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Guido Bertolaso non perde il pelo e nemmeno il vizio. Dopo aver “sentenziato” a caldo che la causa dell’alluvione del 1. ottobre era da rintracciare nell’abusivismo edilizio, a quasi un anno dalla tragedia ci ricasca ancora. E lo fa con modalità che faranno discutere: «Non credo ci sia ora abusivismo nelle zone colpite dall’alluvione dell’ottobre 2009 a Messina», ha affermato ieri al suo arrivo in prefettura, dove ha presieduto un vertice con i sindaci nebroidei sulle frane che hanno colpito quell’area dee messinese. «La mazzata che hanno ricevuto – ha insistito – è servita per fermare lo scempio del territorio. Meglio tardi che mai». Insomma, se errare è umano, perseverare è diabolico. Dire che oggi non c’è più l’abusivismo a Giampilieri, Scaletta eccetera, facendo intuire che invece prima del 1. ottobre ci fosse, significa non aver contezza né di com’era il territorio prima del disastro né di cosa sia realmente accaduto quel tragico giorno di quasi un anno fa.
«Tra una o due settimane», ha poi annunciato Bertolaso, si terrà un nuovo vertice dedicato proprio ai comuni jonici colpiti da nubifragi. Il capo della Protezione civile non ha garantito invece di poter essere presente a Messina il 1. ottobre per l’anniversario dell’alluvione. A Bertolaso è stato anche ricordato che i vigili del fuoco impegnati nel soccorsi di quei drammatici giorni non sono stati ancora pagati: «Abbiamo più volte sollecitato le istituzioni affinché i vigili del fuoco e gli altri che hanno lavorato con tanto sacrificio siano pagati».
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