“I lavoratori tengono a ringraziare tutti i cittadini che hanno solidarizzato con la loro forte iniziativa di protesta comprendendone appieno le ragioni”, spiegano Pippo Di Guardo, segretario generale della Slc Cgil di Messina, e Nicola Alessi, segretario generale della Uil COM le due sigle che avevano indetto lo sciopero di 24 ore.
Al centro della protesta che ha di fatto impedito la normale esecuzione della Prima de L’Elisir D’Amore di Donizetti, la mancata approvazione pianta organica, la mancata stabilizzazione e riconoscimento delle professionalità.
L’adesione della gran parte dei Professori d’orchestra allo sciopero non ha consentito la regolare esecuzione dell’Opera che davanti a una ristrettissima platea, è stata accompagnata dal solo pianoforte. “Prima dell’orario di inizio, quando i lavoratori fuori del Teatro distribuivano volantini per spiegare le motivazioni alla base dello Sciopero (Scusateci voi perdete lo spettacolo noi perdiamo il lavoro), il Maestro Veronesi ha personalmente espresso loro la propria solidarietà e ha detto che avrebbe lasciato scegliere alla platea. Ci spiace che parte degli appassionati di musica della città non abbiano potuto assistere a una rappresentazione completa, ma in questa protesta è in ballo la dignità di tutti noi, dei lavoratori che da 10 anni non vedono riconosciuta la loro professionalità e i loro diritti, della città che merita un Teatro in grado di fare cultura di qualità”.
Netta la critica di Slc Cgil e Ull Com nei confronti del CdA del Teatro che non ha saputo, o voluto, in questi anni affrontare e risolvere i problemi del personale del Teatro. “Certamente l’attuale Cda ha ereditato questa situazione dai precedenti, eppure dobbiamo dire che non ha fatto ancora nulla di concreto per risolverla”, concludono i due dirigenti non senza prima lanciare una stoccata alla Cisl che ieri con una nota si era dissociata dalla sciopero “Dispiace che ieri alla protesta in difesa dei diritti dei lavoratori i colleghi della Cisl non abbiano ritenuto di partecipare adducendo motivazioni che rispettiamo ma che non possiamo ovviamente condividere ma sulle quali potremo avviare un sereno confronto nelle sedi e nei luoghi opportuni”.
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