MESSINA – Variante di salvaguardia con volumi “dirottati”?
Dal Palazzo, Fotonotizie, In evidenza, Istituzioni

MESSINA – Variante di salvaguardia con volumi “dirottati”?

Pan.daF.Cavalli

– di Corrado Speziale

Con l’approvazione della Variante sotto l’aspetto geomorfologico da parte del Genio civile, le cubature da trasferire “atterrerebbero” su tutta la città e dovranno essere normate nel nuovo Prg. CartaSuscettivitàMessinaRidE’ questo, al momento, il quadro che si profila, dopo il sì del Genio civile alla “Salvacolline” e in virtù della bocciatura, da parte dello stesso ufficio, del Piau, il piano particolareggiato tra la stazione marittima e Gazzi, che nelle ex aree Zir e Zis prevede la metà di quei volumi. A modifica dell’art. 23 bis del Regolamento edilizio, inserito a suo tempo nella delibera 74/C del 2012, è stata prevista una specifica norma che trasferisce fuori dalle ex aree Zir e Zis i volumi eccedenti il dimensionamento del piano particolareggiato. Adesso lo strumento urbanistico che “salva” le colline, agganciato a quella norma che “salva” anche le cubature delle zone ritenute a rischio dando la possibilità di trasferirle, dovrà “esplodere” in Consiglio comunale, dove era stata imposta la secretazione da parte del segretario Le Donne. All’atto dell’approvazione in Consiglio si chiuderà la “banca dei volumi” e scatteranno i vincoli di salvaguardia.

Prima un “Sì” condizionato con prescrizioni, poi la clamorosa revoca, dopodiché è arrivata l’approvazione definitiva. Così il Genio civile, per quanto riguarda l’aspetto geomorfologico previsto dalla legge sismica, ha completato l’iter sulla Variante di salvaguardia, dopo che il dipartimento Urbanistica del Comune ha assolto a tutte le richieste dell’ufficio di via Saffi.
Anche se non proprio una svolta definitiva – dovendo, la Variante, affrontare l’Aula consiliare –  è comunque un tassello tecnico determinante che va a incastonarsi nel complesso sistema degli strumenti che compongono il quadro del nuovo Prg, adesso in via di redazione. Il primo è proprio la Variante di salvaguardia, il cui iter tecnico si è concluso e adesso può essere discussa nell’apposita Commissione Urbanistica e dunque in Consiglio comunale, dove la Giunta, invero, l’aveva già inviata il 22 febbraio, sull’onda dell’entusiasmo della fallita sfiducia nei suoi confronti. A seguire, c’è il Programma innovativo in ambito urbano “Porti e stazioni”, sulla riqualificazione tra la stazione marittima e Gazzi, dai destini più problematici, sul quale, sempre il Genio civile, appena venti giorni fa, si è espresso negativamente ed è dunque da rielaborare. In ultimo, c’è il piano particolareggiato Mortelle – Tono, di cui si attendono gli sviluppi in chiave sia tecnica che politica. Ma su tutti, si attende la “madre” degli strumenti urbanistici, ovvero il nuovo Prg.Messina_geoportale
Intanto è tornata alla ribalta la “Salvacolline”, variante dalla storia un po’ strana, il cui corso è stato esemplificato dallo stesso assessore De Cola come il Gioco dell’oca. E proprio come quest’ultimo, dal “labirinto” è capitato che si sia tornati indietro, dall’adozione alla redazione, per poi ripartire in avanti. E il “gioco” è soltanto all’inizio, considerato che adesso tocca al Consiglio far “esplodere” gli atti secretati allora dal segretario Le Donne, sulla scorta della circolare di un dirigente dell’ARTA che in seno al Consiglio e in città ha scatenato obiezioni e polemiche. Di questo se ne riparlerà presto, anche perché non si comprende come il privato non debba “conoscere anticipatamente gli obiettivi che l’atto da approvare si pone”, quando esiste il registro dei volumi su cui iscrivere i propri diritti edificatori. Una volta adottata dal Consiglio, per la Variante scatta il conto alla rovescia sui tempi previsti dalla legge regionale 71/78, con la pubblicazione e l’apertura alle osservazioni. Nel contempo scattano le norme di salvaguardia.
La questione risolta con il Genio civile. Con provvedimento n.103026 del 12 maggio, l’ufficio di via Saffi ha dato parere favorevole circa la “verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio ai sensi dell’art. 13 legge 2.2.74 n. 64”. Queste, in sintesi, le integrazioni che hanno soddisfatto le richieste dell’ufficio diretto da Leonardo Santoro: studio geologico esteso a tutto il territorio comunale; redazione di nuove cartografie tematiche riportanti gli affioramenti litologici, l’ubicazione degli edifici strategici o rilevanti, le definizione delle percentuali di crollo da rischio sismico, le aree potenzialmente allagabili a seguito di onde anomale; identificazione delle aree di emergenza e di ammassamento con verifica delle loro idoneità dal punto di vista idrogeologico, morfologico e sismico; produzione del nuovo Regolamento edilizio, riportante la modifica dell’art. 23 bis.
Quest’ultimo è il caso che si analizzi in dettaglio, perché sancisce con chiarezza la destinazione dei volumi provenienti dalle colline in dissesto anche all’esterno delle ex aree Zir e Zis, rispetto al precedente articolo inserito nella delibera 74/C del 2012, redatta dall’Amministrazione Buzzanca, assessore Corvaja. Qualora non fosse già abbastanza chiaro, viene previsto che le “volumetrie eventualmente non localizzabili nelle zone ex Zir e Zis in quanto eccedenti il dimensionamento del Piano integrato di recupero urbano, verranno trasferite in apposite aree di idonei indici edificatori”. Il passaggio sulla norma lo riporta testualmente il Genio civile nel proprio provvedimento. Dunque, l’Amministrazione Accorinti, oltre ad attuare i contenuti della delibera del 2012, nell’ambito della Variante modifica il Regolamento edilizio definendo i dettagli, nero su bianco, sullo sfruttamento dei volumi, laddove non previsti nel Piau, anche all’esterno delle ex aree industriali. La delibera, all’art. 6, già sanciva che “la facoltà di trasferire, costituire o modificare i diritti edificatori sia estesa a tutti i proprietari di terreni edificabili, non ancora edificati, anche non ricadenti nelle aree (a rischio, ndr) e ricadenti in qualsiasi altra località del territorio comunale”. A seguire, l’art. 7, prevede che i volumi “non oggetto di utilizzo nell’ambito del Piano integrato delle zone ex Zir e/o Zis, verranno utilizzati (…) nel redigendo nuovo Piano Regolatore Generale”.
Il concetto lo aveva espresso a voce anche l’assessore De Cola: “I volumi potranno essere riutilizzati in altre zone della città. Una parte andrà nel Piau, un’altra dovrà andare nel redigendo Prg. La scelta spetta a chi programma”. Dunque all’Amministrazione comunale, smentendo nei fatti il “Prg a volume zero” e proseguendo sulla strada tracciata dalla precedente Amministrazione.
A questo punto, la logica impone che in attesa che il Piau venga rielaborato, si cerchino varie soluzioni per allocare nel nuovo Prg le cubature che verranno recuperate dalle colline. Si tratterà pure di una cifra esigua rispetto ai volumi abbattuti, ma ciò non toglie che il “peso specifico” dei diritti edificatori trasferiti possa essere a vantaggio delle solite oligarchie del cemento.

17 Maggio 2017

Autore:

redazione


Lascia un commento

Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist