– di Corrado Speziale –
Presentato in conferenza stampa il corteo No ponte di sabato 12 agosto con le altre iniziative collaterali. Concentramento a piazza Cairoli alle ore 18.
Con l’ultimo decreto omnibus, appena “sfornato”, il ministro Salvini e il governo “stappano” la soglia economica dei super stipendiati della Stretto di Messina e marciano a grandi passi verso un 2024 che si preannuncia particolarmente caldo sul fronte del ponte sullo Stretto. Ma se da un lato c’è un cronoprogramma sbandierato senza scrupoli di sorta, al di là di quanto possa essere rispettato in base a regolari procedure tecnico-amministrative, dall’altro c’è un movimento vivo più che mai, articolato in varie realtà e soggetti uniti da un obiettivo comune, che non perde tempo a scendere in piazza.
Gino Sturniolo ha tracciato i punti cruciali della protesta, dai dati tecnici a quelli procedurali, per passare a quelli più squisitamente politici: “L’idea di fare sbarcare i containers 1500 km prima per farli proseguire in treno e raggiungere il centro Europa è semplicemente stupida…”. Sturniolo inizia con parole, nientemeno, di Donato Carlea, ex presidente del Consiglio Sup. del Lavori Pubblici, pronunciate in un convegno. “Questo, per dire quanto siano infondate alcune delle grandi narrazioni su cui si basa l’ideologia del ponte”, commenta Sturniolo.
Sturniolo interviene poi sull’aumento delle retribuzioni oltre 240 mila euro nella Stretto di Messina con il nuovo decreto: “È un oltraggio nei confronti dei nostri territori. Non ci sono i soldi per la sicurezza antincendio, però decidono di togliere il tetto agli stipendi. Una cosa vergognosa”.
Da Roma a Messina, un inciso sulle posizioni dell’Amministrazione comunale rispetto al macroscopico disagio dei possibili cantieri: “Questa Amministrazione è favorevole al ponte – commenta Sturniolo – però ha la percezione che i cantieri saranno un’invasione, quella che si intende un’occupazione militare di questa città. Ai tentativi di interlocuzione col governo, anche sulle questioni che riguardano direttamente provvedimenti del Comune,
Circa il corteo, il Comune ha dato una mano agli organizzatori nell’ambito del trasporto pubblico, ma questi hanno da recriminare con la Questura. Ancora Sturniolo: “Secondo la circolare Gabrielli, negli eventi pubblici occorre predisporre una serie di piani e accorgimenti in termini sanitari, di sicurezza etc. La Questura di Messina intende estendere questa circolare anche ai cortei. Questa la riteniamo una violazione del diritto di manifestare e dunque apriremo un contenzioso. Predisporre per i cortei tutti gli adempimenti che vengono chiesti è una cosa estremamente farraginosa e costosa. Ciò crea una differenza tra chi può manifestare e chi no. Le norme prevedono che per poter manifestare, e quindi esprimere la propria opinione, sia sufficiente una comunicazione. Dopodiché – affonda Sturniolo – tocca alla Questura stabilire se esiste qualche problema e motivarlo. Non è una richiesta di autorizzazione, bensì una comunicazione. Ma a questa si chiede di allegare un piano sicurezza, ambulanze, servizio d’ordine, una serie di cose.
Peppe Marra, della Rete No ponte calabrese: “Questo corteo non è un’iniziativa esclusivamente messinese. Per la sua valenza, per il drenaggio di soldi pubblici, tocca tutto il sud”. Paura dell’apertura dei cantieri? “Qualche anno fa Berlusconi lanciò la prima pietra con la variante di Cannitello, una ferita aperta nel territorio, un’incompiuta. Oggi c’è un’aggressione totalmente diversa. Il rischio dell’apertura dei cantieri comporta il massimo sforzo di comunicazione e mobilitazione. Abbiamo davanti un governo che ha deciso di investire 7 milioni, soldi nostri per costruire propaganda e affossarci ancora di più. Questo ponte – commenta ancora Marra – ha sempre unito le due sponde, nonostante non sia l’infrastruttura ad unirci, ma la necessità di costruire un futuro sostenibile”.
I dettagli del corteo e degli eventi ad esso collegati, sono stati spiegati da Elisa Terranova, esponente di Non una di meno, con delle precisazioni importanti: “Non ci saranno sigle per sottolineare che il corteo è di tutte e di tutti. Chiunque voglia intervenire al microfono è libero di farlo”. Ciò, a scanso di polemiche dopo quanto accaduto a Torre Faro.
Federico Alagna, di Cambiamo Messina dal basso: “È fondamentale rappresentare la natura profondamente inclusiva di questo corteo. Siamo tutte e tutti vittime di narrazioni fuorvianti. Una di queste, che a noi disturba particolarmente in quanto falsa e dannosa, è che i no ponte saremmo la nicchia, gli escludenti, ciascuno con percorsi per i fatti nostri. Questo non è assolutamente vero – afferma l’ex assessore. Il nostro è un percorso inclusivo, caratterizzato da un perimetro politico molto chiaro, dettato da ciò che vorremmo fare con questi miliardi al posto del ponte. Un perimetro politico all’interno del quale possono coesistere tante realtà differenti. Siamo diversi e felici di camminare insieme. La differenza sta tra una parte e l’altra. Noi abbiamo deciso da che parte stare”.
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