Il terreno di oltre 1400 metri quadrati, che domina lo stretto di Messina, è di proprietà della signora R.G., anni 64, che lo aveva acquistato formalmente nell’anno 2003 per una somma di 600.000,00 euro con regolare rogito notarile.
Gli investigatori, però, hanno appurato che la stessa non ha mai denunciato alcun reddito, avendo altresì dichiarato che le somme necessarie per l’acquisto del terreno provenivano interamente dal marito, che provvedeva al sostentamento di tutta la famiglia.
L’autorità giudiziaria inquirente ha così disposto il sequestro ravvisando un’ipotesi di riciclaggio (art. 648 bis c.p.) nei confronti dell’apparente proprietaria, la quale avrebbe acquistato il fondo, con la consapevolezza della provenienza illecita del denaro, in modo tale da ostacolare l’accertamento della provenienza delle somme in questione e la natura illecita delle operazioni sottese all’erogazione delle suddette somme.
La donna sarebbe soltanto apparentemente titolare del terreno oggetto di sequestro, mentre l’effettivo titolare dello stesso va identificato nel marito. La libera disponibilità del terreno in capo alla stessa avrebbe infatti potuto aggravare e protrarre le conseguenze del reato di riciclaggio o comunque dell’art. 12 quinquies della Legge n. 356/92, rendendo pertanto necessario il vincolo cautelare idoneo a privarla della disponibilità del bene, acquistato con somme di provenienza illecita accumulate dal marito.
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