MESSINA – Venerdì 6 maggio sciopero generale Cgil contro il declino del paese
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MESSINA – Venerdì 6 maggio sciopero generale Cgil contro il declino del paese

logo_cgil_thumb_medium182_230Il punto sulla crisi a Messina: nel 2010 due donne su tre non hanno lavorato. Cig in deroga + 300%. Venerdì manifestazione a Milazzo.
Presentato questa mattina nel saloncino della Camera del lavoro di Messina, lo Sciopero generale di venerdì prossimo, 6 maggio, indetto dalla Cgil a livello nazionale che, in provincia, avrà 4 direttrici nodali legate ai problemi specifici del territorio:  il mancato intervento a sostegno delle aziende in crisi e all’occupazione, i tagli ai trasferimenti nazionali agli enti locali che si tradurranno in tagli ai servizi e aumento delle tasse per i lavoratori e pensionati, la sottrazione delle risorse destinate alla prevenzione e alla infrastrutturazione; i tagli alla scuola pubblica che stanno penalizzando fortemente il futuro dei giovani.
“La nostra provincia sta pagando un prezzo altissimo in termini di disuguaglianze come conseguenza diretta di scelte politiche nazionali che non stanno contrastando la crisi, la disoccupazione giovanile e che hanno privilegiato altre aree del paese”, ha spiegato il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, che ha ricordato: “Quando in tre anni si tagliano oltre duemila posti di lavoro nelle nostre scuole, si ha il duplice effetto di far balzare in avanti il tasso di disoccupazione e tagliare le opportunità di crescita e di vita dei nostri giovani”.
Nel 2010 in provincia di Messina, nella fascia 24-35 anni – quella delle giovani donne che hanno ormai completato il ciclo formativo e dovrebbero essere entrate nel mondo del lavoro-, due donne su tre (69,3%) non hanno lavorato (dati Istat 2010 su disoccupazione + inattività). Mentre l’occupazione totale (uomini e donne dai 15 anni in su) è appena del 34,7%, quasi 10 punti percentuali sotto la media nazionale.
“Il governo non dà risposte ai problemi seri e gravi del paese che, soprattutto nel mezzogiorno, vanno accentuandosi come purtroppo confermano i dati. Contro questa impasse che sta facendo crollare i redditi dei lavoratori e dei pensionati, e il futuro dei giovani, sarebbero servite scelte a tutela di chi sta pagando il prezzo più alto di questa crisi”.
Oltre 25 i milioni di euro di trasferimenti nazionali tagliati agli enti locali della provincia di Messina, “Fondi che verranno mancare ai bilanci dei comuni che hanno solo due strade per ripianare: aumentare tasse e tariffe, e tagliare servizi pubblici, tagliando i quali si perderanno altri posti di lavoro”ha osservato Oceano.
Per le imprese , in provincia di Messina, le cose non vanno certamente meglio.
Dal 2009 ad oggi sono 111 le aziende della provincia di Messina che hanno ufficialmente dichiarato lo stato di crisi e fatto ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari o in deroga, dalla cassa integrazione ordinaria o straordinaria, ai contratti di solidarietà fino alla mobilità. I settori più colpiti sono stati il tessile ( 11 aziende), la cantieristica (6 aziende), edilizia e laterizi (7 aziende), ma anche il commercio e il turismo hanno subito forti ridimensionamenti(29 aziende di cui ben 22 attività commerciali di medie o grandi dimensioni). E le stime ufficiali per il 2011 prevedono un loro aumento fino a 134 con un incremento del 20,7%.
Nel 2010 la Cassa integrazione straordinaria e quella in deroga sono aumentate rispettivamente del 200 e del 300% che, tradotto in numeri, significa che la CIGS da 576.258 ore del 2009 è salita al milione e 640.213 del 2010 mentre quella in deroga è schizzata dalle 77.364 ore del 2009 alle 456.436 del 2010.
Molte le vertenze aperte, nel privato come nel pubblico, che non trovano soluzione: FS e navigazione, il tessile dei Nebrodi, la cantieristica, la cultura con il Teatro V.Emanuele che va perdendo risorse, quelle che operano nella gestione del ciclo dei rifiuti così come l’ATM di Messina legate alle specificità della gestione pubblica.
“Mentre leggiamo questi dati non possiamo non pensare che il governo avrebbe dovuto impegnarsi per sostenere l’economia e la ripresa nel Mezzogiorno. Invece si tagliano i treni, si bloccano le infrastrutture, si sottraggono risorse destinate alla prevenzione dai rischio collegati alla sicurezza del territorio e contemporaneamente si annunciano incentivi per le imprese che intendono investire a Milano”, denuncia Oceano che conclude: “Contro l’agenda politica del governo che non sta mettendo in campo iniziative volte ad invertire questo trend, come dimostrano i numeri e i dati, per chiedere un fisco più giusto che tassi le grandi ricchezze, per la difesa della scuola pubblica, dell’università, della ricerca, della cultura, contro il precariato e la contrazione dei diritti dei lavoratori, per la parità di opportunità tra tutte le aree del paese, per i giovani, venerdì 6 maggio sciopereremo”.
In concomitanza con lo sciopero, in provincia di Messina si manifesterà a Milazzo, scelta come zona simbolo del lavoro. Il concentramento è previsto per le ore 9.30 davanti alla ex stazione mentre il comizio di terrà in piazza Caio Duilio.
“Prevediamo una forte partecipazione da tutta la provincia”, spiega Enzo Cocivera responsabile organizzazione della Cgil di Messina. In questi giorni, in preparazione dello sciopero, in tutta la provincia si sono tenute oltre 150 assemblee nei luoghi di lavoro dalle quali è emerso il forte malcontento delle persone”.
Per la manifestazione sono 20 i pullman che partiranno da tutta la provincia, da Messina, Barcellona, Longi (Galati e Tortorici), Santa Lucia del Mela, Patti, Brolo, Ucria Raccuja Sinagra, Capo d’Orlando, S.Agata, Tusa e S. Stefano, s. Teodoro e Cesarò, Giardini Naxos e Santa Domenica Vittoria.

4 Maggio 2011

Autore:

admin


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