di Giuseppe Micali
Indossare una divisa dàalla testa! Il riscontro pratico di questo detto potrebbe essere testimoniato da centinaia di automobilisti che hanno preso atto della sua veridicitàil cinque maggio scorso.
Una donna straordinaria con un alto senso del dovere che si prodigava attivamente al mantenimento dell’ordine e della sicurezza.
Un unico cartello, “Attenzione! Strada scarificata”, posto al bordo dei lavori di bitumazione di viale Principe Umberto.
Un’enorme fila di automobili che hanno dovuto obbligatoriamente immettersi nella discesa di Montalto.
Nelle auto c’erano anche persone anziane visibilmente sofferenti che, inesorabilmente, rimanevano in un’attesa causata dall’incuria e dalla leggerezza di chi ci governa.
Per non provocare questo disordine bastava mettere un altro cartello all’inizio di viale Principe Umberto, magari con qualche vigile urbano per fornire delucidazioni a chi si accingeva ad entrare nella “selva oscura”.
Il merito di questo pazzesco caos è certamente da attribuire al primo cittadino Giuseppe Buzzanca, nuovo commissario per l’emergenza viabilità.
Tutti lo ricordano, a pochi giorni dalla ultime elezioni, mendicare voti nei corridoi del Comune. A quel tempo, con un sorriso smagliante, dialogava con chiunque.
Promise ai messinesi di far rialzare la cittàe, soprattutto, di trasmettere ai cittadini di nuovo l’orgoglio di essere messinesi.
A fare rimbalzare la cittàc’è riuscito, avvallamenti, dossi, trincee e voragini in quasi tutte le strade da tempo immemorabile.
In quanto all’orgoglio, la squallida realtàmessinese rimane immutata.
L’anticamera del suo dominio è protetta da imponenti uscieri, da un capo gabinetto e da un segretario senza nome che si infastidisce davanti ad un cittadino, specie se questi si presenta come giornalista.
L’innominato è anche biologo, preposto a fare l’analisi biochimica di ogni parola per trovare una scappatoia e potere, a ragione, inveire contro.
Mentre Alessandro Manzoni si rivolta ancora nella tomba, il capo di gabinetto del sindaco ha l’incarico di verificare le ragioni di tanta animazione.
Trincerato in un pollaio che sa fare solo coccodè, il don Rodrigo di Messina non sente il dovere di ricevere i suoi cittadini.
La casta avicola che lo circonda fa semplicemente compassione specie quando si sforza a trovare il famoso pelo nell’uovo offendendo profondamente la dignitàdella cittàe del cittadino, che si vergogna, ancora una volta, di essere messinese.
Sicuramente la colpa dell’accaduto non è da attribuirsi solo all’inconsapevole e inefficiente signorotto che, certamente, avràdelegato altri a gestire l’emergenza viabilità.
Altri bravi con cervello di gallina e con misure intellettive al di sotto dei pennuti, inidonei a svolgere qualsiasi incarico e non certo in grado di possedere piccole attenzioni come quella di far posizionare dei cartelli informativi sui lavori in corso.
Lo stato della cittàé in abbandono totale, nessuno fa niente per migliorare la situazione, si spera solo in un’altra visita del Papa per rifare il manto stradale in un paio di giorni.
Strade chiuse a causa del tram, buche, crepe, fango, voragini e pollai non sono altro che lo specchio cerebrale di chi amministra male la cosa pubblica.
Tra tram e caste avicole, tra muraglie invalicabili e indignazione dei cittadini, prevale ancora chi provoca e ha scatenato disastri incommensurabili, che senza pudore, ci chiede, ancora una volta, il voto.
Si spera che, stavolta, nessuno sia così balordo a chioccolare con le galline.
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