Incontro con la scrittrice Simona Lo Iacono fra suggestioni letterarie e ritorno alla normalità
Si riprende da dove non ci si è mai fermati! E così in un pomeriggio di maggio, a compimento di un anno scolastico particolare ma indubbiamente denso di impegni e di sfide, il Majorana di Milazzo offre agli alunni delle classi quarte e quinte l’occasione di vivere un momento di arricchimento e nutrimento per l’anima e la mente.
Nel solco della propria tradizione di attenzione all’unitarietà del sapere e alla complementarietà degli ambiti di studio e ricerca storico-letterario e tecnologico-scientifico, nonostante le ancora presenti e osservate misure di prevenzione e contenimento dei rischi da Covid-19, l’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo ha rinnovato l’ormai tradizionale appuntamento dell’ incontro con l’autore che, quest’anno, si è pregiato della presenza del magistrato siciliano Simona Lo Iacono, autrice del romanzo L’albatro e di altri testi fra cui Le streghe di Lenzavacche, selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega 2016 e La tigre di Noto, di recente pubblicazione.
L’incontro, tenutosi in modalità online sulla piattaforma Cisco Webex Meetings utilizzata dalla scuola in questo anno di didattica a distanza e didattica integrata, ha permesso l’interazione fra la scrittrice, gli alunni e alcuni docenti di Lettere della scuola che, coordinate dalla professoressa Chillè, referente del progetto Incontro con l’autore da anni e valida, empatica, competente navigante fra le pagine dei libri proposti ad alunni e colleghi da cui riesce a ricavare voli, associazioni o, semplicemente, riferimenti a volte impensabili, si è trasformato in un pomeriggio di spunti e riflessioni su questioni di vita e di letteratura.
Incontro “dal sapore di normalità” è stato il commento del Dirigente Scolastico, prof. Stello Vadalà, e della professoressa Scaffidi che, nell’avviare i lavori, ha voluto anche ringraziare i rappresentanti di istituto, Dario Nostro e Francesco Piccione, per essersi offerti di rivolgere all’autrice le domande preparate dopo un approfondito lavoro di analisi e riflessione dai loro compagni sul romanzo L’albatro, già letto e analizzato nel precedente anno scolastico e poi, purtroppo, congelato per ovvi motivi di pandemia, e rinviato a tempi più opportuni, finalmente arrivati.
L’albatro, romanzo delicato e avvolgente, dal linguaggio poetico e fortemente evocativo, dalla doppia narrazione fra passato e presente, tratteggia elegantemente il ritratto di una delle più importanti figure della letteratura italiana, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de Il gattopardo e personaggio emblematico e affascinante, facendo proprio l’idea che il destino di ogni adulto vada ricercato nei suoi sogni di bambino.
Proprio la piacevole e stimolante chiacchierata con la dottoressa Lo Iacono ha reso più evidente i molteplici piani presenti nel libro, da quello umano, a quello narrativo, a quello vocazionale che risulta essere assolutamente prioritario, individuare la propria vocazione, i propri sogni, il proprio progetto vitale fondamentali per la crescita dei ragazzi.
Affettuoso e coinvolgente il messaggio ai ragazzi verso il quale futuro si sente immersa. “E’ la nostra eredità la scuola – dice infatti la scrittrice – perché i ragazzi hanno bisogno di essere sostenuti per potersi avviare verso il loro grande viaggio. L’albatro da questo punto di vista è emblematico perché è un romanzo nel quale ho cercato di mettere in evidenza quella che è la mia idea del mistero dell’esistenza che si concentra tutto nell’idea cosiddetta vocazionale, un progetto vitale, un sogno che si possa dire pienamente realizzato nella vita di un uomo e per fare questo è necessario partire da quando si è piccoli e poi attraversare assieme al bambino il suo percorso vitale”.
In tutto questo, ovviamente, non può che essere indispensabile l’accostamento alla letteratura, alla lettura e persino alla scrittura per incrementare la cultura, avere una visione migliore del mondo e permettersi di relazionarsi meglio con gli altri.
La lettura e la scrittura quindi come esercizio di alterità: immergersi nella vita degli altri ci potenzia, ci fa vivere mille vite, ci fa comprendere il vissuto dei vari personaggi, ci fa entrare in confidenza e in intimità con altri mondi. Avere dimestichezza con l’alterità diventa pertanto un grande aiuto per ognuno di noi, perché più si va nell’altro più si acquista umiltà e più si riesce a conoscere l’animo umano.
Come non condividere questa suggestiva lezione che in un pomeriggio di “normalità” e in un incontro con un’autrice che, scrivendo, fa letteratura, ci educa ai sentimenti, alle emozioni, facendoci credere che i sogni siano una guida per realizzarci nella vita!
Franca Genovese