MESSINA – Sabato 12 agosto corteo No ponte: “Scongiurare l’inizio dei lavori”
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MESSINA – Sabato 12 agosto corteo No ponte: “Scongiurare l’inizio dei lavori”

– di Corrado Speziale –

Presentato in conferenza stampa il corteo No ponte di sabato 12 agosto con le altre iniziative collaterali. Concentramento a piazza Cairoli alle ore 18. Ritorno del campeggio No ponte dall’11 al 13 agosto a Marmora, che riunirà attivisti provenienti anche da fuori Sicilia e Calabria. Alla fine del corteo, concerto di varie band locali in piazza Unione Europea. Gino Sturniolo: “Il ponte è un dispositivo finanziario attorno al quale è stato costruito un blocco sociale molto preciso. Si tratta dell’accurata preparazione di una incompiuta. Sarà una lotta estremamente dura e lunga. Vogliamo scongiurare l’inizio dei lavori”. Federico Alagna: “Siamo diversi e felici di camminare insieme. Il corteo è profondamente inclusivo”. Peppe Marra: “Non ci unisce l’infrastruttura, ma la necesità di costruire un futuro sostenibile”. I dettagli del corteo spiegati da Elisa Terranova. Intanto, si solleva un caso con la Questura…

Con l’ultimo decreto omnibus, appena “sfornato”, il ministro Salvini e il governo “stappano” la soglia economica dei super stipendiati della Stretto di Messina e marciano a grandi passi verso un 2024 che si preannuncia particolarmente caldo sul fronte del ponte sullo Stretto. Ma se da un lato c’è un cronoprogramma sbandierato senza scrupoli di sorta, al di là di quanto possa essere rispettato in base a regolari procedure tecnico-amministrative, dall’altro c’è un movimento vivo più che mai, articolato in varie realtà e soggetti uniti da un obiettivo comune, che non perde tempo a scendere in piazza. Così, dopo la manifestazione dei tremila a Torre Faro lo scorso 17 giugno, a distanza di due mesi, Messina rincara la sua dose di protesta, stavolta in centro città, sabato 12 agosto, con concentramento a piazza Cairoli alle ore 18. Il corteo percorrerà viale San Martino, svolterà per via Nino Bixio e via Cesare Battisti, per concludersi a piazza Municipio – Unione Europea dove fino all’una di notte i manifestanti si intratterranno in un sit-in con concerto di band locali. Una manifestazione più corposa del solito, dunque, che in particolare vedrà a distanza di circa vent’anni il ritorno del campeggio No ponte, che si terrà a Marmora dall’11 al 13, dove faranno sede circa cento attivisti provenienti anche da fuori Sicilia e Calabria, realtà che si battono per la difesa dei loro territori, contro le grandi opere. Proprio il campeggio, di prassi, per i manifestanti rappresenterà un luogo di dibattito e confronto attraverso due assemblee il primo giorno, e un’altra l’ultimo, a conclusione della tre giorni messinese.

Gino Sturniolo ha tracciato i punti cruciali della protesta, dai dati tecnici a quelli procedurali, per passare a quelli più squisitamente politici: “L’idea di fare sbarcare i containers 1500 km prima per farli proseguire in treno e raggiungere il centro Europa è semplicemente stupida…”. Sturniolo inizia con parole, nientemeno, di Donato Carlea, ex presidente del Consiglio Sup. del Lavori Pubblici, pronunciate in un convegno. “Questo, per dire quanto siano infondate alcune delle grandi narrazioni su cui si basa l’ideologia del ponte”, commenta Sturniolo. “Basterebbe fare un calcolo per vedere quanti container possono passare sui treni attraverso il ponte per capire che solo una piccolissima parte dei traffici del mediterraneo lo potrebbero utilizzare”, aggiunge lo storico attivista. “Un’altra narrazione è il ponte green, con la faccenda delle 140 mila tonnellate di CO2 che si risparmierebbero in un anno. Basta guardare il raccordo ferroviario di Giampilieri – Fiumefreddo, che in nove anni di lavoro produrrebbe un milione e 400 mila tonnellate di CO2. Lavori sovrapponibili a quelli di accesso al ponte. Ma a tutto questo c’è da aggiungere la quantità di CO2 per la produzione di materiali, cemento e acciaio”. Un altro mantra: “Si creerebbero 100  mila posti di lavoro? Questi vanno divisi per tutti gli anni di lavoro nei cantieri e quindi quelli reali sarebbero alcune migliaia”, analizza Sturniolo. E potrebbe proseguire: “Queste sono solo alcune cose non vere che vengono sempre riprodotte senza mai un confronto. Nessuno viene a chiederci come la pensiamo. Per avere un po’ d’attenzione abbiamo dovuto portare tremila persone in piazza…” La riflessione: “Sappiamo che sarà una lotta estremamente dura e lunga. Vogliamo scongiurare l’inizio dei lavori”. Il paradosso, con l’ombra dei cantieri: “Tutto questo si svolge mentre siamo incastrati tra due emergenze, incendi e alluvioni. È ogni anno così. Da una parte abbiamo i bisogni reali dei siciliani e dei calabresi, dall’altro abbiamo il ponte sullo Stretto”. Che cosa è il ponte sullo stretto? “È un dispositivo finanziario che ha costruito intorno a sé un blocco sociale molto preciso intorno a certe professioni. I loro vantaggi non verranno dalla costruzione del ponte ma dall’avvio dei lavori. Ciò che stanno facendo non è la realizzazione di un’infrastruttura, ma la preparazione accurata di una incompiuta”. La reazione verso chi propone il referendum: “Se dessimo ai siciliani e ai calabresi 14 – 15 miliardi in mano, realizzerebbero il ponte o ospedali, strade, opere per la sicurezza del territorio? Questo sarebbe il referendum da proporre”.

Sturniolo interviene poi sull’aumento delle retribuzioni oltre 240 mila euro nella Stretto di Messina con il nuovo decreto: “È un oltraggio nei confronti dei nostri territori. Non ci sono i soldi per la sicurezza antincendio, però decidono di togliere il tetto agli stipendi. Una cosa vergognosa”.

Da Roma a Messina, un inciso sulle posizioni dell’Amministrazione comunale rispetto al macroscopico disagio dei possibili cantieri: “Questa Amministrazione è favorevole al ponte – commenta Sturniolo – però ha la percezione che i cantieri saranno un’invasione, quella che si intende un’occupazione militare di questa città. Ai tentativi di interlocuzione col governo, anche sulle questioni che riguardano direttamente provvedimenti del Comune, i nostri amministratori non sono stati minimamente presi in considerazione. Noi non ci meravigliamo. Sappiamo benissimo che questo è il meccanismo delle grandi opere, che esclude i territori dalle decisioni. Noi vogliamo invece che i territori decidano sul loro futuro”.

Circa il corteo, il Comune ha dato una mano agli organizzatori nell’ambito del trasporto pubblico, ma questi hanno da recriminare con la Questura. Ancora Sturniolo: “Secondo la circolare Gabrielli, negli eventi pubblici occorre predisporre una serie di piani e accorgimenti in termini sanitari, di sicurezza etc. La Questura di Messina intende estendere questa circolare anche ai cortei. Questa la riteniamo una violazione del diritto di manifestare e dunque apriremo un contenzioso. Predisporre per i cortei tutti gli adempimenti che vengono chiesti è una cosa estremamente farraginosa e costosa. Ciò crea una differenza tra chi può manifestare e chi no. Le norme prevedono che per poter manifestare, e quindi esprimere la propria opinione, sia sufficiente una comunicazione. Dopodiché – affonda Sturniolo – tocca alla Questura stabilire se esiste qualche problema e motivarlo. Non è una richiesta di autorizzazione, bensì una comunicazione. Ma a questa si chiede di allegare un piano sicurezza, ambulanze, servizio d’ordine, una serie di cose. Immaginiamo se questo venisse applicato a un corteo di studenti… Noi per questo corteo abbiamo evitato ogni tipo di problema e fatto tutto quanto necessario, ma non lo faremo più, perché la riteniamo una violazione del diritto di manifestare”. La conferma: “Abbiamo chiesto anche ad altre realtà, in altre piazze importanti e questo non viene applicato. La circolare viene applicata nei casi di grandi assembramenti di piazza, ma non ai cortei”.

Peppe Marra, della Rete No ponte calabrese: “Questo corteo non è un’iniziativa esclusivamente messinese. Per la sua valenza, per il drenaggio di soldi pubblici, tocca tutto il sud”. Paura dell’apertura dei cantieri? “Qualche anno fa Berlusconi lanciò la prima pietra con la variante di Cannitello, una ferita aperta nel territorio, un’incompiuta. Oggi c’è un’aggressione totalmente diversa. Il rischio dell’apertura dei cantieri comporta il massimo sforzo di comunicazione e mobilitazione. Abbiamo davanti un governo che ha deciso di investire 7 milioni, soldi nostri per costruire propaganda e affossarci ancora di più. Questo ponte – commenta ancora Marra – ha sempre unito le due sponde, nonostante non sia l’infrastruttura ad unirci, ma la necessità di costruire un futuro sostenibile”.

I dettagli del corteo e degli eventi ad esso collegati, sono stati spiegati da Elisa Terranova, esponente di Non una di meno, con delle precisazioni importanti: “Non ci saranno sigle per sottolineare che il corteo è di tutte e di tutti. Chiunque voglia intervenire al microfono è libero di farlo”. Ciò, a scanso di polemiche dopo quanto accaduto a Torre Faro.

Federico Alagna, di Cambiamo Messina dal basso: “È fondamentale rappresentare la natura profondamente inclusiva di questo corteo. Siamo tutte e tutti vittime di narrazioni fuorvianti. Una di queste, che a noi disturba particolarmente in quanto falsa e dannosa, è che i no ponte saremmo la nicchia, gli escludenti, ciascuno con percorsi per i fatti nostri. Questo non è assolutamente vero – afferma l’ex assessore. Il nostro è un percorso inclusivo, caratterizzato da un perimetro politico molto chiaro, dettato da ciò che vorremmo fare con questi miliardi al posto del ponte. Un perimetro politico all’interno del quale possono coesistere tante realtà differenti. Siamo diversi e felici di camminare insieme. La differenza sta tra una parte e l’altra. Noi abbiamo deciso da che parte stare”.

9 Agosto 2023

Autore:

redazione


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