Continuano gli spettacoli del “Circuito del Mito”, la rassegna di altissimo pregio artistico, voluta dall’assessore Nino Strano sotto la direzione artistica di Giancarlo Zanetti e che ha la sua ambientazione naturale tra castelli e siti archeologici in tutto il territorio siciliano.
L’8 settembre al teatro comunale di Milo (CT) ore 21, sarà la volta di Kaballà. Spettacolo musicale diretto dal musicista Pippo Rinaldi, in arte Kaballà, che accompagnato dal chitarrista Massimo Germini, riecheggia un “Viaggio immaginario nella Sicilia della memoria” rappresentando una contaminazione fra note e parole, un modo singolare per coniugare musica, poesia e letteratura”. Un lavoro che espande i confini del concerto, aprendosi al teatro, un teatro che racconta una Sicilia sempre protagonista, prepotente, dolce, aspra e sapiente. Tra le sue canzoni, Rinaldi, che vive e lavora a Milano, rilegge brani di poesia e prosa di grandi scrittori siciliani da Sciascia a Pirandello, da Consolo a Brancati, narrando di una terra, di un popolo e del suo modus vivendi, dove la canzone popolare diventa presupposto per un viaggio immaginario sul filo della memoria.
Scheda di Pippo Rinaldi: Pippo Rinaldi vive e lavora a Milano da moltissimi anni. La lontananza dalla Sicilia lo porta a cercare “un ponte di pietra lavica” che lo riporti ai luoghi della memoria. Dopo un percorso di ricerca volto alla valorizzazione delle radici musicali della sua terra d’origine nasce l’album “Petra Lavica”, un lavoro nel quale si fondono elementi stilistici della musica popolare, del rock e della world music. Nel 1991 partecipa al Festival Tenco e l’anno seguente è ospite al Premio Recanati, i più importanti eventi italiani dedicati alla canzone d’autore. Nello stesso periodo inizia la sua collaborazione per il cinema: è lui a firmare il testo in siciliano di una serenata cantata da Al Pacino per il film “Il padrino III” di Francis Ford Coppola, sulle note del grande Nino Rota.
Lo stile e il percorso intrapreso alla ricerca di contaminazioni di stili musicali, ispirazioni letterarie e dialetto siciliano continua nell’album “Le Vie dei Canti” pubblicato nel 1993, un lavoro che, rispetto al primo album, acquista una connotazione pop essenziale e raffinata.
Ancora una volta lo stile e le sonorità tipiche della musica di Kaballà si ritrovano nella magia del grande schermo: nello stesso periodo infatti compone la colonna sonora del film italo-russo “La Delegazione” di Alexander Galin.
Nel 1996 Kaballà pubblica il suo terzo album “Lettere dal fondo del mare”, nel quale abbandona quasi del tutto il dialetto siciliano evidenziando la sua grande passione per la canzone italiana d’autore e per le atmosfere del rock elettroacustico americano. Sperimenta anche sonorità elettroniche per comporre la colonna sonora del cortometraggio “Amati matti” di Daniele Pignatelli, che approda nel ‘97 al Festival del Cinema di Venezia vincendo un premio della critica.
Per Kaballà questi sono anni di attività intensa e versatile. Il cd live “Astratti Furori”, pubblicato nel 1998, prende il titolo da uno dei due brani inediti contenuti nell’album, che è una raffinata antologia delle sue migliori canzoni, riproposte in versione unplugged durante una tournée siciliana. Queste canzoni sono in parte riprese e rielaborate nello spettacolo teatrale “Canto di Terra”, con la regia di Gian Gilberto Monti. L’opera non è un semplice concerto, ma una forma originale di spettacolo sulla Sicilia che unisce in forma di “cantata” popolare musica, teatro e letteratura.
Dopo aver spaziato sperimentato nuove vie alla canzone d’autore, Kaballà si riappropria del dialetto siciliano, dei riferimenti letterari e degli echi etnici che hanno caratterizzato le sue prime composizioni, dando vita ad un nuovo progetto che anticipa il suo futuro musicale: lo spettacolo dal vivo “L’Arca Triangolare” è una originale performance che mescola musica d’autore, teatro e immagini ed è per l’artista una nuova dedica alla Sicilia e il preludio di un nuovo album.
Dopo la pubblicazione del suo ultimo album, Kaballà lavora e si afferma sempre di più come autore, talento che sperimenta anche nel campo del musical. Nel 2000 è co-autore insieme al regista Romy Padovano di tutti i brani inediti del musical “Eppy, l’uomo che ha costruito il mito dei Beatles”, di cui è anche supervisore musicale e nel 2003 firma i testi in italiano di tutte le canzoni di “Fame”, spettacolo che in Italia si rivela essere un grandissimo successo di pubblico.
Sono tanti i brani scritti per altri interpreti, nati a volte da collaborazioni con gli artisti stessi. Come autore riscuote una certa notorietà con un brano che arriva secondo al Festival di Sanremo, “Non ti dimentico”. A cantarlo è la straordinaria voce di Antonella Ruggiero, per la quale Kaballà scrive quasi tutti i testi dell’album “Sospesa”.
Nello stesso anno si consolida il sodalizio artistico con l’amico Mario Venuti, con il quale inizia un’intensa collaborazione nella scrittura di brani d’autore per altri interpreti e per lo stesso Venuti: molti dei brani dell’album “Magneti” sono infatti frutto di una felice scrittura a quattro mani.
Per tre anni di seguito Kaballà e Venuti partecipano come autori al Festival di Sanremo: nel 2004 con il brano “Crudele” interpretato dallo stesso Venuti, che vince il premio della critica e diventa un grandissimo successo radiofonico. Nel 2005, con il brano “Echi d’infinito” firmato dai due artisti siciliani, la bravissima Antonella Ruggiero vince il primo posto nella categorie “donne”. E infine nel 2006: è di nuovo Mario Venuti accompagnato dal suo gruppo Arancia Sonora, che partecipa alla gara canora con il brano “Un altro posto nel mondo”.
Nello stesso anno Kaballà inizia una collaborazione con Eros Ramazzotti, firmando alcuni brani dell’album “Calma Apparente” tra cui i singoli “I Belong to you” che Ramazzotti canta in duetto con Anastacia e “Bambino nel tempo” oltre a firmare il duetto “Non siamo soli” che Ramazzotti ha cantato con Ricky Martin.
Parallelamente Kaballà approda nel mercato discografico internazionale: è autore di un brano inedito in italiano nell’album “Closer” del giovane tenore americano Josh Groban e firma la versione in italiano di “Angels” di Robbie Williams, cantata da Patrizio Buanne nel suo nuovo album. Kaballà, oltre a collaborare con Eros Ramazzotti e Ron, sta lavorando al suo nuovo album che recupera, nella composizione delle musiche e dei testi, alcuni degli elementi stilistici del suo primo lavoro: il dialetto siciliano, gli spunti letterari, le sonorità e le contaminazioni tra generi che lui ama sperimentare.