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MESSINA – Segesta Jet per non dimenticare

Giornata di commemorazione per i marinai del “Segesta” a quattro anni dalla tragedia

 – di Corrado Speziale

 Sebastiano Mafodda, Marcello Sposito, Palmiro Lauro e Domenico Zona, al quarto anno della tragedia nella quale persero la vita a bordo del Segesta Jet, sono stati commemorati come meglio non si poteva. Senza, peraltro, nulla togliere alle precedenti, quella di ieri è stata infatti una delle manifestazioni volute “per non dimenticare”, che ha fatto onore nel migliore dei modi ai quattro marinai caduti e che passerà sicuramente alla storia. A fare la differenza, quest’anno, è stata la speciale sede che ha ospitato gli eventi della giornata: la nave traghetto “Iginia”, uno dei più affascinanti “giganti dello Stretto” della flotta Bluvia, la stessa alla quale apparteneva il “Segesta Jet”. Per l’occasione l’anziano traghetto, purtroppo in atto sottoutilizzato a causa dei tagli operati da RFI, è stato straordinariamente allestito e tirato a lucido dal personale di bordo per accogliere centinaia di persone tra autorità, parenti, amici, colleghi dei marinai scomparsi, ma anche tanta, tantissima gente comune che ha voluto partecipare alla serie di eventi nel ricordo di quel tragico pomeriggio del 2007. Al ricordo dei quattro del Segesta è stato associato, anche quest’anno, quello del marinaio – elettricista del traghetto “Scilla” Salvatore Denaro, vittima sul lavoro, in navigazione, l’ 8 ottobre 2001 e, per la prima volta, anche di Luciano Maggi, segretario nazionale della Filt – Cgil, scomparso qualche mese fa.
Come previsto, nel rispetto della tradizione, in mattinata si è svolto il “Memoria Segesta”, organizzato dal SASMANT (Sindacato Autonomo Stato Maggiore Navi Traghetto – F.S. Messina), presieduto dal comandante Sebastiano Pino, e dal Collegio Nazionale Capitani di Lungo corso e Macchina, con sede a Genova. Il dibattito, con la consueta consegna delle borse di studio agli studenti più meritevoli dell’Istituto Nautico “Caio Duilio”, svoltosi nel salone di poppa della nave, i cui lavori sono stati coordinati da Sebastiano Pino, ha avuto come ospiti l’ingegnere Angelo Calluso, direttore della navigazione di RFI, la professoressa Giuseppina Costa, dirigente scolastico dell’Istituto nautico “Caio Duilio”, il Capitano di Vascello Angelo Cianci, Autorità Marittima della navigazione nello Stretto, ed il comandante Giorgio Blandina, past president del Collegio Nazionale Capitani, ormai “di casa” a Messina, essendo uno tra i più attenti ed attivi analisti delle vicende aperte a seguito dell’incidente del “Segesta”. Il tema dell’incontro ha avuto come titolo “Sulla rotta della sicurezza – dalla formazione alla concertazione, quello che serve per una navigazione responsabile”, uno “step”, quindi, successivo e sicuramente consequenziale a quello dello scorso anno, dove erano stati discussi i criteri dettati dalle nuove regole introdotte per la navigazione nello Stretto, a seguito del tragico evento. E dopo il saluto iniziale di Angelo Calluso, cui ha fatto seguito un intervento di Andrea Arlotta,  Delegato regionale del Collegio Capitani, il punto sul tema dello scorso anno lo ha fatto Sebastiano Pino: “Abbiamo trovato nell’Autorità Marittima un’interlocutrice aperta al dialogo che ha permesso di avviare una proposta di modifica già sottoposta agli organi superiori”. A tale affermazione ha fatto eco Cianci, parlando della proposte di modifica avanzate dal SASMANT che aveva riscontrato criticità in alcuni passaggi del nuovo regolamento: “E’ stato inoltrato al Comando generale uno studio sull’eliminazione della rotatoria, con individuazione di un’unica area di precauzione che unisca le due attualmente esistenti in prossimità dei porti di Messina e Villa S.G.”, ha detto il capitano, specificando che verranno individuati “flussi di traffico intorno ad un punto focale, centrale, che separi l’andamento delle due rotte opposte”. Poi, il responsabile dell’Autorità Marittima, rivolgendosi ai giovani, facendo riferimento alla loro preparazione, avvia, di fatto, il tema centrale del dibattito che ha caratterizzato l’intero convegno: i problemi nella formazione scolastica dei giovani, nell’ambito delle attività marittime. E qui, non si è fatta attendere, ovviamente, l’autorevole ed esauriente esposizione di Giuseppina Costa, che, nella qualità di dirigente del ”Caio Duilio”, è costretta, giorno per giorno, a fare i conti con i tagli di risorse cui è soggetto il suo istituto, assieme a tutte le altre scuole pubbliche: “La riforma che, come sapete, è stata molto contestata, ha posto problemi seri alla scuola secondaria superiore, abbattendo in maniera trasversale il percorso di studi, con tagli lontani da un ragionato intento riformatore, poiché effettuati sulle principali materie, ossia quelle di indirizzo”, ha detto la Costa. La stessa, citando dati importanti sull’enorme domanda formativa che riguarda l’istituto che dirige – il quale, in queste condizioni, è ben lontano dal poter offrire un’adeguata offerta – fa appello ad enti ed istituzioni, affinché aiutino a far fronte alle aspettative che tantissimi giovani nutrono verso il settore, fornendo risorse e collaborazioni da impiegare nell’ambito dell’autonomia scolastica: ”Essendo diminuite le ore d’aula, dobbiamo associare i ragazzi ad ufficiali esperti sulle navi”, dice, mostrandosi propositiva e combattiva verso l’obiettivo da raggiungere, sopperendo, così, alle carenze dell’amministrazione scolastica  centrale.  A seguire, richiama anche l’attenzione sul valore strategico dato dalla conoscenza dell’inglese “tecnico” per chi intende avviarsi alla professione in mare e, dopo aver posto come prerogative per un bravo ufficiale l’essere “buon cittadino con buona formazione culturale oltre che professionale”, conclude: “Stiamo avviando un corso per formare periti nell’ambito dei trasporti e della logistica, ma occorre che le istituzioni provvedano all’organizzazione dei porti nell’ottica di una logistica integrata”. Al passaggio della parola al successivo relatore, è intervenuto Antonio Musolino, comandante della Capitaneria di Porto di Messina, che argomentando sulle carenze nella formazione, ha fornito un dato che deve far riflettere: “Circa l’80 per cento dei sinistri che si verificano a livello nazionale ed internazionale, che riguardano unità con bandiera italiana, avvengono per errore umano. Ciò significa che la formazione è prioritaria per la sicurezza”.  
Il comandante Blandina traccia, invece, un quadro che coinvolge le varie componenti che costituiscono la sicurezza, nella logica del sistema economico, industriale e commerciale, in relazione alle risorse umane: “Per cultura della sicurezza si intende il livello della qualità dei processi di produzione in funzione della capacità di impresa, e quindi anche delle risorse umane che concorrono a tale capacità”, e fa un positivo sillogismo tra produzione e sicurezza sul lavoro, giudicando ciò “cultura di cui è carente il trasporto marittimo”. In linea, inoltre, con i gravi problemi italiani del momento, denuncia lo “storico” stato di precarietà in cui versa il personale marittimo, agganciando l’argomento alla drastica riduzione delle cosiddette “tabelle di armamento”, ovvero il numero di personale che compone l’equipaggio sulle navi, in base al singolo ruolo di ciascun marittimo, con conseguenze che incidono in modo determinante sul problema della sicurezza in mare.  
A seguire, con la speranza che tutto ciò di cui si è discusso non cada nel vuoto, sono state consegnate le borse di studio agli studenti Daniele Ripa, Domenico Gabriele De Mariano, Alessandro Ripa, Stefano  Stracuzzi, Jean Pier Russo, Giuseppe Frisone, Antonio Morale, Francesco Costa, Fabio De Maggio, Santi Giuseppe Mazzeo, Rosario Messina ed Andrea Rundo. Targhe ricordo sono state consegnate da Sebastiano Pino agli ospiti ed alle autorità presenti, tra cui il sindaco Giuseppe Buzzanca e l’ammiraglio Domenico De Michele, Direttore marittimo della Sicilia Orientale. Questi ultimi, intervenuti alla fine del dibattito, hanno portato il loro saluto ai familiari delle vittime, agli organizzatori ed a tutti i presenti.  
A mezzogiorno circa, tolti gli ormeggi dall’invasatura che l’ospitava, l’ “Iginia” ha preso il largo, seguendo la più commovente e struggente delle rotte che lo Stretto possa offrire da quattro anni a questa parte: quella che porta alla congiunzione tra 38°10’.9 nord e 15°35’.5 est, ossia il punto che fu tragicamente fatale a Sebastiano, Palmiro, Domenico e Marcello,  nell’impatto tra il “Segesta Jet” su cui erano imbarcati, e la nave portacontainer “Susan Borchard”.  Erano le 17.54 del 15 gennaio 2007, momento che resterà inciso nella mente e nel cuore di ogni messinese.  Sulla scia del traghetto di “Bluvia”, per un giorno testimone e custode di amorevoli ricordi, ben 12 unità marittime di stanza nel porto di Messina, tra Guardia Costiera, Vigili del Fuoco, Polizia, Guardia di Finanza, rimorchiatori, ed altre imbarcazioni, compresa la “Selinunte”, “sorella gemella” del “Segesta”, hanno preso il  mare in un improvvisato ed emozionante corteo, per andare a posizionarsi sul luogo del disastro. Sul ponte di comando dell’ “ammiraglia”, amici e colleghi dei quattro “eroi del Segesta” fanno a gara, con gli occhi puntati sul radar, nell’intercettare il punto esatto dell’impatto, in una splendida giornata di sole e di mare, in cui però la “rema” non concede tregua, tagliando copiosa lo Stretto. Nonostante ciò, non sono concessi più di dieci metri di tolleranza, sarebbe troppo distante, altrimenti, quel luogo dello spirito, rintracciabile solo sulle mappe, su cui sorge un monumento immaginario che solo gli uomini di mare sanno riconoscere, attorno al quale raccogliersi nel segno di una vita di lavoro vissuta insieme tra bonacce e intemperie. Una corona di alloro viene consegnata ai flutti e lasciata al suo destino, dopo il lancio da una motovedetta della Guardia Costiera. Sull’ “Iginia” il gesto viene accompagnato dalla “Preghiera del Marinaio”, scandita dall’altoparlante e dalla tanta,  tantissima commozione di tutti coloro che si sono raccolti sul ponte d’innanzi ad un picchetto d’onore della Polizia Municipale di Villa S.G., amplificata dal contemporaneo suono delle sirene di tutte le imbarcazioni.
Pomeriggio, nella rada della “Marittima”, sempre nel salone di poppa della nave, ancora una volta gremito, una Santa Messa, a suffragio delle vittime, è stata officiata da Padre Salvatore Trifirò, accompagnata dalle voci del coro della Chiesa di Ganzirri, diretto dal maestro Mario Casablanca.
Al termine, in una cornice di folla silenziosa e commossa, disposta a ferro di cavallo intorno al monumento dedicato ai caduti del “Segesta”, situato nell’area della stazione marittima, sono state deposte le consuete corone di fiori, mentre allo scoccare dell’ora esatta dell’incidente, l’ “Iginia”, attraverso il suono della sirena, lanciava l’ultimo, accorato grido di saluto ai marinai caduti, atto conclusivo di una giornata speciale.

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