misteriosamente nel 2004 a Viterbo, ritenuto ormai, senza ombra di dubbio, una vittima di mafia, ma a distanza di tempo ancora non riconosciuta come tale.
Un momento particolarmente toccante e denso di significato è stato quello della consegna, da parte dei responsabili di “Energia Messinese” alla famiglia Manca, del ritratto del giovane e virtuoso urologo, disegnato da Lelio Bonaccorso, bravissimo vignettista, autore del fumetto su Impastato dal titolo “Un giullare contro la mafia”. Lo stesso artista ha prodotto la suggestiva raffigurazione dei dieci personaggi, vittime della mafia, che hanno fatto da sfondo sul palco, i cui nomi resteranno incisi per sempre nelle menti e nelle coscienze dei cittadini onesti: i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’imprenditore Libero Grassi, la giovane commessa Graziella Campagna, il giornalista Beppe Alfano, il militante politico Giuseppe Impastato, il bambino Giuseppe Di Matteo, il sacerdote don Pino Puglisi ed il professore Adolfo Parmaliana.
Un contributo da rimarcare lo hanno dato, dal palco, l’architetto Augusto Mirabile dell’Università di Reggio Calabria, che ha denunciato la prepotenza e la noncuranza che sta dietro la realizzazione del Palacultura di Messina, appena ultimato, ed il giovanissimo Giuseppe Mangano, determinato e convincente testimone di una generazione che sta per raccogliere una dura e complessa eredità di principi e valori, che guarda al suo futuro coltivando il sogno di poter diventare magistrato.     
“Stiamo lavorando verso la costituzione di equipe di avvocati per difendere le vittime del racket”, ha detto dal palco Alberto Laspada, uno responsabili di “Energia Messinese” che assieme a Katia Bonanno ed altri numerosi giovani, dedica il proprio tempo a sensibilizzare ed animare le coscienze di chi rischia giorno dopo giorno di farsi sopraffare dall’indifferenza di fronte alle problematiche sociali e politiche che stanno gravemente segnando il nostro tempo.
Gli organizzatori ringraziano l’assessore comunale al Patrimonio e Decentramento Francesco Mondello per l’impegno dallo stesso profuso per la riuscita della manifestazione e non nascondono qualche delusione riguardo al numero dei gruppi partecipanti in forma ufficiale, rispetto alle adesioni previste. Le associazioni che infatti hanno dato il loro apporto alla manifestazione sono state soltanto due: “Contropotere” e “Rita Atria” di Milazzo.
Pur essendoci presenti svariati attivisti, impegnati nella vita sociale e politica messinese, mancavano, su specifica richiesta degli organizzatori, i partiti ed i movimenti politici organizzati e con essi bandiere e striscioni con colori e slogan. Ma campeggiava un’unica grande insegna avente come tema la legalità e l’impegno civile, nel ricordo di chi non può essere morto invano e della cui memoria la società onesta deve esserne sempre custode.

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